Gli accordi e i trattati internazionali che dovrebbero tutelare i minori durante un conflitto armato molto spesso vengono disattesi.
Primo fra tutti la Convenzione dei Diritti del Fanciullo, che l’Italia ha ratificato nel 1991.
Ma non solo questa. Nel 1996, per conoscere i pericoli cui sono soggetti i minori durante i conflitti armati, le Nazioni Unite introdussero la figura del Rappresentante Speciale per i Bambini e i Conflitti Armati. Per anni, le Nazioni Unite hanno raccolto informazioni sulla situazione dei bambini colpiti dalla guerra con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e promuovere la cooperazione internazionale volta a rafforzare la protezione dei minori. Nel 1999, è stata adottata la Prima Risoluzione sui Bambini e i Conflitti armati nella quale venivano condannate le principali violazioni che colpiscono maggiormente i bambini in tempo di guerra.
- Uccisione e mutilazione di bambini;
- Reclutamento o impiego di bambini come soldati;
- Violenza sessuale contro i bambini;
- Sottrazione di minori;
- Attacchi contro scuole o ospedali;
- Negazione dell’accesso umanitario per i bambini.
Con la Risoluzione n. 1612 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stata creata la Children and Armed Conflict e i Meccanismi di Monitoraggio e Rapporto. Una pietra miliare nella protezione dei più piccoli coinvolti in conflitti armati.
Tra i trattati degni di nota in questo contesto, anche la Dichiarazione sulle scuole sicure, sottoscritta finora da 118 Stati, e il Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, ratificato da 170 Stati (tra i quali l’Italia).
Ancora una volta, la realtà è molto diversa: nei giorni scorsi, l’Unicef internazionale ha dichiarato che sono centinaia le scuole coinvolte nelle guerre in atto. Anche l’UNESCO ha dichiarato di essere gravemente preoccupata per l’impatto delle guerre sulle scuole e sugli alunni. Solo in Medioriente, più di mezzo milione di alunni e più di 22.500 insegnanti sono in condizioni di estrema vulnerabilità . Per questo l’UNESCO ha presentato un appello ufficiale nel quale ha chiesto di proteggere gli istituti scolastici, che spesso fungono da rifugio per la popolazione, e ha ricordato che prenderli di mira o utilizzarli per scopi militari costituisce una violazione del diritto internazionale. Un appello che è rimasto inascoltato.
Anche i Principi di Parigi e i Principi di Vancouver sul mantenimento della pace e la prevenzione del reclutamento e dell’impiego di bambini-soldato sono documenti importanti. Ma spesso disattesi.
Norme, trattati e accordi internazionali (spesso diventati leggi nazionali) che dovrebbero garantire la salute e la vita di tutti i minori coinvolti nei conflitti armati in tutto il mondo.
I dati che giungono dai vari fronti dei paesi dove sono in corso delle guerre in corso mostrano una realtà completamente diversa da quella scritta nei trattati e negli accordi internazionali.
Secondo i rapporti, sono centinaia di migliaia i bambini uccisi a causa di guerre in tutto il mondo. A causa della loro vulnerabilità spesso i più piccoli sono i più colpiti durante i conflitti armati. Molti minori diventano “bambini soldato”. Altri sono vittime di sfruttamento. Altri ancora vengono colpiti da bombe scagliate in modo sconsiderato (e spesso di tipi che alcuni paesi hanno vietato proprio per la loro pericolosità sui civili). Scuole e ospedali sono spesso bersagli per i bombardamenti. I minori che sopravvivono, spesso, devono far fronte a cambiamenti radicali della propria vita. Per molti bambini diventa impossibile completare un percorso educativo fondamentale (come riconosciuto dalla CRC). Secondo un recente studio, durante una guerra, i bambini hanno una probabilità sette volte maggiore di morire per lesioni causate da esplosioni. Questo è dovuto non solo alla maggior vulnerabilità fisiologica dei bambini, ma anche alla difficoltà di fornire assistenza pediatrica nelle zone di guerra. Durante. Ma spesso anche dopo che gli scontri sono terminati: mine antiuomo e residuati bellici inesplosi continuano a ferire e uccidere i più piccoli anche a distanza di anni. I minori hanno il 50% di probabilità in più di essere vittime di un’esplosione dopo la fine della guerra, piuttosto che durante il suo svolgimento.
Tra i minori che scappano, con la propria famiglia o soli, molti diventando rifugiati, profughi o sfollati. Spesso sono costretti ad affrontare problemi come la separazione dai genitori o da coloro che li hanno in cura. Dopo una guerra molti bambini si ritrovano orfani. Durante i conflitti armati, molti bambini vengono privati della loro libertà . Alcuni diventano vittime di abusi sessuali. Altri sono sfruttati in lavori pericolosi. A volte vengono utilizzati come kamikaze: tra il 2012 e il 2019, il 14% di tutti gli attentati suicidi di matrice terroristica, uno su sette, è stato compiuti da minori.
Tutto questo che accade ORA.
Proprio in questo momento. Non lontano dai nostri territori “sicuri”. In Ucraina, lungo le coste del Mar Mediterraneo, in Palestina e in Israele, in Siria, in Afghanistan e ovunque si stanno combattendo delle guerre.
Per questo motivo, con la presente, il Kiwanis Distretto Italia San Marino intende rivolgere un accorato appello a tutte le Autorità competenti affinché garantiscano la salvaguardia dei minorenni e il rispetto degli accordi sottoscritti.
In particolare, chiediamo:
- Che in tutti i conflitti, vengano attuati e sostenuti piani d’azione esistenti firmati tra le parti in conflitto e le Nazioni Unite per porre fine e prevenire gravi violazioni contro i bambini;
- Che vengano coinvolti il maggior numero possibile di soggetti pronti ad impegnarsi in nuovi piani d’azione per porre fine alle gravi violazioni contro i bambini;
- Che vengano promosse la ratifica e l’attuazione del Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti del fanciullo sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati;
- Che venga sostenuta l’approvazione universale degli impegni internazionali per rafforzare le norme e gli standard per la protezione dei bambini, come la Dichiarazione sulle scuole sicure, i Principi di Parigi e i Principi di Vancouver;
- Che tutti i Paesi si impegnino ratificando questi accordi e formulando leggi e programmi per proteggere gli orfani di guerra e i minori non accompagnati in movimento;
- Che vengano sostenuti gli sforzi volti a rafforzare i quadri giuridici nazionali per la protezione dei minori;
- Che vengano riconosciute come reato internazionale le violazioni commesse contro i bambini e le bambine durante le guerre;
- Che le autorità internazionali lavorino per far sì che gli autori di gravi violazioni contro i bambini nei conflitti rispondano delle loro azioni, chiedendo l’incriminazione dei presunti colpevoli e il risarcimento delle vittime minorenni;
- Che vengano adottate leggi nazionali ed internazionali in materia di giustizia e responsabilità per i bambini colpiti da conflitti.
Francesco Garaffa Governatore
Comitato per i Diritti del Fanciullo:
Modesto Lanci
Luciano Giacomini
C.Alessandro Mauceri
Appello del KDISM per la Pace e la salvaguardia dei minori coinvolti nelle guerre (pdf)
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