I giganti della Silicon Valley stanno sostenendo l’operazione militare di Israele a Gaza. In che modo? Secondo quanto rivelato da un’inchiesta giornalistica di +972 Magazine e Local Call, il 10 luglio scorso, durante una conferenza a Rishon Lezion, il colonnello Racheli Dembinsky, capo dell’Unità di gestione dati dell’IDF, ha rivelato che l’esercito utilizza servizi di cloud computing e intelligenza artificiale forniti dalle Big Tech della Silicon Valley come Amazon, Google e Microsoft nella sua campagna militare nella Striscia di Gaza. Inizialmente, secondo quanto emerso, l’unità di Dembinsky impiegava un cloud interno, ma dal 7 ottobre 2023 in poi, i sistemi militari si sono sovraccaricati, spingendo l’esercito israeliano a ricorrere ai servizi cloud forniti da aziende come Amazon e Google. È la prima volta che l’esercito israeliano ammette pubblicamente di impiegare tali tecnologie fornite dalle Big Tech statunitensi.
Israele si affida alle Big Tech Usa
Il colonnello Dembinsky ha spiegato che i servizi cloud messi a disposizione dalle grandi aziende tecnologiche hanno permesso all’esercito di acquistare capacità di archiviazione con un semplice clic. Inoltre, il principale vantaggio offerto dalle aziende che forniscono tali servizi, ha detto Dembinsky, è stato l’accesso a capacità avanzate di intelligenza artificiale. Ha sottolineato che la vasta gamma di servizi, big data e AI forniti da queste aziende era ormai indispensabile per i sistemi militari, migliorando notevolmente l’efficacia operativa dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo quanto rivelato da un’indagine di +972 Magazine e Local Call, l’IDF ha memorizzato informazioni di intelligence raccolte attraverso la sorveglianza di massa della popolazione di Gaza su server gestiti da Amazon Web Services.
Secondo tre fonti di intelligence citate dall’inchiesta giornalistica di +972 Magazine e Local Call, la collaborazione dell’esercito israeliano con Amazon Web Services (AWS) è particolarmente stretta: il colosso del cloud fornisce alla Direzione dell’Intelligence Militare israeliana una schiera di server utilizzata per archiviare enormi quantità di informazioni di intelligence che supportano le operazioni militari. Diverse fonti confermano che la capacità esponenziale del sistema cloud pubblico di AWS permette all’esercito di disporre di uno “spazio di archiviazione illimitato” per raccogliere dati su quasi “tutti” a Gaza.
Sorveglianza di massa a Gaza (con tecnologia Usa)
Neve Gordon, professore di Diritto Internazionale e Diritti Umani alla Queen Mary University di Londra, e presidente del Comitato per la Libertà Accademica della British Society of Middle East Studies, ha denunciato su DemocracyNow il “massiccio apparato di sorveglianza” imposto da Israele ai palestinesi nella Striscia di Gaza e della Cisgiordania ben prima il 7 ottobre. Ha spiegato che l’uso di tecnologie come l’intelligenza artificiale per colpire obiettivi ha un alto tasso di errore. Come sottolinea il docente, Israele usa l’intelligenza artificiale per identificare operativi di Hamas o altri combattenti palestinesi. “Il problema nelle precedenti operazioni militari era identificare i bersagli, un processo che poteva richiedere giorni o settimane agli ufficiali di intelligence” afferma. Ora, con l’AI, “la macchina può produrre rapidamente migliaia di obiettivi umani. Tuttavia, anche Israele ammette che il sistema ha un margine di errore del 10%, che è stato ignorato, continuando ad utilizzare questi algoritmi per colpire persone a Gaza”.
Il riconoscimento facciale
Israele impiega anche tecnologie di riconoscimento facciale per individuare i sospetti terroristi. Ma non sempre questa tecnologia si rivela affidabile al 100% e il margine di errore è elevato. Il che porta a continue violazioni dei diritti umani. Come racconta un’inchiesta del New York Times, il 19 novembre 2023, il poeta palestinese Mosab Abu Toha è stato fermato dalle forze israeliane mentre cercava di attraversare un checkpoint con suo figlio. Dopo essere stato identificato tramite una tecnologia di riconoscimento facciale, è stato bendato e portato via per un interrogatorio. La tecnologia utilizzata, che appartiene a un programma sperimentale iniziato alla fine dell’anno precedente, è stata sviluppata per identificare persone sospettate di avere legami con Hamas. Nonostante Abu Toha abbia affermato di non avere legami con Hamas, è stato trattenuto e interrogato per due giorni, poi rilasciato senza spiegazioni.
Questo programma di riconoscimento facciale, che utilizza la tecnologia di Corsight e Google Photos, consente a Israele di sorvegliare massicciamente la popolazione di Gaza. Abu Toha, ora in Egitto con la famiglia, ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’esistenza di tale tecnologia, ma ha sottolineato come Israele abbia monitorato i palestinesi da anni attraverso droni e altri mezzi di sorveglianza.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://it.insideover.com/tecnologia/amazon-google-e-microsoft-cloud-e-intelligenza-artificiale-per-la-guerra-di-israele.html
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