Nel numero di novembre della rivista ‘Il Salvagente’, che si occupa di test di laboratorio contro le truffe ai consumatori, sono stati pubblicati i risultati di un’analisi su 14 campioni di Tè: in 11 è stata riscontrata la presenza di glifosato e altri pesticidi.
Queste le marche analizzate:
- Esselunga Tè nero classico
- Eurospin Lester house Tè classico
- Lidl Lord Nelson Breakfast Tea Ceylon-Assam Tè nero
- Lipton Yellow label Tè nero
- MD Alba Claridge English breakfast
- Pam Tè english breakfast
- Sir Winston Tea English breakfast Tè nero
- Star Tea Classico Tè nero
- Taylors English breakfast Tea Tè nero
- Twinings Earl Grey Tea Classic
- Twinings English breakfast tea
- Alce Nero Tè verde bio
- Conad Tè nero
- Coop Solidal Tè english breakfast bio
I campioni sono stati sottoposti a tre analisi diverse:
- screening sul Mercurio
- prova specifica per individuare la presenza di glifosato
- ulteriore prova per valutare la presenza di eventuali altri pesticidi
I risultati del test hanno mostrato che undici campioni contengono glifosato. Il fatto che si parli di concentrazioni al di sotto dei limiti di legge (2 mg per kg) non è per nulla rassicurante dal momento che già nel 2016 il glifosato è stato classificato come probabile cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e che negli ultimi anni si sono moltiplicate le prove della sua pericolosità per gli esseri umani e l’ambiente.
Da segnalare, in particolare, lo studio coordinato dall’Istituto Ramazzini (Italia) – con la partecipazione di enti di ricerca e scienziati in Europa, Stati Uniti e Sud America – presentato di recente nel corso di una conferenza scientifica internazionale. È un lavoro importante che riporta dati ben precisi sulla cancerogenicità di questa sostanza (è emerso, infatti, che può causare la leucemia anche a basse dosi ritenute sicure dalle autorità di regolamentazione dell’Unione Europea). Inoltre, ci sono altre ricerche che hanno evidenziato effetti di neurotossicità dal momento che l’esposizione al glifosato è stata collegata a disturbi dello spettro autistico (nei bambini esposti fin dall’età prenatale), sclerosi laterale amiotrofica e morbo di Parkinson (negli adulti). Il glifosato sarebbe anche collegato a disturbi endocrini e alterazioni del microbioma senza considerare i rischi che riguardano ecosistemi, insetti impollinatori e fertilità del suolo.
Ciononostante, dopo averlo annunciato il 16 novembre, il 28 novembre scorso la Commissione Europea ha ufficialmente rinnovato l’autorizzazione di questo erbicida per un periodo di altri 10 anni, sostanzialmente a esclusivo vantaggio di chi lo vende e commercializza e senza voler considerare che ci sono soluzioni alternative alla chimica in agricoltura come sostiene, ad esempio, uno studio di Università e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che hanno sperimentato in campo il metodo della veccia, una leguminosa selvatica che, devitalizzata, forma sul terreno un tappeto naturale in grado di soffocare gli infestanti senza bisogno di ricorrere a pesticidi.
Purtroppo, prodotti a base di glifosato sono oggi molto diffusi in tutto il mondo e non c’è da meravigliarsi che tracce di questa sostanza siano state ritrovate anche nel tè; spesso, infatti, le grandi piantagioni vengono trattate con questo pesticida per evitare che le piante siano soffocate dalle erbe infestanti.
La concentrazione massima rilevata nei campioni analizzati da Il Salvagente è di 0,996 mg/kg ed è stata trovata nel Taylor English Breakfast che rappresenta quasi la metà della dose massima consentita per quel prodotto. Altri tè con livelli significativi di glifosato sono risultati quelli di Esselunga (0,883 mg/kg), Pam (0,724 mg/kg) e MD (0,598 mg/kg).
Oltre al glifosato, l’indagine de Il Salvagente ha rilevato anche residui di altri pesticidi alcuni dei quali vietati, come ad esempio l’Alfa_e_Cypermethrins, un insetticida proibito in Europa dal dicembre 2022 che è stato però trovato nel tè MD ed Esselunga (non si sa se a causa di scorte prodotte precedentemente al divieto). Altri pesticidi evidenziati in presenza residuale in alcuni tè, sono il biphenil e il thiamethoxam (nel Taylor English breakfast) e il carbendazim (nel the Pam).
Infine, nel corso delle analisi, è stata considerata anche la presenza di mercurio e, fortunatamente, tutti i campioni esaminati sono risultati non contaminati da questo metallo pesante che è un’ulteriore sostanza tossica per l’uomo.
Chi desidera conoscere i risultati completi del test può visionare il numero di novembre del Il Salvagente scaricabile anche online.
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VB
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