Di Simone Arbus e Pasqualino Trubia
La Sardegna sta per essere messa in ginocchio da un nuovo decreto attuativo delle aree idonee che, sotto le spoglie di un piano energetico, nasconde un vero e proprio atto di ostilità contro l’isola. Questo decreto, infatti, rappresenta una minaccia diretta alla sovranità regionale, puntando a cancellare il "governo del territorio" da parte della Regione e lasciando campo libero alle lobby dell’eolico e del fotovoltaico.
In questo contesto, le disposizioni per la tutela archeologica e della civiltà nuragica sono un chiaro esempio dell’indifferenza e della prepotenza con cui si intende procedere. È evidente che, se la Regione Sardegna darà il via a questo provvedimento, si ritroverà schiacciata da un’invasione speculativa senza precedenti, soccombendo alle pressioni dei potenti gruppi economici del sole e del vento. Il decreto arriva addirittura a minacciare il commissariamento immediato delle aree in caso di mancato rispetto delle nuove normative, un’azione che trasformerebbe l’autonomia regionale in una farsa, con lo Stato centrale pronto a governare la Sardegna come una colonia.
È inaccettabile che, sotto il pretesto della sostenibilità energetica, si nasconda un piano che mira a depredare il territorio sardo delle sue risorse e della sua autonomia. La Regione Sardegna deve rispondere con fermezza, intervenendo con una normativa urbanistica basata sulle competenze sancite dallo Statuto Speciale. È necessario bloccare senza mezzi termini questa speculazione composta da lobby e faccendieri di ogni genere, che vedono nell’isola solo una fonte di profitto da sfruttare senza scrupoli. Non possiamo permettere che le decisioni sul nostro territorio vengano prese da chi non ha alcun legame con la nostra terra, da chi non comprende e non rispetta la nostra storia e la nostra cultura. È un dovere della Regione difendere i diritti e l’identità della Sardegna, preservando il nostro patrimonio naturale e culturale dagli assalti di chi vorrebbe ridurci a una mera piattaforma energetica. È tempo di alzare la voce e di dire basta. Basta ai giochi di potere che minacciano la nostra autonomia. Basta alle lobby che cercano di arricchirsi a spese del nostro territorio. La Sardegna deve restare padrona del proprio destino, difendendo con tutte le forze la sua identità e la sua sovranità.
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