All’interno di un’antica piramide Maya situata in Guatemala, un team di archeologi ha scoperto i resti di almeno quattro adulti che probabilmente appartenevano ad una famiglia reale e che, secondo i ricercatori, sono stati appositamente incendiati pubblicamente per commemorare l’inizio di nuove forme politiche nella regione. A provarlo vi sarebbero le migliaia di ornamenti, mosaici e armi rinvenute e la collocazione all’interno di una camera piramidale “insolita per i reali”, oltre che alle datazioni al radiocarbonio. Secondo l’ipotesi degli scienziati quindi, un nuovo leader che si è consolidato durante un periodo di trasformazione sociale avrebbe cerimoniato così la sua ascesa, nonostante i corpi usati appartenessero a individui già deceduti da decenni, o forse un secolo. I risultati della ricerca sono stati inseriti in uno studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista Antiquity e, secondo i ricercatori, evidenziano il fatto che «le società Maya non finirono quando i loro sistemi politici cambiarono».
Si tratta di studi durati quasi due anni: gli scienziati hanno trovato i resti nel 2022 sotto un miscuglio di materiale di costruzione situato sul fondo di una stanza allocata sotto un tempio. Le ossa bruciate e gli ornamenti – quasi 1.500 frammenti di pendenti, perline, placche e mosaici in pietra verde, decine di oggetti realizzati in ossidiana e più di 10.000 perle di conchiglie marine – si trovavano sepolti da 1,5 metri di grandi blocchi di pietra tipicamente utilizzati per la costruzione di facciate i quali, secondo la professoressa associata di antropologia all’Università di Montreal Christina T. Halperin, costituirebbero una “disposizione inaspettata” per una famiglia reale. La professoressa ha spiegato che generalmente ci si dovrebbe aspettare una conservazione in spazi accessibili e dove i visitatori potevano lasciare doni e offerte. La camera rinvenuta, invece, «non ha tutti i segni rivelatori di ciò che normalmente si avrebbe per una sepoltura reale. L’hanno semplicemente scaricato in questo punto. E poi ci hanno gettato sopra tutto il materiale di riempimento». L’analisi delle ossa ha mostrato che i resti sono stati bruciati ad una temperatura di oltre 800°C mentre la datazione al radiocarbonio ha mostrato che l’atto risalirebbe tra il 773 e l’881 e che gli individui – di cui almeno tre maschi di cui due tra i 21 e i 35 anni e uno tra i 40 ed i 60 anni – erano morte decenni prima, se non addirittura un secolo prima.
I ricercatori hanno spiegato che, proprio all’inizio del XI secolo, alcuni documenti Maya scolpiti descrivono le gesta di un nuovo sovrano chiamato Papmalil, il quale potrebbe aver avuto origine straniera e potrebbe risalire da popoli Maya di un’altra regione. Il suo nome, a differenza dei reali che lo avrebbero preceduto, era associato ai leader militari e si inserisce in un contesto di cambiamenti nelle alleanze politiche, smantellamento di vecchi monumenti d’élite e creazione di nuovi edifici pubblici, che renderebbero quindi l’ipotesi di un incendio cerimoniale delle ossa dei sovrani precedenti tutt’altro che infondata. Non è chiaro con precisione dove abbia avuto luogo l’incendio, anche se non sembra che sia avvenuto dove sono stati ritrovati i resti data l’assenza di danni. Inoltre, secondo gli scienziati, il fatto che le ossa siano state depositate in un edificio cerimoniale situato in una delle principali piazze pubbliche di Ucanal suggerisce che la popolazione locale probabilmente fosse a conoscenza degli eventi legati alla rimozione dei contenuti di una tomba reale e al loro successivo incendio.
«Potrebbe essere stato bruciato nella loro stessa tomba originale, avrebbe potuto essere bruciato in uno spazio pubblico. Ma ovunque i resti fossero bruciati, un incendio di quella portata non sarebbe passato inosservato. È stato un incendio così straordinario che doveva essere noto al grande pubblico», ha aggiunto Halperin. «Sappiamo così poco della politica che si sta verificando in questo periodo, quindi è un evento importante che ci aiuta a riconoscere una transizione politica. Sottolinea davvero che sì, le dinastie politiche sono crollate. Ma c’è anche un rinnovamento e una rielaborazione di una società in diverse aree del mondo Maya». Questa enigmatica collezione di ossa bruciate e manufatti reali, gettati in una camera e ricoperti dal riempimento di un edificio, «è ben chiarito dai collegamenti rituali con pratiche conosciute dai geroglifici Maya e dall’avvento di una persona straniera, anche se esaltata, nei documenti storici. Scavi più ampi a Ucanal potrebbero rivelare altre increspature in questo cambiamento di dinastie, forse sotto forma di edifici bruciati o rapidi cambiamenti nei manufatti», ha commentato Stephen Houston, professore di antropologia, storia dell’arte e dell’architettura alla Brown University di Providence nel Rhode Island, concludendo che «ciò aiuta a sottolineare il fatto che le società Maya non finirono quando i loro sistemi politici cambiarono».
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