Con le spedizioni in sei paesi africani, hanno preso il via le forniture gratuite di grano della Russia per un totale di 200mila tonnellate. Le navi, dirette in Burkina Faso e Somalia, hanno già lasciato i porti russi, e presto seguiranno ulteriori spedizioni verso Eritrea, Zimbabwe, Mali e Repubblica Centrafricana.
Putin aveva promesso a luglio di fornire grano gratuitamente ai sei paesi, subito dopo il ritiro dall’accordo che permetteva all’Ucraina di spedire grano dai suoi porti del Mar Nero nonostante la guerra. L’accordo, mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia, mirava a contribuire a scongiurare la carestia immettendo più grano, olio di girasole, fertilizzanti e altri prodotti nei mercati mondiali, ma poi l’ulteriore precipitare della crisi lo aveva fatto naufragare.
L’accordo aveva contribuito a frenare la spirale dei prezzi e ad alleviare la crisi alimentare globale, ma non erano state soddisfatte le richieste russe tra le quali l’inclusione della Banca agricola russa di proprietà statale nel sistema di pagamento internazionale SWIFT. Inoltre era stato appurato che buona parte del grano ucraino veniva regolarmente venduto ai paesi europei.
Da quando ha abbandonato l’accordo, la Russia ha ripetutamente bombardato i porti ucraini e gli impianti di stoccaggio del grano, distruggendo centinaia di migliaia di tonnellate di cereali. In risposta al fallimento dell’accordo, l’Ucraina ha fatto transitare il grano via terra, suscitando le ire dei produttori e dei distributori dei paesi dell’Europa orientale a causa del crollo dei prezzi.
Attraverso il corridoio sono state spedite 4,4 milioni di tonnellate di merci, tra cui 3,2 milioni di tonnellate di grano
Per l’Ucraina mantenere il flusso delle esportazioni di cereali è fondamentale per la sua economia, che lo scorso anno si è ridotta di circa un terzo. Quest’anno si prevede una crescita di circa il 5 per cento.
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