Terremoto politico in Germania, con l’estrema destra tedesca di “Alternativa per la Germania” (AfD) che si è aggiudicata le elezioni regionali nello stato orientale della Turingia, ottenendo tra il 32,8% e il 33,4% dei voti. Secondo gli exit poll, in Sassonia, il partito ha ottenuto tra il 30,8% e il 31,4%, sfiorando il primato in un testa a testa con i conservatori della CDU, che sarebbero tra il 31,5% e il 31,8% dei voti. In queste due regioni, i socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz hanno subito una pesante battuta d’arresto elettorale, fermandosi tra il 6% e il 7% dei voti. Sahra Wagenknecht, con il suo nuovo partito “BSW” (sinistra sovranista contro la guerra in Ucraina), ha ottenuto un ottimo risultato, con punteggi compresi tra il 12% e il 15,8% nei due Länder, e potrebbe così porsi come ago della bilancia nella futura formazione dei governi regionali. I liberali dell’FDP, invece, non saranno neanche più rappresentati in nessuna delle assemblee regionali, non avendo raggiunto le percentuali minime previste.
I risultati delle elezioni regionali in Germania sono aggiornati alle 8.30 di stamattina, e vedono ormai con certezza il pieno trionfo di AfD in Turingia e un secondo posto quasi sicuro in Sassonia. In quest’ultimo Stato pare che AfD non sia riuscita a ottenere il maggior numero di preferenze per una manciata di voti. È questo un risultato storico per il partito Alternativa per la Germania, che risulta così essere il primo partito di estrema destra ad aggiudicarsi le elezioni regionali in uno Stato tedesco dalla caduta del nazismo. I conservatori del CDU, dopo il trionfo alle europee, si confermano una delle prime forze del Paese, mentre i socialdemocratici di Scholz subiscono un fortissimo calo; in generale è andata male per tutta la coalizione governativa, formata dai liberali di FDP, che non saranno neanche rappresentati, e dai Verdi, che hanno ottenuto risultati attorno al 3%. Ottimo risultato, infine, per BSW, che se alle europee si era fermato al 6,20%, per queste elezioni regionali ha più che raddoppiato le preferenze, e superato in via definitiva il partito di estrema sinistra Die Linke, dalla cui costola è nata la stessa nuova formazione.
Non sono ancora chiari gli effetti che tali elezioni avranno sul Paese, né a livello federale, né a livello locale. In seguito a una sconfitta di tale portata, potrebbero infatti esserci delle ripercussioni sul Governo nazionale: già dopo le europee Scholz aveva subito il colpo dell’importante sconfitta politica, finendo particolarmente contestato; la disfatta dell’intera coalizione potrebbe mettere nuovamente sotto scacco l’esecutivo, alimentando l’instabilità politica del Governo. A livello locale, nonostante AfD finirà per controllare un terzo delle camere regionali, non è per niente scontato che riesca a esprimere un Governo in uno dei due Stati; risulta infatti particolarmente difficile che una delle forze in gioco si allei con il partito di estrema destra, e con ogni probabilità a erigere gli esecutivi locali saranno i conservatori di CDU, anche se non risulta ancora facile da capire con chi.
Il trionfo di AfD si costituisce certamente come un risultato storico, ma non inaspettato. Il partito è infatti in crescita da anni, e la vittoria di domenica si configura solo come l’ultimo traguardo di un percorso che gli ha portato sempre più consenso. AfD è noto dalle tante descrizioni della stampa che la inseriscono in quella nebulosa che è “l’estrema destra” europea, che tuttavia spazia dall’atlantismo all’euroscetticismo, da posizioni filo-israeliane a rivendicazioni filo-palestinesi, per arrivare a schierarsi distintamente anche per quanto concerne il conflitto russo-ucraino. Insomma, quali sono, fuor di ideologia, le posizioni politiche di AfD? Sul fronte della politica interna, AfD può effettivamente inserirsi in quella che oggi viene canonicamente definita “estrema destra”. Il partito ha posizioni fortemente nazionaliste, a favore di una maggiore sovranità a discapito dell’Unione Europea, in sostegno all’uscita dall’euro, e in contrasto all’immigrazione; noto su quest’ultimo punto è il caso del concetto di “remigrazione”, neologismo per definire la politica di rimpatrio dei migranti lanciato proprio da AfD, e finito sotto i riflettori di tutti i maggiori giornali del mondo. I maggiori esponenti del partito sono noti per negare gli effetti del cambiamento climatico, e sono accusati di antisemitismo, anti-islamismo, razzismo, e di essere troppo vicini a posizioni neonaziste.
Sul fronte della politica estera, AfD non sembrerebbe avere posizioni anti-NATO, ma comunque critica l’eccessiva militarizzazione del Paese nell’ambito dell’alleanza atlantica che a detta dei suoi leader starebbe venendo portata avanti da Scholz. Sul conflitto russo-ucraino, il partito sostiene che la Germania dovrebbe tentare di cercare una mediazione con la Russia, e si è sempre espresso contrario alle sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Federazione. Sul versante mediorientale, invece, è un aperto sostenitore di Israele e in occasione del taglio di fondi all’UNRWA si era detto a favore di uno stop ai finanziamenti.
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FOTO: Björn Höcke durante un comizio a Sonneberg, in Turingia, l'11 agosto (Getty Images), https://www.ilpost.it
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