Nel video, che dura circa nove minuti, Navalnaya dice che non dovrebbe essere lei a parlare: «Qualcun altro dovrebbe essere al mio posto, ma quella persona è stata uccisa da Vladimir Putin», afferma. «Uccidendo Alexei, Putin ha ucciso metà di me, metà del mio cuore e della mia anima. Ma ho ancora la parte restante, e mi dice che non ho il diritto di arrendermi».
«La cosa più importante che possiamo fare per Alexei e per noi stessi è continuare a lottare», dice Navalnaya. «Continuerò il lavoro di Alexei Navalny. Continuerò a lottare per il nostro paese, e vi chiedo di stare al mio fianco». Navalnaya non ha specificato se farà opposizione dalla Russia o dall’estero, dove negli ultimi anni si sono rifugiati diversi oppositori di Putin, perdendo però gran parte della loro influenza nel paese. Tra questi ci sono il campione di scacchi Garry Kasparov, che vive negli Stati Uniti, o l’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky, che vive a Londra dopo aver trascorso quasi dieci anni in prigione.
Navalny è morto venerdì 16 febbraio mentre era detenuto nel carcere di massima sicurezza IK-3 nella città di Kharp, a quasi 2.000 chilometri da Mosca e al di sopra del Circolo polare artico: era in carcere da tre anni con accuse ritenute politicamente motivate, ed era stato trasferito in quella prigione a dicembre. Le autorità russe non hanno ancora confermato le cause della morte di Navalny, che aveva 47 anni, ma hanno detto solo che si è «sentito male dopo una passeggiata». Per ora a nessuno tra i suoi familiari e collaboratori è stato permesso di vedere il corpo.
Yulia Navalnaya si sposò con Alexei Navalny nel 2000, e ha sempre sostenuto l’attività politica del marito. Diventò nota anche fuori dalla Russia nel 2020, quando Navalny fu avvelenato con il novichok, un agente nervino usato in passato contro diversi oppositori del regime di Putin. In quell’occasione la moglie, insieme agli avvocati e agli altri collaboratori di Navalny, riuscì a ottenere il trasferimento del marito in un ospedale di Berlino, in Germania, dove l’intera famiglia si stabilì per qualche mese. A gennaio del 2021 Navalny decise di tornare in Russia, consapevole che con tutta probabilità sarebbe stato arrestato.
Negli ultimi anni si era già parlato della possibilità che Navalnaya acquisisse un ruolo più attivo a livello politico: si era espressa pubblicamente più volte, soprattutto nei periodi in cui Navalny era in carcere, ma complessivamente aveva sempre mantenuto un ruolo secondario rispetto a quello del marito.
Venerdì era intervenuta a una conferenza a Monaco di Baviera alla quale era stata invitata. In quel momento la morte di Navalny era stata annunciata, ma non ancora confermata. Nel suo discorso Navalnaya si era quindi rivolta a Putin, dicendo: «Se è vero, voglio che Putin e tutto il suo staff, i suoi amici e il suo governo sappiano che saranno giudicati responsabili per quello che hanno fatto al nostro paese, alla mia famiglia e a mio marito. E quel giorno verrà presto».
FONTE: https://www.ilpost.it/2024/02/19/yulia-navalnaya-annuncio/
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