L’accordo BlackRock-Enel che “americanizza” la transizione green italiana

ott 3, 2024 0 comments


Di Giuseppe Gagliano

Il recente accordo tra BlackRock e ENEL evidenzia uno scenario problematico che travalica i confini italiani, assumendo una dimensione europea. Questo mega fondo americano, già noto per il suo ruolo predominante nei mercati finanziari globali, ha avviato una strategia di acquisizione che mira a beneficiare del processo di dismissione delle centrali elettriche in Europa, un processo accelerato dalle politiche di transizione ecologica.

In particolare, l’accordo prevede la cessione a prezzi irrisori di centrali a carbone in via di smantellamento, come quelle di Civitavecchia, Brindisi e altre, a favore di Blackrock. Queste centrali, una volta simboli del passato energetico basato sui combustibili fossili, sembrano destinate a un riutilizzo che appare contraddittorio rispetto agli obiettivi della transizione ecologica. Invece di essere dismesse per ridurre l’impatto ambientale, potrebbero essere riattivate per fornire energia a data center di grandi corporation come Google e Microsoft, che necessitano di enormi quantità di elettricità per il funzionamento delle infrastrutture digitali e delle reti di intelligenza artificiale.

La predazione di BlackRock non si ferma all’Italia. È in atto una strategia più ampia che punta a sfruttare le difficoltà finanziarie e infrastrutturali di molti Paesi europei per acquisire beni strategici a basso costo. Le politiche di transizione ecologica, in questo contesto, sembrano diventare un pretesto per facilitare la svendita di risorse nazionali e pubbliche a colossi privati, che ne traggono enormi profitti a scapito del controllo statale e della sovranità energetica dei singoli Paesi.

L’intervento di Blackrock in questo scenario dimostra la sua capacità di inserirsi nelle falle delle politiche pubbliche, utilizzando il potere finanziario per accumulare asset strategici in settori chiave come l’energia e la tecnologia. Ciò solleva dubbi non solo sull’efficacia della transizione ecologica, ma anche sulla direzione che sta prendendo il futuro energetico dell’Europa, dove grandi fondi internazionali sembrano avere più potere decisionale dei governi nazionali.

Questa logica di predazione riflette uno schema ormai consolidato: fondi d’investimento e multinazionali riescono a trarre vantaggio dalle crisi economiche e dalle trasformazioni industriali per accaparrarsi risorse strategiche, indebolendo il controllo pubblico su infrastrutture essenziali. Le promesse di sostenibilità e innovazione tecnologica vengono così oscurate da operazioni che riproducono una dipendenza energetica e tecnologica sempre più accentuata verso pochi attori globali.

L’Europa, in questa fase, sembra particolarmente vulnerabile a queste dinamiche. I Paesi che si trovano in difficoltà economiche o che stanno affrontando costosi processi di transizione ecologica rischiano di perdere il controllo delle loro infrastrutture energetiche, con conseguenze potenzialmente gravi sul piano della sovranità energetica e della sicurezza nazionale. Di fronte a queste strategie di acquisizione, emerge la necessità di ripensare le politiche pubbliche in modo da evitare che la transizione ecologica diventi una scusa per svendere il patrimonio strategico europeo a pochi colossi finanziari internazionali.

Il caso Blackrock-ENEL rappresenta solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più ampio che coinvolge l’intero continente. La sfida, oggi, non è solo quella di abbandonare i combustibili fossili, ma anche di assicurarsi che la transizione verso le energie rinnovabili non diventi il cavallo di Troia per una nuova forma di colonizzazione economica e finanziaria. L’Europa, se non saprà rispondere con una visione strategica, rischia di vedere compromessa la sua autonomia e il futuro energetico nelle mani di poteri che operano ben al di fuori dei suoi confini.

FONTE: https://it.insideover.com/economia/laccordo-blackrock-enel-che-americanizza-la-transizione-green-italiana.html

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