Il futuro è già qui, solo che non è distribuito uniformemente.” La celebre frase di William Gibson non è mai stata così vera come nell’era delle nuove professioni generate dall’AI. Mentre alcuni lavori scompaiono, altri emergono ed emergeranno dalle ceneri digitali. Servirà comunque un riassetto generale, e non sarà facile, ma c’è speranza.
Le nuove professioni: un mosaico in continua evoluzione
Il mercato del lavoro sta vivendo una metamorfosi degna di Kafka. Da un lato, professioni che sembravano incrollabili iniziano a vacillare sotto il peso degli algoritmi. Dall’altro, nuove opportunità sbocciano come fiori in primavera, portando con sé titoli di lavoro che saranno richiesti nei prossimi anni.
Secondo LinkedIn, le candidature per lavori legati all’AI sono aumentate del 19% tra dicembre 2022 e settembre 2023. Un trend che non mostra segni di rallentamento, anzi. È come se l’intero mercato del lavoro avesse deciso di fare bungee jumping verso il futuro.
I fantastici cinque dell’AI
Ma quali sono queste nuove professioni che stanno facendo girare la testa ai cacciatori di teste? Ecco una panoramica dei ruoli emergenti:
- Ingegnere o specialista AI: Pensate a loro come ad alchimisti 2.0, capaci di trasformare righe di codice in sistemi intelligenti. Non costruiscono castelli di sabbia, ma cattedrali di dati.
- Eticista AI: In un mondo dove le macchine prendono decisioni, qualcuno deve assicurarsi che lo facciano in modo equo. Sono i filosofi del XXI secolo, armati di codice etico e caffè. C’è un sociologo in sala?
- Analista di protezione AI: Immaginateli come i bodyguard dei dati aziendali. Il loro compito? Proteggere l’azienda da fughe di notizie e usi impropri dell’AI. Un lavoro da 007, ma con meno Martini e più firewall.
- Analista di soluzioni AI: Sono i traduttori bilingue tra il mondo aziendale e quello dell’AI. Parlano fluentemente “business” e “algoritmo”, aiutando le aziende a navigare nel mare magnum dell’intelligenza artificiale.
- Responsabile AI: Il capitano della nave AI aziendale. Guida la squadra attraverso le acque turbolente dell’innovazione, cercando di evitare gli iceberg etici e tecnici lungo il percorso.
Il lato B della medaglia: nuove professioni in evoluzione
Mentre nuove stelle nascono nel firmamento professionale, altre costellazioni si stanno riorganizzando. Alcuni lavori non scompariranno, ma si trasformeranno (a volte in meglio):
- Cassieri e agenti di viaggio: Da generalisti a specialisti del lato umano. Il futuro li vedrà come consulenti personalizzati, non semplici esecutori di transazioni.
- Rappresentanti del servizio clienti: L’empatia diventerà la loro superpotenza. I chatbot gestiranno le richieste di base, loro invece avranno il compito di risolvere problemi complessi e delicati.
- Addetti all’inserimento dati: Un ruolo in via di estinzione? Forse. Ma chi sa adattarsi potrebbe trovare nuove nicchie nell’analisi e interpretazione dei dati.
- Traduttori: Con l’AI che parla più lingue di C-3PO, i traduttori umani si concentreranno su sfumature culturali e contesti complessi che sfuggono alle macchine.
- Scrittori e marketer: La creatività umana rimarrà insostituibile, ma dovrà ballare un tango sempre più stretto con l’AI. L’arte sarà nel saper orchestrare questa danza.
Il futuro è magmatico
Come in ogni rivoluzione, c’è chi vede l’apocalisse e chi l’Eldorado. La verità, come sempre, sta nel mezzo. L’AI non è la bacchetta magica che risolverà tutti i problemi del mondo del lavoro, né il mostro che divorerà ogni impiego umano. Julia Pollak, economista capo di ZipRecruiter, la mette così: “Ci sarà un periodo in cui ci sarà un sostanziale disallineamento tra le competenze che le persone hanno e quelle di cui il mercato ha bisogno.” In altre parole, come ho detto in avvio di articolo, prepariamoci a un po’ di turbolenza.
L’ignoto: la vera frontiera delle nuove professioni
Se la storia ci insegna qualcosa, è che il futuro ha sempre qualche asso nella manica. Chi avrebbe mai pensato, all’alba della rivoluzione industriale, che avremmo avuto bisogno di designer di moda, pubblicitari o modelle? L’AI potrebbe portarci verso nuovi orizzonti di creatività e espressione che oggi fatichiamo anche solo a immaginare. Forse, tra qualche anno, ci ritroveremo a leggere articoli su lavori che oggi sembrerebbero pura fantascienza.
Il mercato del lavoro sta vivendo la sua personale “corsa all’oro digitale”. E come i cercatori del XIX secolo, chi saprà adattarsi, imparare e osare avrà le migliori chance di successo. Altri finiranno alle pezze, e bisogna costruire fin da ora delle alternative. Le nuove professioni sono qui, alcune già definite, altre ancora da scoprire. Zaino in spalla (o meglio, laptop alla mano) e buona avventura nel selvaggio West dell’era AI.
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