Travolta da centinaia di cause pendenti dovute a presunti effetti cancerogeni del talco usato nei suoi articoli, Avon Products ha dichiarato bancarotta. Il colosso della cosmetica e le entità a esso affiliate hanno infatti ufficialmente presentato istanza di protezione dal fallimento ai sensi del Chapter 11 presso il Tribunale fallimentare degli USA per il Distretto del Delaware. Lo ha reso noto all’interno di un comunicato la stessa società, che ha l’obiettivo di liberarsi di più di 1 miliardo di dollari di debiti, di cui 78 milioni pesi in cause legali in cui è accusata di aver utilizzato talco cancerogeno, dovuto alla sospetta presenza di amianto, all’interno di alcuni suoi prodotti. Uno scandalo che, negli ultimi anni, ha investito anche la multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson, che ha recentemente raggiunto un accordo di 6,5 miliardi di dollari per risarcire le vittime di decine di migliaia di cause civili presentate contro l’azienda.
Il talco viene utilizzato in vari cosmetici, tra cui ciprie, polveri per bambini e prodotti per la cura personale. L’accusa principale mossa nei confronti di Avon Products è che il talco impiegato fosse contaminato da amianto, agente cancerogeno che può causare gravi malattie, tra cui il mesotelioma e il cancro ovarico. L’azienda, che aveva già impiegato 225 milioni di dollari (204 milioni di euro) nella difesa contro queste azioni legali, ha dichiarato di non disporre dei fondi necessari per affrontare o risolvere i 386 procedimenti individuali che la vedono alla sbarra. Dopo aver distribuito i primi risarcimenti nel lontano 2010, Avon si è trovata nel 2022 a dover versare 46 milioni di dollari in indennizzi e multe. Solo un mese fa, la compagnia ha affrontato un altro verdetto che la obbliga a pagare ben 24,5 miliardi di dollari. La goccia che ha fatto traboccare il vaso per la società, che ha deciso di mettere fine alla sua lunghissima storia, iniziata a New York nel lontano 1886, pur continuando a negare ogni addebito. In seguito all’avvio della procedura di fallimento, la società brasiliana Natura & Co, che ha acquistato Avon nel 2020 (con l’esclusione degli USA), ha proposto di rilevare le attività dell’azienda per 125 milioni di dollari ove non pervenissero migliori offerte. Nell’ambito della proposta, la compagnia brasiliana prevede di cancellare 530 milioni di dollari (481 milioni di euro) di debiti e di fornire ulteriori 43 milioni di dollari (39 milioni di euro) per sostenere la procedura fallimentare.
C’è un’altra importante società che in questi anni è impegnata a difendersi nella cornice di numerose cause legali che la vedono accusata di aver utilizzato talco cancerogeno nei suoi prodotti. Si tratta del colosso farmaceutico Johnson & Johnson, che a giugno ha accettato di pagare 700 milioni di dollari per risolvere le accuse di aver ingannato i clienti sulla sicurezza dei suoi prodotti ed aver nascosto che in quelli a base di talco fossero presenti tracce di amianto. Quella attuata dalla multinazionale è una strategia per chiudere il caso senza essere costretta ad ammettere alcun illecito, ma di fatto equivale a un’ammissione. Già lo scorso maggio Johnson & Johnson aveva annunciato il pagamento di 6,5 miliardi di dollari per risolvere allo stesso modo le cause legali intentate negli Stati Uniti da donne che accusavano di essersi ammalate di cancro alle ovaie a causa all’uso di prodotti a base di talco. La controversia era stata aperta da 42 stati USA e da Washington DC. A fronte delle oltre 50mila richieste di risarcimento presentate contro la società, il piano di Johnson & Johnson prevede questo pagamento nell’arco di 25 anni al fine di risolvere il 99,75% del totale delle cause legali, mentre i restanti contenziosi saranno affrontati al di fuori del piano.
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