L’ipocrita boicottaggio di giornali maistream e celebrità contro il social X

nov 17, 2024 0 comments


Negli ultimi giorni, media, giornalisti, politici e celebrità di tutto il mondo stanno abbandonando la piattaforma social X, ex Twitter, di proprietà di Elon Musk. Il grande esodo è stato inaugurato dal noto quotidiano britannico The Guardian, con un editoriale in cui spiega le proprie motivazioni: “X è una piattaforma mediatica tossica e il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di utilizzare la sua influenza per modellare il discorso politico”. Tra chi lo accusa di silenziare le opinioni a lui scomode, chi di fare da megafono a posizioni illiberali, e chi sostiene che la piattaforma sia diventata una piazza sregolata densa di discorsi d’odio, in tanti hanno deciso di lasciare il social nel nome della libertà di parola e della democrazia. A guadagnarci sono i maggiori competitor di X, tra cui Threads, recente piattaforma di Meta, di Mark Zuckerberg. Mascherata da operazione di boicottaggio volta a ristabilire la giustizia, l’iniziativa contro Musk sembrerebbe avere intenti di natura politica, portati avanti da giornali che, esattamente come X, fanno gli interessi propri e di un’élite dominante, rappresentando, semplicemente l’altra faccia della medaglia.

L’editoriale del Guardian è stato pubblicato venerdì 13 novembre, a poche ore dall’annuncio ufficiale rilasciato da Donald Trump con cui il futuro presidente ha nominato Musk vertice del neonato Dipartimento di Efficienza Governativa. “Riteniamo che i vantaggi di essere su X siano ora superati dagli aspetti negativi e che le risorse potrebbero essere utilizzate meglio per promuovere il nostro giornalismo altrove”, inizia il comunicato del quotidiano britannico. Il Guardian motiva la propria scelta schierandosi apertamente contro “i contenuti, spesso inquietanti, promossi o presenti sulla piattaforma”, tra cui si annoverano “teorie del complotto di estrema destra ed episodi di razzismo”. All’abbandono del giornale londinese sono seguiti a ruota analoghi annunci dal quotidiano spagnolo La Vanguardia, dall’attrice premio Oscar Jamie Lee Curtis, o dal giornalista Don Lemon; in Italia, l’iniziativa è stata portata avanti dall’Eurodeputato del PD Sandro Ruotolo, da musicisti come Piero Pelù, e dal Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Vittorio di Trapani, che ha definito Musk «uno dei protagonisti del tentativo in atto di trasformare le democrazie occidentali in democrazie illiberali».

Le motivazioni dietro questo esodo di massa, seppur variegate, confluiscono in un’unica generale ragione di fondo, secondo cui Elon Musk sfrutterebbe X per fare propaganda, portando avanti i propri interessi e mancando di tutelare la democrazia. Il boicottaggio di X, insomma, svela il grande segreto di Pulcinella: una piattaforma privata fa gli interessi di un privato, e un plurimiliardario oligarca non opera a difesa della democrazia. In tal senso, l’iniziativa sembrerebbe sfociare in un’operazione di natura strettamente politica, “casualmente” scoppiata proprio quando Musk ha iniziato ad avvicinarsi a Trump. Effettivamente, malgrado gli innumerevoli processi, le condanne, le multe e le analoghe controversie, le piattaforme legate a Meta di Mark Zuckerberg non hanno vissuto una simile ondata di sdegno e tentativi di boicottaggio.

FONTE E ARTICOLO COOMPLETO: https://www.lindipendente.online/2024/11/17/lipocrita-boicottaggio-di-giornali-maistream-e-celebrita-contro-il-social-x/

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