Ora esplodono i walkie-talkie: nuovo attacco di Israele in Libano. Hezbollah accecato

set 18, 2024 0 comments


Di Andrea Muratore

Dopo i cercapersone, esplodono i walkie-talkie. Secondo giorno di fuoco in Libano, dove il filo rosso degli attacchi a Hezbollah di ieri si è ripetuto: tre i morti accertati nell’esplosione dei walkie-talkie usati dai miliziani sciiti per comunicare e che, secondo il Times of Israel, sarebbero stati acquistati nella stessa transazione con cui, cinque mesi fa, il Partito di Dio aveva cambiato i suoi device di comunicazione. E in cui erano stati acquistati i pager esplosi ieri.

Se il primo colpo era stato duro, il secondo alza ulteriormente la soglia dell’attenzione. E mostra la capacità di Israele e della sua intelligence di sferrare un primo colpo in maniera imprevista e di anticipare la capacità di risposta dei miliziani con cui ormai lo scontro è aperto.

Si conferma il filone di ieri e si mostra come totalmente in corto circuito la strategia con cu Hasan Nasrallah, capo di Hezbollah, aveva più volte voluto sostituire i dispositivi cellulari utilizzati dai suoi uomini per comunicare. Troppo spesso rivelatisi permeabili da Israele nella caccia al militante condotta tra Libano e Siria dall’inizio della guerra a Gaza in avanti.

Più volte le tracce Gps e le chiamate dei leader di Hezbollah hanno attratto l’Israel Defense Force o il Mossad su di loro, segnandone la fine nei raid mirati condotti da Tel Aviv. Da ultimo, a fine luglio, Fuad Shukr, comandante militare di Hezbollah, è stato attratto da una telefonata nel luogo in cui è poi stato eliminato a Beirut. A febbraio l’affondo di Nasrallah: i cellulari erano “collaborazionisti” di Israele, dovevano sparire dal campo d’azione del Partito di Dio. Si prometteva maggior sicurezza. Così non è stato.

Heiko Wimmen, direttore del progetto dell’International Crisis Group (ICG) per Iraq, Siria e Libano, ha dichiarato all’Agencé France-Presse che di fronte a questa escalation di attacchi c’è il rischio che i miliziani si trovino “accecati“. Hezbollah “deve ora valutare il proprio sistema di comunicazione”, ha detto Wimmen. Certo, bisogna capire se Hezbollah avesse completamente sostituito i suoi metodi di comunicazione precedenti. Ma l’attacco lascia un evidente dubbio: forse l’indagine dei miliziani sui cercapersone di marca taiwanese utilizzati e il loro sabotaggio, fisico o digitale che fosse, avrebbe portato a scoprire a cascata una “infezione” ai walkie-talkie, che andavano tolti di mezzo nel medesimo modo. E questo permette di considerare espansa a macchia d’olio l’offensiva di Israele per penetrare nei gangli di Hezbollah.

“L’attacco ha probabilmente avuto diversi effetti negativi sull’efficacia militare di Hezbollah, almeno temporaneamente”, concorda l’Institute for the Studies of War. L’attacco, notano gli studiosi dell’Isw, “ha probabilmente interrotto alcune comunicazioni interne a Hezbollah” e “alimentato confusione e shock tra alcuni membri di Hezbollah”. Questi effetti “potrebbero anche generare una paranoia generale all’interno di Hezbollah, dato che Israele ha dimostrato ripetutamente negli ultimi mesi quanto profondamente si sia infiltrato nelle reti iraniane e sostenute dall’Iran”. L’operatività del Mossad e dei servizi può contribuire a successi strategici non indifferenti in questo caso, che se non ben sfruttati possono però alimentare in Israele quella tracotanza che già spesso ha tratto in inganno Tel Aviv sul fronte meridionale, a Gaza.

La percezione di avere a che fare con un nemico “accecato” favorirà le spinte minacciose con cui Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant sono parsi evocare a un attacco di terra al Libano? Oppure, come mira a fare il capo del Mossad David Barnea, lo Stato Ebraico si sentirà soddisfatto di aver dimostrato di poter ridimensionare la minaccia al fianco nord del Paese in un contesto in cui il teatro principale, quello di Gaza, non dà particolari soddisfazioni militari e si protrae come endless war?

Dal volere della cerchia di potere israeliana si gioca la risposta a queste domande. A cui bisogna aggiungere un’analisi su ciò che Hezbollah vorrà e potrà fare: dopo l’esplosione dei walkie-talkie una ventina di razzi è stata lanciata verso Israele. Ne seguiranno altri? Il Medio Oriente trattiene il fiato. E con esso le grandi potenze, che da uno sconvolgimento del Libano temono possa scaturire una deflagrazione regionale del conflitto estesa all’Iran e altri attori. Curioso, in queste ore di crisi, il negarsi degli Stati Uniti, ormai restii a esercitare la pur minima azione moderatrice su Israele. E dunque costretti a giocare di rimessa. Anche a costo di correre il rischio di sacrificare la pace regionale per un lotto di walkie-talkie e cercapersone.

FONTE: https://it.insideover.com/guerra/ora-esplodono-i-walkie-talkie-nuovo-attacco-di-israele-in-libano-hezbollah-accecato.html

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