Gli 007 italiani e israeliani naufragati nel Lago Maggiore erano in “delicata missione” congiunta

mar 26, 2024 0 comments


Di Michele Manfrin

Gli agenti italiani e israeliani che si trovavano a bordo della nave Gooduria, affondata nel Lago Maggiore nel maggio 2023, non erano in gita e non facevano feste di compleanno, come inizialmente dichiarato, ma stavano svolgendo una “delicata attività operativa”: a darne la conferma è lo stesso Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza (DIS). In occasione della Giornata della Memoria 2024, nella quale vengono ricordati gli agenti dei servizi segreti caduti, il DIS ha infatti pubblicato le biografie di Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, entrambi agenti deceduti nell’incidente. Le due biografie si concludono nello stesso modo, riportando che i due sono morti “nelle acque del Lago Maggiore il 28 maggio 2023, nel corso dello svolgimento di una delicata attività operativa con Servizi Collegati Esteri”. Resta un mistero quale fosse la natura dell’operazione nella quale erano coinvolti.

A quasi un anno di distanza dall’incidente che coinvolse membri dei servizi segreti italiani e  israeliani, in cui morirono 4 persone, il Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza (DIS) ha quindi confermato i molti sospetti che erano venuti a mente. Quel giorno, il 28 maggio 2023, a bordo della nave Gooduria, sul Lago Maggiore, non era in corso una gita fuori porta o un compleanno, come inizialmente dato in pasto all’opinione pubblica: era in corso una missione operativa congiunta che ha coinvolto i servizi segreti italiani e quelli israeliani. Nell’incidente, oltre agli agenti italiani Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, persero la vita anche Erez Shimoni, agente dei servizi segreti israeliani, il Mossad, e Anya Bozhkova, moglie dello skipper Claudio Carminati. Quest’ultimo, indagato, è ritenuto essere un “prezioso e fidato contatto dei Servizi segreti per la logistica”.

Lo scorso 18 marzo è stata depositata la perizia disposta dalla Procura di Busto Arsizio per accertare le cause del naufragio dell’imbarcazione Gooduria. Nel documento il perito spiega che Carminati sottovalutò l’allerta meteo che segnalava il maltempo. Viene anche scritto che egli, in precedenza, aveva apportato modifiche “casalinghe” sulla barca senza mai registrarle. Un terzo fattore che avrebbe favorito il naufragio sarebbe legato al numero dei passeggeri a bordo del Gooduria: 23 invece dei 15 previsti. Qui sorgono alcune domande. Può una persona fidata dei servizi segreti, che collabora con loro nella logistica, essere così sprovveduta da sottovalutare un pericolo meteorologico così forte da poter rovesciare un’imbarcazione? Sempre con la stessa premessa, può questa persona, così come tutti i presenti dei servizi segreti, essere così superficiale da far salire a bordo di un’imbarcazione 8 persone in più rispetto alla sua capienza? Perché non utilizzare un’imbarcazione più grande?

Il “fuggi fuggi” del giorno seguente all’incidente, con gli agenti israeliani evacuati di tutta fretta con un volo speciale arrivato da Israele, facendo scomparire le tracce della loro presenza in ospedale così come nelle case affittate nel periodo, ha fatto sì che non si sappia niente sull’accaduto e su chi fossero le persone a bordo e quali spostamenti o contatti avessero avuto in quei giorni. Stessa cosa vale per il resto degli agenti italiani coinvolti. Nessuno può realmente determinare quanti fossero gli agenti italiani e quanti quelli israeliani, così come nessuno può veramente confermare che non vi fossero agenti di altri servizi segreti, oltre quelli del Mossad.

Per quanto concerne la missione che stavano svolgendo, all’epoca si era ipotizzato potesse essere legata agli investimenti russi, vista la presenza nella zona di diversi hotel 7 stelle in costruzione, che riescono ad aggirare le sanzioni imposte a Mosca tramite l’utilizzo di prestanome e conti corrente con sede in Svizzera. Un’altra ipotesi era che gli 007 israeliani avessero interesse a controllare i movimenti di imprenditori italiani e iraniani presenti attorno al Lago e sospettati di intrattenere rapporti commerciali in ambito militare. Entrambe le ipotesi hanno in comune il fatto che la zona del Lago Maggiore fosse quindi designata come luogo target, escludendo l’eventualità che in realtà fosse solo la fase iniziale di una missione operativa che si sarebbe poi sviluppata e svolta altrove, in Italia come all’estero. Niente può essere escluso viste le poche informazioni che si hanno sullo svolgersi degli eventi prima, durante e dopo l’incidente, così come riguardo le identità degli altri passeggeri dell’imbarcazione.

Quel che di nuovo possiamo aggiungere al quadro dell’evento, viene dalle stesse parole del DIS nel commemorare gli agenti scomparsi. Di Claudio Alonzi viene detto che è stato costantemente impiegato in complesse missioni di ricerca, anche in ambito internazionale. Di Tiziana Barnobi, vista la sua approfondita conoscenza delle lingue veicolari e delle sue capacità relazionali, viene detto che è stata operativa in delicate e complesse missioni di ricerca informativa. Niente di più.

Insomma, la vicenda rimane avvolta nel mistero, sebbene adesso possiamo dire con certezza che i dubbi sorti all’epoca dell’incidente erano più che fondati e che quel giorno non erano in corso feste di compleanno bensì una missione congiunta di servizi segreti che sicuramente ha avuto una partecipazione italiana e israeliana. Sull’obiettivo della missione e sull’identità del resto delle persone a bordo dell’imbarcazione rimane il segreto.

FONTE: https://www.lindipendente.online/2024/03/26/gli-007-italiani-e-israeliani-naufragati-nel-lago-maggiore-erano-in-delicata-missione-congiunta/

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