Di Pasqualino Trubia
Erano pronti a uccidere. Pronti a tutto i banditi del commando armato che, come un esercito in guerra, ha assaltato il caveau della Mondialpol, alla periferia di Sassari. Una notte che non dimenticheremo, in cui il coraggio si è scontrato con la ferocia, e la paura ha vestito i panni del coraggio. La scena è da film, ma il terrore è reale. Almeno dieci malviventi, armati di kalashnikov, vestiti con mimetiche e giubbotti antiproiettile, hanno accostato un escavatore al muro di recinzione della sede Mondialpol di Caniga.
Il braccio meccanico ha sfondato il muro dell'edificio con la forza di un gigante inarrestabile. Nello stesso istante, come un'onda che travolge tutto, altri banditi hanno scavalcato la recinzione con una scala, penetrando nella sede dove hanno prelevato diversi sacchi di denaro. Soldi che scorrevano come acqua tra le mani dei rapinatori, portati fuori con la benna dell’escavatore e caricati su un furgone Fiat Ducato bianco, la loro via di fuga verso l'ignoto, verso Cagliari. La violenza è stata la loro lingua, i proiettili la loro voce. Non hanno esitato a sparare contro le guardie giurate, cercando di intimidirle, di spezzarne la resistenza. Una di loro, chiusa nella garitta di sorveglianza, si è salvata grazie ai vetri antiproiettile. Ma la furia del commando non si è fermata. Quando un’auto dei carabinieri ha raggiunto la sede Mondialpol, i banditi l’hanno crivellata di colpi, sparando ad altezza uomo, contro il motore, cercando di fermare chi osava opporsi a loro.
I due carabinieri si sono salvati per un miracolo, grazie a un parabrezza che ha retto all’impatto dei proiettili. Questa azione non era improvvisata, ma coordinata con la precisione di un’operazione militare. Mentre alcuni entravano nel caveau, altri bloccavano le principali vie di accesso, incendiando auto, cospargendo l'asfalto di chiodi, creando un caos che intrappolava la città in un incubo di fuoco e metallo. Il traffico bloccato, le forze dell'ordine ostacolate. L’intera zona del nord Sardegna è stata messa sotto assedio, con posti di blocco sulle strade principali e l’elicottero dei carabinieri che ha sorvolato Sassari per tutta la notte, cercando invano le ombre fuggitive del commando.
Il bottino è ancora un mistero. I soldi rubati erano destinati al pagamento delle pensioni della prossima settimana. Una beffa amara per chi attendeva quei soldi come una boccata d’ossigeno. È la terza volta che il caveau della Mondialpol di Caniga viene assaltato con la stessa ferocia. Nel 2018, i rapinatori si erano impossessati di 10 milioni di euro. La città è ancora scossa, il cielo sopra Sassari sembra più scuro. Un tardo pomeriggio che rimarrà impressa nella memoria di tutti. Un’altra pagina di violenza, scritta con il sangue e la paura. Una serata in cui il coraggio ha incontrato la brutalità, e la vita ha mostrato ancora una volta il suo volto più crudele.
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