La scienza svela: un robot può farci sentire voci che non esistono

ott 30, 2023 0 comments


Di Gianluca Riccio

Se pensate che sentire voci sia un fenomeno limitato a chi soffre di disturbi mentali, forse dovrete rivedere le vostre convinzioni. Un recente studio ha utilizzato la robotica per far sentire voci a persone sane, gettando nuova luce sui meccanismi cerebrali che stanno dietro alle allucinazioni uditive.

La scoperta che cambia tutto

Fino a poco tempo fa, la scienza aveva pochi strumenti per studiare le allucinazioni uditive, un fenomeno spesso associato a condizioni psichiatriche come la schizofrenia. Ma ora, grazie a un team di ricercatori guidato da Pavo Orepic dell'Università di Ginevra, abbiamo un nuovo modo per esplorare questo enigma della mente umana. Utilizzando un robot, gli scienziati sono riusciti a indurre allucinazioni in individui sani, offrendo una nuova prospettiva su come il nostro cervello può talvolta ingannarci.

Il metodo: tra robotica e psicologia

Il team di ricerca ha utilizzato un approccio ingegnoso per stimolare le allucinazioni nei partecipanti. I ricercatori hanno registrato le voci dei partecipanti mentre pronunciavano parole francesi di una sola sillaba con connotazioni negative.

Queste registrazioni sono state poi standardizzate per intensità e durata del suono, creando un set di stimoli vocali che è stato utilizzato in un compito di rilevamento della voce. Vediamo di capirci con semplicità (se volete comunque consultare lo studio completo, eccolo qui).

Indurre voci "finte" nella mente: le fasi dell'esperimento

Fase 1: Tocco del Robot

I partecipanti erano bendati e un robot li toccava sulla schiena mentre muovevano un dito. A volte il tocco era sincrono con il movimento, altre volte c'era un piccolo ritardo.

Fase 2: Test dell'Udito

I partecipanti ascoltavano un rumore di fondo e dovevano dire se sentivano una voce o meno. Questo aiutava a capire quanto fosse sensibile il loro udito.

Fase 3: Tocco e Udito Insieme

Qui, i partecipanti facevano il test dell'udito mentre il robot continuava a toccarli sulla schiena. L'idea era vedere se il tocco del robot li confondeva al punto da farli sentire voci che non c'erano.

Voci
Pavo Orepic, primo autore della ricerca.

Voci indotte: le implicazioni

I risultati hanno mostrato che il tempismo della stimolazione sensorimotoria giocava un ruolo cruciale. Quando il tocco sulla schiena era sincrono con i movimenti del dito, i partecipanti segnalavano significativamente più falsi allarmi, indicando la percezione di sentire voci che in realtà non c'erano. Questo suggerisce un affascinante legame tra il feedback sensoriale delle proprie azioni e la creazione di allucinazioni uditive.

Limitazioni e prospettive future

Nonostante l'innovazione, lo studio ha delle limitazioni. Anzitutto, la dimensione del campione è relativamente piccola e i partecipanti provenivano dalla popolazione generale. Futuri studi potrebbero beneficiare di campioni più grandi e diversificati, inclusi individui con condizioni psichiatriche diagnosticate.

Al momento, in ogni caso, lo studio rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione delle allucinazioni uditive. Non solo ci aiuta a capire meglio i meccanismi cerebrali che stanno dietro a questo fenomeno, ma apre anche la porta a nuovi metodi di trattamento per coloro che soffrono di disturbi psichiatrici. E in questi casi, ogni passo avanti è un passo verso la speranza.

FONTE: https://www.futuroprossimo.it/2023/10/la-scienza-svela-un-robot-puo-farci-sentire-voci-che-non-esistono/

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