Tether, la forza della criptovaluta che sbarca in casa Juventus

apr 1, 2025 0 comments


DMartina-Besana

Make Juventus Great Again“. A contrario di quello che si potrebbe immaginare, non è stato Donald Trump a pronunciare questo slogan, bensì Paolo Ardoino, CEO di Tether Limitedche ha recentemente acquisito una quota di minoranza del club bianconero. Le dichiarazioni di Ardoino dimostrano quanto siano forti i legami tra la sua azienda e l’agenda politica americana, un fatto dai risvolti strategici più ampi di quello che potremmo pensare.


La stablecoin emessa dal gruppo, Tether, nota anche come USDT, ha infatti tutto il potenziale per diventare uno degli strumenti utili all’Amministrazione USA per continuare a sostenere l’ingente debito pubblico, il quale ha ormai superato la bellezza di 36 trilioni di dollari. Tether è definita stablecoin poiché il suo valore è ancorato al dollaro USA in un rapporto 1:1, il che implica che per ogni coin creato dalla società ed immesso sul mercato debba corrispondere l’acquisto e la conservazione nelle proprie riserve di 1 dollaro in qualità di collaterale, da parte di Tether Limited. La società dichiara che la stablecoin sia sostenuta al 100% da riserve, rappresentate per lo più, oltre che da contanti, anche da titoli del Tesoro americano, tanto che Tether Limited sarebbe ormai diventato il 13° investitore in Treasuries statunitensi a livello globale. Con 113 miliardi di dollari di Titoli del Tesoro in portafoglio, Tether si posiziona subito dopo l’India (147,8 miliardi di dollari) e l’Arabia Saudita (121,6 miliardi di dollari) come principale finanziatore delle casse pubbliche americane. Non esattamente un soggetto finanziario di secondo livello. Ma Tether sta diventando uno degli attori più rilevanti del panorama globale anche in ambito strategico e geopolitico, considerando che la Cina sta riducendo la propria esposizione ai Treasury e, già nel 2024, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha messo in guardia sul percorso ormai insostenibile del debito nazionale. In questo scenario, Tether potrebbe contribuire a mantenere stabile la capacità di assorbimento del debito americano da parte del mercato. Inoltre, facilitando transazioni rapide che bypassano il sistema bancario tradizionale potrebbe anche contribuire a rafforzare indirettamente il dollaro come valuta di riferimento globale, concorrendo con progetti di moneta digitale alternativa promossi da Paesi come la Cina o gruppi di Paesi come i BRICS. Ed è proprio su questi punti che i destini di Tether e Trump si incontrano. L’ordine esecutivo firmato dal nuovo Presidente degli Stati Uniti a fine gennaio, per promuovere lo sviluppo di stablecoin sostenute dalla valuta americana, bloccando invece il progresso verso una valuta digitale della banca centrale (CBDC – Central Bank Digital Currency), va esattamente nella direzione di rendere Tether un compratore legittimato e affidabile di debito americano. Non è un caso quindi che una figura chiave dell’amministrazione, come Howard Lutnick, prossimo segretario al Commercio, sia anche il CEO di Cantor Fitzgerald, la cui società detiene una partecipazione significativa in Tether. Lutnick ha di recente definito le stablecoin come “fondamentali per l’economia statunitense”, allineandosi all’agenda Trump.


FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://osservatorioglobalizzazione.it/progetto-italia/tether-la-forza-della-criptovaluta-che-sbarca-in-casa-juventus/

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