Il mondo in questi giorni era sospeso alla decisione della Corte dell’Aia, chiamata dal Sudafrica a pronunciarsi sulla guerra di Gaza per decidere se si tratta di un vero e proprio genocidio.
Anzitutto, la Corte di Giustizia Internazionale doveva decidere se il caso ricadeva sotto la sua giurisdizione e se l’istanza del Sudafrica potesse essere recepita. In una prima valutazione, a quanto pare non definitiva, tali questioni preliminari sono state risolte in senso positivo.
In secondo luogo, ha ammesso che le sollecitazioni dell’istanza dovevano avere risposta immediata, ammettendo quindi che almeno alcune delle denunce avevano un fondamento. Da qui la richiesta vincolante da parte della Corte a Israele di dimostrare che le dichiarazioni pubbliche riguardanti la guerra, ma soprattutto le sue azioni, militari e di altra natura (ad esempio riguardo gli aiuti), non travalichino i limiti che separano un conflitto militare da un genocidio.
Israele ha tempo un mese per dimostrare alla Corte il rispetto della Convenzione sul genocidio. Di seguito riportiamo, nel dettaglio, il provvedimento della Corte, nel quale, quando si riferisce al “gruppo”, ovviamente intende i palestinesi di Gaza.
Ma prima due annotazioni importanti. La prima è che la Corte non ha chiesto il cessate il fuoco, come sollecitato dal Sudafrica, che ha motivato tale richiesta con la necessità di prevenire ulteriori atti in linea con il genocidio.
Richiesta non accolta, con sospiro di sollievo di Israele, come si annota sul Washington Post, perché sarebbe risuonata nel mondo come una sentenza anticipata di genocidio (la sentenza, semmai arriverà, arriverà tra anni).
Allo stesso tempo, però, chiedendo a Israele di documentare entro un mese i passi intrapresi per prevenire un genocidio, ha dato peso alla denuncia del Sudafrica e che la decisione di chiedere un cessate il fuoco potrebbe essere solo rimandata, se Tel Aviv non riuscirà a convincere la Corte di essere in linea con la Convenzione sul genocidio.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://www.piccolenote.it/mondo/la-corte-dellaia-si-pronuncia-su-gaza
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