È caos in Germania, dove è esplosa la protesta dei coltivatori contro il governo Scholz. Questa mattina, gli agricoltori hanno infatti bloccato decine di autostrade in Meclemburgo-Pomerania Occidentale, paralizzando il traffico lungo le arterie più trafficate del Paese. Nello specifico, i dimostranti protestano contro i tagli dell’esecutivo che hanno colpito lo sconto sul gasolio agricolo e abrogato le esenzioni dei veicoli a uso agricolo dall’imposta sulle auto – su cui l’esecutivo ha già fatto una parziale marcia indietro – nonché contro il Green Deal di Ursula von der Leyen. A supportare attivamente i coltivatori ci sono le aziende di trasporto, in rivolta per l’aumento dei pedaggi per i camion. Si prevede che le proteste si espanderanno su tutto il territorio, includendo blocchi stradali, cortei di trattori e manifestazioni nelle principali città tedesche. In alcuni Länder sarà possibile che si verifichi addirittura l’interruzione della catena dei rifornimenti.
A dare impulso alle iniziative è stata l’Associazione degli agricoltori, che ha chiesto una settimana di proteste, che dovrebbero dunque durare fino a metà gennaio. Gli assembramenti si sono verificati sulle autostrade A4, A13, A14 e A17. Strade e svincoli autostradali sono stati bloccati nel nord-ovest della Bassa Sassonia, nel distretto di Cloppenburg, e in Sassonia, nell’area di Dresda. La situazione è in divenire: un migliaio di trattori parteciperanno a un corteo di protesta a Erfurt, in Turingia, mentre i coltivatori dello Schleswig-Holstein hanno intenzione di approdare ad Amburgo. Lo stesso accadrà a Brema, dove arriveranno agricoltori da tutta la Bassa Sassonia. A Berlino, lunghissime file di trattori, che sono al momento circa 600 – si sono radunate sulla Strada 17 giugno, davanti alla Porta di Brandeburgo, dove sta andando in scena una partecipatissima manifestazione di protesta contro l’esecutivo. “Chiediamo alla cittadinanza di comprendere. Non vogliamo perdere il grande sostegno e la solidarietà che stiamo ricevendo da ampi settori della società”, ha dichiarato a Stern il presidente dell’Associazione tedesca degli agricoltori, Joachim Rukwied. Di rimando, il ministro dell’Economia e della Protezione del clima, Robert Habeck (Verdi), sui social ha fatto riferimento alla presenza di estremisti all’interno della protesta, che sarebbe segnata a suo dire da “fantasie di sovvertimento”.
Il governo tedesco è ora sotto tiro e, a testimoniarlo, sono in particolare due fatti avvenuti lo scorso 4 gennaio. In primis il cancelliere Olaf Scholz è stato duramente contestato e accolto con le grida “traditore del popolo”, “criminale” e “bugiardo” in occasione della visita alla popolazione colpita dal maltempo a Oberröblingen. Poi, in serata, bersaglio delle proteste è stato proprio il ministro Robert Habeck, che stava tornando a Schlüttsiel da una visita privata ad Hallig Hooge a bordo di un traghetto. Un gruppo di circa cento coltivatori aveva cercato di fare irruzione sul mezzo, costretto a invertire la rotta. Da tale episodio, condannato unanimemente dalle varie anime delle istituzioni del Paese, aveva preso le distanze anche l’Associazione degli agricoltori tedesca. La Germania, considerata un simbolo di solidità all’interno dell’Eurozona, sta vivendo una fase di grande instabilità economica, che ovviamente nutre le ambizioni di crescita delle forze estremiste e anti-sistema. Negli scorsi giorni, l’ex deputata post-comunista Sahra Wagenknecht ha annunciato la fondazione di un partito di sinistra radicale, e contestualmente, sull’altro fronte (ma con prospettive di collaborazione), l’ex numero uno dell’intelligence tedesca Hans-Georg Maaßen – membro di spicco dell’associazione “Unione dei Valori”, considerata vicina ad Alternativa per la Germania (AfD) – ha dichiarato di essere intenzionato a costituire un nuovo soggetto politico di rottura.
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