Nato-L, ponte transatlantico che collega l’energia di Europa e USA

set 20, 2024 0 comments

Di Gianluca Riccio*

Immaginate di poter accendere la luce in Europa usando l’energia prodotta in Nord America, o viceversa. Potrebbe diventare realtà grazie a un ambizioso progetto transatlantico. Il Nato-Lun cavo sottomarino lungo 3.500 km che può cambiare il volto dell’energia rinnovabile e le dinamiche geopolitiche globali, creando un ponte energetico senza precedenti tra due continenti. Ma quali sono le implicazioni di un progetto così audace? E come potrebbe influenzare il futuro dell’energia e della sicurezza internazionale?

Un ambizioso sogno transatlantico

Il progetto Nato-L (North Atlantic Transmission One Link) si propone di creare un potente collegamento elettrico transatlantico tra il Nord America e l’Europa. Questo sistema da 6GW sarebbe composto da coppie di cavi che si estenderebbero per circa 3.500 km attraverso l’Oceano Atlantico settentrionale. A fare da soggetto “neutro”, neanche a dirlo, un paese neutrale: l’Irlanda, che sembra trovarsi esattamente al confine. Le indiscrezioni, infatti, arrivano dalla testata locale Irish Independent. Come promotore? Un “pontiere” di natura: il franco britannico veterano dell’energia Laurent Segalen, che ha già tentato di costruire un altro interconnettore tra Galles e Irlanda, senza tuttavia riuscirci. Ed ora vola un po’ più basso, anche se ha grandi sogni.

“È solo un cavo del diametro di una pizza,” afferma Segalen, che è uno dei fondatori del progetto, sottolineando la semplicità fisica dell’infrastruttura in contrasto con la sua portata rivoluzionaria.

Battute a parte, il Nato-L rappresenta molto più di un semplice collegamento elettrico. Il progetto è visto come un modo per rafforzare la sicurezza energetica tra i membri della NATO in un momento in cui l’energia viene sempre più utilizzata come arma. “Se parlo con la Germania, per esempio, sono molto sensibili all’aspetto militare in modo positivo. Questo interconnettore ha molte sfaccettature positive,” spiega Segalen.

Un progetto di portata globale

Il Nato-L permetterebbe di inviare elettricità in entrambe le direzioni attraverso l’Atlantico. Questo significherebbe che l’Europa potrebbe inviare energia al Nord America di notte, quando la domanda qui è bassa ma là è ancora giorno e la domanda è alta. Funzionerebbe al contrario durante le ore diurne in Europa.

Sfide e opportunità

Il progetto, stimato tra i 20 e i 40 miliardi di euro, non è privo di sfide. I fondatori sperano di avviare una raccolta fondi entro la fine dell’anno per finanziare i primi tre anni di pianificazione e indagini. Simon Ludlam, co-fondatore del progetto con una vasta esperienza nel settore energetico, sottolinea l’importanza di un impegno transatlantico, proprio come il cavo, per fornire supporto pubblico. “Qualsiasi interconnettore ha bisogno di supporto pubblico. C’è molto interesse, molta curiosità al riguardo. Stiamo avendo conversazioni interessanti a un livello relativamente alto.”

Certo, Nato-L solleva interessanti questioni geopolitiche. Nonostante il nome suggerisca un legame con la NATO, i fondatori insistono sul fatto che il progetto ha molteplici sfaccettature positive che vanno oltre l’aspetto militare. Ci fidiamo? È interessante notare che nessun finanziamento sarà accettato da investitori cinesi o russi, perché ciò minerebbe la premessa di base del progetto, che è quella di rafforzare la sicurezza energetica. In altri termini, guerra no: ma nemmeno pace.

Un ponte transatlantico che guarda al futuro

Se realizzato (e il passato ci dice che certi ponti, o certi tunnel, sono più figli della storia che della saggezza), il Nato-L rappresenterebbe un punto di svolta nella gestione dell’energia rinnovabile su scala globale. Potrebbe facilitare una migliore distribuzione dell’energia, riducendo gli sprechi e aumentando l’efficienza. Tuttavia, rimangono domande cruciali. Come influenzerà questo progetto le relazioni internazionali? Quali saranno le implicazioni per i paesi non membri della NATO? E come si inserisce questo progetto nel contesto più ampio della lotta al cambiamento climatico?

Conclusione

Il progetto Nato-L rappresenta una visione audace per il futuro dell’energia. Promette di rivoluzionare il modo in cui pensiamo all’energia e alla sicurezza, e solleva importanti questioni su come bilanciare le preoccupazioni geopolitiche con la necessità di un futuro energetico più sostenibile, non solo per il legame “transatlantico” tra Nord America e blocco continentale europeo. Il futuro dell’energia e della geopolitica, alla fine, sarà più interconnesso o spezzettato? O magari entrambe le cose? Una fase intermedia di nuova frammentazione (con la globalizzazione che termina la sua fragorosa deflagrazione) e poi, lentamente, un riavvicinamento. Speriamo che tutto questo non si manifesti attraverso conflitti globali.

Speriamo che, nel caso, Nato-L sia solo uno dei tanti ponti energetici che uniscono il pianeta in una nuova era di collaborazione energetica globale.

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