Sorpresa: le sanzioni alla Russia accelerano la de-dollarizzazione. Parola del Fmi

ago 31, 2024 0 comments


Di Giuseppe Gagliano

Le riserve di attività denominate in dollari da parte delle banche centrali hanno raggiunto un minimo storico a causa dei tentativi di Washington di escludere la Russia, ricca di risorse, dal sistema finanziario globale basato sul dollaro.

Questa situazione ha portato i paesi in via di sviluppo a cercare rifugio nell’oro, considerato un bene il cui valore e convertibilità non sono legati alle decisioni di nessuna nazione specifica, riducendo così il rischio di essere utilizzato come arma economica.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le riserve valutarie in dollari e titoli del Tesoro statunitense sono scese al 58,9% nel 2024, rispetto al 70% di due decenni fa. Una recente indagine del World Gold Council ha rivelato che l’acquisto di oro da parte delle banche centrali ha superato le 1.037 tonnellate nel 2023, il secondo livello più alto di sempre, con la Cina in testa per gli acquisti, seguita dall’India che ha incrementato rapidamente le proprie riserve auree. Questi paesi stanno diversificando le loro riserve allontanandosi dal dollaro e abbracciando l’oro come una “moneta senza stato”, non controllata da alcun governo e quindi non soggetta alle stesse pressioni politiche delle valute tradizionali.

Gli Stati Uniti hanno utilizzato il dollaro come strumento di politica estera, imponendo sanzioni e limitando l’accesso al sistema finanziario globale ai paesi considerati ostili, come dimostrato dalle sanzioni contro la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Questo comportamento ha spinto molte economie emergenti a accumulare oro per proteggersi, riflettendo una frammentazione globale nei mercati delle valute.

Paesi come la Cina hanno significativamente ridotto i loro attivi in dollari, spostando l’attenzione verso l’oro per minimizzare la vulnerabilità economica. L’oro è percepito come un asset sicuro, esente da rischio di controparte, il che significa che il suo valore non dipende da obbligazioni contrattuali con altre parti.

La crescente preferenza per l’oro indica una risposta strategica alla politica statunitense di utilizzo del dollaro come arma economica, con paesi che cercano di ridurre la loro dipendenza dalla valuta americana per evitare potenziali sanzioni e instabilità economiche.

La tendenza verso la dedollarizzazione solleva preoccupazioni sulla stabilità del dollaro come valuta di riserva globale e sulle implicazioni per l’economia statunitense, che potrebbe dover affrontare un collasso significativo in caso di iperinflazione. Il passaggio delle nazioni verso l’uso di sistemi di pagamento alternativi, come quelli proposti dai BRICS, potrebbe minare ulteriormente il dominio del dollaro e costringere gli Stati Uniti a rivedere la propria strategia economica globale. In sintesi, l’aumento delle riserve auree riflette un cambiamento nelle dinamiche geoeconomiche mondiali, con un numero crescente di paesi che si muove verso una maggiore autonomia economica e una riduzione dell’influenza del dollaro, cercando stabilità in un contesto di crescente incertezza economica globale.

FONTE: https://it.insideover.com/economia/sorpresa-le-sanzioni-alla-russia-accelerano-la-de-dollarizzazione-parola-del-fmi.html

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