Di Alberto Galvi
Con l’89,6 per cento dei voti, il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi ha ottenuto un terzo mandato. Il secondo classificato Hazem Omar, alla guida del Partito popolare repubblicano, ha ottenuto il 4,5 per cento dei voti. Poi sono arrivati Farid Zahran, leader del Partito socialdemocratico egiziano, e Abdel-Sanad Yamama del Wafd, un partito centenario ma relativamente marginale.
Questa vittoria elettorale assicura ad al-Sisi il suo terzo mandato, secondo la costituzione egiziana, l’ultimo possibile; la presidenza prenderà il via in aprile e durerà sei anni. Al-Sisi è stato riconfermato, nonostante la crisi economica, segnata da un crollo valutario e dai prezzi galoppanti dei beni di prima necessità , e dall’accresciuta tensione regionale innescata dalla guerra tra Israele e Hamas nella vicina Gaza. Al-Sisi ha esteso il mandato presidenziale da quattro a sei anni e ha modificato la costituzione per aumentare il limite dei mandati consecutivi da due a tre anni.L’attuale governo egiziano ha fatto incarcerare decine di migliaia di oppositori politici, mentre lo spazio per il dissenso è stato progressivamente ridotto. L’opposizione, quasi decimata, aveva acquisito un certo slancio quest’anno prima delle elezioni, ma poi l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica è stata distratta dalla guerra di Gaza.
Le elezioni erano inizialmente previste per la primavera del 2024, ma al-Sisi voleva assicurarsi un terzo mandato prima di mettere in atto un’altra svalutazione monetaria ampiamente attesa, che però alimenterà il malcontento pubblico. L’inflazione annuale è al 36,4 per cento, cosa che ha fatto salire i prezzi di alcuni prodotti alimentari di base di settimana in settimana e danneggiando i bilanci delle famiglie. Anche prima dell’attuale crisi economica circa due terzi della popolazione egiziana viveva al di sotto della soglia di povertà .
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