Di Pasqualino Trubia
Il 31 gennaio, un commando di almeno 10 individui armati di kalashnikov ha messo a segno un colpo spettacolare, rapinando tre portavalori della Vigilpol e portando via un bottino da quattro milioni di euro.
La rapina, avvenuta poco dopo le ore 8, ha visto i malviventi bloccare il traffico sulla statale con chiodi e catene, e fermare i blindati con un camion dei rifiuti messo di traverso sulla carreggiata. La banda ha agito con una violenza brutale: uno dei vigilanti è stato colpito alle gambe, un altro è rimasto gravemente ferito nello scontro con l'autocompattatore, mentre altri due hanno riportato contusioni.
I banditi, dopo aver aperto con seghe circolari due blindati e le relative casseforti, hanno fatto perdere le proprie tracce incendiando diversi mezzi per coprire la fuga. Di fronte a questo atto audace e criminale, la Polizia di Sassari si è immediatamente messa in moto: stamattina all'alba, gli agenti della Squadra mobile, con il supporto di altre sezioni dell'Isola, hanno eseguito una serie di perquisizioni nelle abitazioni di persone sospettate di appartenere al commando. Sulla natura e l'esito di queste operazioni vige per ora il massimo riserbo. Questo episodio rappresenta un grave attacco alla sicurezza e alla tranquillità del territorio.
La ferocia e la precisione dimostrate dal commando sollevano interrogativi inquietanti sull'organizzazione e la pianificazione dell'assalto, che sembra superare la normale criminalità di strada. La comunità sarda, solitamente avvezza a una vita tranquilla e pacifica, si ritrova ora a fare i conti con un'azione criminale di proporzioni enormi, che ha scosso le fondamenta della sicurezza pubblica. Gli sforzi investigativi, in questo frangente, sono più che mai cruciali per garantire che giustizia sia fatta e che il senso di sicurezza possa essere ristabilito.
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