Usa: presa la spia cinese che denunciava a Pechino i dissidenti

set 14, 2024 0 comments


Di Giuseppe Gagliano

Tang Yuanjun è stato arrestato dall’FBI statunitense nell’agosto 2024, accusato di aver lavorato come agente del ministero della Sicurezza dello Stato (MSS) cinese tra il 2018 e il 2023. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DoJ), Tang ha raccolto informazioni su attivisti pro-democrazia cinesi e dissidenti basati negli Stati Uniti, incluso il membro del Congresso americano di origine cinese Xiong Yan di New York, e sui richiedenti asilo che cercavano di lasciare la Cina per gli Stati Uniti. Tang, desideroso di rivedere la sua famiglia in Cina, ha stabilito un contatto sicuro con il MSS attraverso un conoscente e ha iniziato a riferire utilizzando e-mail criptate, chat, messaggi di testo e chiamate audio e video. Ha facilitato l’infiltrazione di un gruppo WhatsApp di dissidenti cinesi da parte del MSS, e ha registrato un incontro su Zoom del 2020 per commemorare il massacro di Piazza Tiananmen, guidato da Zhou Fengsuo, direttore del Museo Memoriale del 4 giugno a New York. Tang, segretario generale del China Democratic Party United Headquarters di New York, ha fornito al MSS informazioni su dissidenti e avvocati per l’immigrazione, contribuendo all’inserimento di agenti cinesi negli Stati Uniti.

Durante un incontro nel 2022 a Changchun, in Cina, un ufficiale del MSS ha installato sul telefono di Tang un software che inviava automaticamente al MSS foto e video. Tang ha poi fotografato proteste a Manhattan e Washington DC, le cui immagini sono state usate dal Partito Comunista Cinese (PCC) contro i dissidenti. Il DoJ sostiene che Tang abbia incontrato agenti del MSS in Cina e Macao in almeno tre occasioni, viaggiando attraverso Paesi intermedi per nascondere le sue visite. Il MSS ha sottoposto Tang a test con la macchina della verità prima di discutere attività operative, durante le quali Tang ha fornito informazioni dettagliate su dissidenti cinesi all’estero.

Il caso di Tang Yuanjun solleva preoccupazioni significative sia sul fronte politico che di intelligence, rappresentando una sfida per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ed evidenziando le sofisticate strategie del Ministero della Sicurezza dello Stato (MSS) cinese. Politicamente, il coinvolgimento di un importante attivista pro-democrazia in attività di spionaggio mina la credibilità dei movimenti democratici cinesi all’estero e potrebbe avere un effetto deterrente sugli altri dissidenti. La Cina, con questa operazione, dimostra la sua capacità di infiltrare comunità di dissidenti ben organizzate negli Stati Uniti, indebolendo i loro sforzi per promuovere la democrazia e la libertà nel Paese d’origine. L’arresto di Tang potrebbe inoltre rafforzare le tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cina, già tese su questioni relative ai diritti umani, alla sicurezza cibernetica e alla concorrenza tecnologica.

Sul piano dell’intelligence, il caso evidenzia le tecniche avanzate di reclutamento del MSS, che sfrutta legami familiari e vulnerabilità emotive per compromettere figure chiave all’interno della diaspora cinese. L’uso di software spia, poligrafi e canali di comunicazione criptati riflette una crescente sofisticazione delle operazioni di spionaggio cinese, che mira a raccogliere informazioni critiche su dissidenti e sui loro contatti. Inoltre, la capacità del MSS di infiltrarsi in gruppi di dissidenti tramite piattaforme digitali, come WhatsApp e Zoom, dimostra una preoccupante convergenza tra sorveglianza tecnologica e spionaggio tradizionale.

La possibilità che tali operazioni possano compromettere la sicurezza delle reti di dissidenti negli Stati Uniti mette in luce la necessità di un maggiore coordinamento tra le agenzie di intelligence statunitensi e le comunità pro-democrazia per proteggere individui e gruppi vulnerabili. Questo caso rivela anche la fragilità dei sistemi di comunicazione utilizzati dai dissidenti, che, nonostante le precauzioni, rimangono suscettibili alle infiltrazioni da parte di stati autoritari come la Cina. L’arresto di Tang potrebbe inoltre avere ripercussioni a lungo termine sul fronte dell’asilo politico negli Stati Uniti, portando a una maggiore attenzione sui legami potenziali tra richiedenti asilo e servizi di intelligence stranieri.

FONTE: https://it.insideover.com/spionaggio/usa-presa-la-spia-cinese-che-denunciava-a-pechino-i-dissidenti.html

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