Dopo dieci anni, i reati denunciati nel nostro Paese sono tornati a salire. È quanto emerge dalla Classifica sui Tassi di Criminalità pubblicata da Sole 24 Ore, basata sui dati diramati dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno in riferimento al 2023. L’anno scorso, in Italia, sono infatti state registrate in tutto 2,34 milioni di denunce di reato, per una media di oltre 6mila episodi ogni 100mila abitanti. Maglie nere della speciale classifica sono sicuramente le città di Milano e Roma, nei cui municipi viene attestato complessivamente il 15% dei reati. A questo proposito, occorre però considerare che, nelle due metropoli, vive circa il 13% della popolazione italiana, e che si tratta di mete estremamente ambite per numero di visitatori annuali.
Il capoluogo lombardo si è confermato il centro con il maggior numero di reati denunciati nel 2023. Si contano, infatti, più di 230mila denunce totali, con 7.093 segnalazioni ogni 100mila abitanti. Milano rimane da anni in testa alla Classifica sui Tassi di Criminalità, ma quest’anno le denunce risultano in crescita del 4,9% rispetto alla fase pre-pandemica, con picchi di furti e rapine. La città meneghina è inoltre terza per violenze sessuali e quinta per reati legati alle sostanze stupefacenti. Al secondo posto c’è Roma, con 6.071 segnalazioni ogni 100mila abitanti, che vede un aumento dei furti (registrato un +17% su base annua e raggiunto il secondo posto in classifica per questo tipo di reato, con 3.465 denunce ogni 100mila abitanti) e delle rapine (+24%), confermando anche l’alto numero dei reati collegati agli stupefacenti e delle estorsioni. Sul gradino più basso del podio c’è Firenze, con una media di 6.053 denunce ogni 100mila abitanti, prima per numero di rapine, cresciute addirittura del 56% rispetto al 2022. Il capoluogo toscano si distingue anche per l’alto numero di furti, truffe e frodi informatiche, reati legati alle droghe e danneggiamenti. Tra le province con la più elevata incidenza di denunce depositate nel comune capoluogo rispetto all’area extra urbana figurano Trieste (87%), Prato (83%), Genova (81%) e Roma (80%).
Osservando la lista delle città più pericolose delineata dal report, troviamo poi che la quarta posizione è occupata da Rimini, seguita a ruota da Torino, Bologna, Prato, Imperia, Venezia e Livorno, che chiude la top ten. Tra le poche novità rispetto alle scorse annate, c’è l’uscita di Napoli dalla lista delle prime 10: la città partenopea scivola alla 12esima posizione, lasciando il nono posto a Venezia. Oltre a Milano, tra i grandi centri urbani che fanno segnare un forte incremento rispetto ai numeri del 2019, ci sono Roma (+ 16,7% dei reati denunciati) e Torino (+ 7,6%). In controtendenza rispetto alle città più grosse, a rivelarsi – almeno secondo il rapporto – come i centri più sicuri dello Stivale sono Oristano, Potenza e Treviso, che si posizionano in fondo alla classifica. A ogni modo, gli esperti sono concordi nel ritenere che i dati non possano configurare alcun allarme sociale. Infatti, se si considera la serie storica degli ultimi tre decenni – mettendo da parte, per ovvi motivi, gli anni della pandemia – si nota che, dopo il picco più basso di denunce registratosi nel 2019, i valori si stanno riposizionando sui livelli della fase 2016-2018. Che erano, comunque, estremamente più positivi rispetto a quelli di dieci o venti anni fa.
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