C'è da specificare che lo spirito della lotta sarda non è contro l'utilizzo delle fonti rinnovabili in sé, ma è fondato sulla necessità che la sacrosanta transizione energetica non venga pagata, per l'ennesima volta, sulla pelle dei cittadini e del popolo sardo. Il punto è che l'Isola è stata scelta come vero e proprio "hub di sperimentazione' per quello che da più parti è ritenuto un vero e proprio 'assalto eolico' e una nuova 'colonizzazione energetica'(2).
La lotta sarda dovrebbe essere inserita in un più ampio contesto di scetticismo e resistenza ai progetti globali di speculazione energetica e, a tal riguardo, è utile segnalare un interesse sul tema anche dall'Università di Cambridge(3). Entrando nei dettagli, come riportato su alcuni media sardi, alcuni mesi fa il Cambridge Indigenous Studies Discussion Group ha affrontato il tema e lo ha messo in relazione con altre lotte di popoli e/o territori indigeni contro l'assalto eolico(4).
In una conferenza del 22 maggio 2024, alcuni studiosi hanno affrontato i casi della lotta sarda, così come quella degli Zapotechi in Messico o dei Saami in Svezia e Norvegia. La conferenza, intitolata "Contested land – conflicts over renewable energy projects on indigenous lands", è stata introdotta dall'archeologa di origine sarda Sara Corona Demurtas e ha visto la partecipazione dell'antropologo sociale di origine Zapoteca Andrea G. Manzo Matus, del responsabile diritti umani del Consiglio Saami Eirik Larsen – Lásse Ivvár Erke e per la Sardegna dell'ingegnere meccanico e membro del Comitato 'Su Entu Nostru' Antonio Muscas e di Matteo Mandis, vicesindaco di Villanovaforru(5).
NOTE
(1) https://www.informazioneconsapevole.com/2024/08/proposta-di-legge-di-iniziativa.html
(2) https://www.informazioneconsapevole.com/2023/07/la-sardegna-verso-una-nuova.html
(3) https://www.heritage.arch.cam.ac.uk/events/indigenous-studies-dg
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