Per molto tempo si è ritenuto che la prima frase a essere trasmessa attraverso una radio commerciale in Italia fosse stata letta dall’annunciatrice Maria Luisa Boncompagni, a cui erano state attribuite le parole «Unione Radiofonica Italiana, 1-RO, Stazione di Roma concerto sinfonico inaugurale». Nel 1997, tuttavia, negli archivi Rai di Firenze fu trovato il documento sonoro originale, che in realtà era più lungo ed era stato registrato dalla violinista Ines Viviani Donarelli.
Fu proprio lei a salutare il pubblico, a presentare il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana e, più avanti, a leggere il bollettino meteo seguito dalle informazioni sulla Borsa e dalle notizie principali della giornata trasmesse dall’Agenzia Stefani (la prima agenzia di stampa italiana, che dopo la Seconda guerra mondiale fu sostituita dall’ANSA).
Sull’attribuzione dell’invenzione della radio esiste una disputa lunga e mai del tutto risolta tra Guglielmo Marconi e il serbo Nikola Tesla. Attorno al 1890 Tesla era stato tra i primi a condurre importanti esperimenti per la produzione di correnti ad elevata frequenza e alta tensione, notando come l’energia potesse essere trasmessa senza fili. Sia Marconi che altri fisici, tra cui l’inglese Oliver Lodge e il russo Alexander Popov, si impegnarono per sviluppare quel tipo di sistema di ricetrasmissione: un telegrafo senza fili che coprisse grandi distanze. Nel 1895 Marconi stabilì un collegamento coprendo una distanza maggiore di quella coperta da Lodge e l’anno dopo ottenne un brevetto per la radiotelegrafia senza fili.
Nel 1901 riuscì infine a realizzare il primo collegamento transatlantico trasmettendo a 4mila chilometri di distanza i tre punti della lettera S in alfabeto Morse.
In Italia le prime trasmissioni radiofoniche sperimentali risalgono al 1923. Nel giro di pochi mesi Costanzo Ciano, ministro delle Poste del governo di Benito Mussolini, diede la concessione per ulteriori sperimentazioni proprio a Marconi e nell’agosto del 1924 venne fondata l’Unione Radiofonica Italiana (o URI), a cui poi il governo assegnò il monopolio sulle trasmissioni radiofoniche.
Le radio erano strumenti ancora molto costosi e imperfetti, e le trasmissioni risultavano piene di rumori o sibili. A ogni modo il regime fascista intuì le grandi potenzialità di questo strumento per diffondere la propria ideologia e la propria retorica alle masse: per esempio attraverso programmi culturali ed educativi, seppure inizialmente scarni, e tramite i notiziari basati sulle famose veline, ovvero le indicazioni impartite dal regime agli organi di stampa. Tra le altre cose Mussolini tenne il suo primo discorso radiofonico alla popolazione nell’ottobre del 1926, nell’ambito della cosiddetta «battaglia del grano».
- FOTO: Vittorio De Sica (a destra) assieme agli attori Umberto Melnati e Maria Denis durante le registrazioni di un programma radio a Roma nel 1940 (Archivio GBB/ Contrasto)
FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://www.ilpost.it/2024/10/06/100-anni-radio-italia-prima-trasmissione
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