Sardegna, perché la lotta contro la speculazione energetica è specialmente di natura politica

Le mobilitazioni contro la speculazione energetica che stanno interessando la Sardegna sono viste aventi perlopiù motivazioni ambientali, economiche e paesaggistiche. I critici, specialmente quelli di certa sinistra italiana o delle frange "tecnocratiche", vedono nella lotta sarda una presa di posizione "anacronistica", "Nimby" o una "crociata contro le rinnovabili" in sé(1).

Ma la questione non sta esattamente così e, pur tenendo conto dei tanti interessi e posizioni presenti nel 'movimento', bisogna riconoscere che la battaglia sarda è o dovrebbe essere principalmente di natura politica e, se vogliamo, geopolitica(2). Il problema non sono le rinnovabili in sé ma il fatto che la Sardegna sia ancora una volta il "laboratorio", per ora alquanto deregolamentato, per una nuova "trasformazione economica" voluta dall'alto e che è guidata da interessi di cui non è provata l'esatta convergenza con quelli del territorio, del popolo e dei cittadini sardi.

Si tratta di rapporti di forza e interessi diversi se non contrastanti: le istanze, i diritti e le esigenze della Sardegna e di popolo e cittadini sardi con le esigenze e gli interessi del sistema socio-politico italiano e di alcune potenti corporations del settore rinnovabile, o dei "signori del vento" come vengono chiamati da qualcuno. Al di là della mera questione "tecnicistica", ben venga la presa di posizione e l'attivismo teso a far sentire la voce sempre più 'marginale' e silenziata della Sardegna e dei suoi cittadini e che sia chiaro il fatto che l'Isola vuole fare la sua parte nel processo di 'transizione ecologica' e, allo stesso tempo, vorrebbe però che ciò possa avvenire con il rispetto del suo contesto e dei suoi bisogni.

NOTE

(1) https://www.informazioneconsapevole.com/2024/08/speculazione-energetica-lattacco-di.html

(2) https://www.informazioneconsapevole.com/2024/08/sardegna-non-solo-speculazione.html