Ue. Il riarmo e i suoi problemi

mar 5, 2025 0 comments


Di Giovanni Caruselli 

Qualcuno dovrebbe spiegare ai cittadini europei perché dopo il 1990, con il crollo dell’Urss, il Vecchio continente ha attuato progressivamente una specie di disarmo unilaterale. Qualcuno ha pensato che la Russia si sarebbe convertita a un pacifismo irenico degno della Repubblica di San Marino? Un Paese dove l’esercito ha sempre rappresentato l’istituzione più credibile dello Stato, che è stato aggredito varie volte da occidente pagando tributi di sangue incomparabilmente superiori a quelli degli altri Paesi? Certamente l’ombrello delle Nato, si legga Usa, costituiva una garanzia difensiva sufficiente, ma nessuno si è chiesto se questa garanzia prevedeva una scadenza come tutte le garanzie? Probabilmente si è confusa l’Urss, parzialmente dissoltasi, con l’impero zarista che per secoli ha esercitato pressioni sull’Europa, ha cancellato dalla carta geografica per un secolo (1815 – 1915) mezza Polonia, ha combattuto duramente i turchi per assumere il controllo del Mar Nero, etc. Si è dimenticato che la Russia non è una nazione, è un impero.

Dunque leggendo i dati che l’ISPI ci offre per valutare le potenzialità militari di cui l’Europa oggi dispone dobbiamo constatare quanto segue. La Ue non può mettere a disposizione i centomila uomini e la logistica che loro necessita per assicurare il cessate-il-fuoco e l’eventuale pace che ne conseguisse. Rispetto a venti anni fa i contingenti disponibili si sono dimezzati. La Germania detiene circa un ventesimo dei tanks che aveva allora, la Francia un decimo, l’Inghilterra un sesto. A parte i veicoli corazzati leggeri, ci vorranno decenni per mettere in campo un esercito europeo che possa far fronte validamente a una guerra di logoramento contro la Russia che ha investito circa il 40% della sua spesa pubblica in armamenti. Tre sono gli aspetti che meritano di essere rilevati di fronte a questa situazione.
Il primo è il ritiro degli americani dall’Europa. Malgrado le intemperanze di Trump esso probabilmente avverrà in modo da dare il tempo agli europei di recuperare almeno una parte dello svantaggio accumulato. Non farlo significherebbe porre le basi per un successivo intervento del tutto simile a quello della seconda guerra mondiale e ciò non è nell’interesse di Washington.
In secondo luogo non va ignorato il deterrente nucleare francese e inglese. Per quanto esso sia limitato a un migliaio complessivo di testate atomiche, si stenta a credere che si possa scatenare un’apocalisse planetaria in assenza di motivazioni ineludibili. A ciò bisogna aggiungere, sul piano strettamente militare, che “solo” per proseguire il conflitto in Ucraina Putin è stato costretto ad arruolare dappertutto contingenti di mercenari spesso non addestrati e utili solo come carne da cannone. Difficile pensare che il Cremlino possa disporre di una quantità di fanterie tale da tenere sotto controllo Paesi vasti come la Polonia o la Germania. Si può ipotizzare al massimo un attacco ai piccoli Paesi baltici in parte abitati da popolazioni russofone.
Ma l’aspetto che invece più dovrebbe preoccupare gli europei è la disunione, sia che si tratti di condurre trattative diplomatiche, sia che si tratti di arrivare allo scontro aperto. La competitività dei Paesi europei, che dovrebbe essere rivolta verso chi combatte l’Unione, purtroppo si svolge ancora all’interno di essa.

FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://www.notiziegeopolitiche.net/ue-il-riarmo-e-i-suoi-problemi/

Commenti

Search

tags

Modulo di contatto