Un grande accordo con l’Arabia Saudita, che sarebbe utile sia per normalizzare le relazioni con uno storico partner ultimamente scivolato verso altri lidi, sia per stabilizzare il Medio Oriente, nell’ottica di una sorta di allargamento degli Accordi di Abramo. Un’intesa con l’India, affidando a Nuova Delhi il compito di unire l’Asia all’Occidente con una nuova rotta commerciale attraverso la regione mediorientale. E comprendendo tanto Riad, che risulterebbe così uno degli hub principali di questo progetto, quanto gli Emirati Arabi Uniti.
Prende forma il piano di Joe Biden, intenzionato a sferrare un colpo decisivo alla Cina proponendo una sorta di Belt and Road alternativa alla versione originale lanciata dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013.
In occasione del G20 indiano sono arrivati i primi annunci ufficiali del disegno, chiaro indizio di come la Casa Bianca, dopo aver più volte tentato invano di proporre una Via della Seta parallela, abbia adesso intenzione di proporre qualcosa di concreto. Eccolo, quindi, il nuovissimo India-Middle East-Europe Economic Corridor. Le idee non mancano. I partecipanti neppure.
Il corridoio per sfidare la Cina
In un comunicato della Casa Bianca si legge che i leader di Stati Uniti, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Italia e Unione Europea hanno annunciato un Memorandum d’intesa in cui si impegnano a lavorare insieme per sviluppare un nuovo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa.
L’obiettivo di questo corridoio consiste nello “stimolare lo sviluppo economico” attraverso una “maggiore connettività e integrazione economica tra due continenti”, con il fine ultimo di “sbloccare una crescita economica sostenibile e inclusiva”. Tutto ruoterà attorno ad hub infrastrutturali strategici: cavi dati ad alta velocità, condutture energetiche e una ferrovia connessa a svariati porti, per collegare Europa e Asia mediante il Medio Oriente.
In caso di fumata bianca (non certo scontata), merci, energia e informazioni si muoveranno attraverso i confini di Paesi partner senza includere la Cina. Al G20 di Nuova Delhi, Biden ha stretto la mano al primo ministro indiano, Narendra Modi, e al principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, per celebrare il momento.
Connessioni strategiche
Nebbia ancora fitta sul contenuto esatto del piano e sulla lista degli aderenti all’India-Middle East-Europe Economic Corridor. Sono circolati alcuni nomi, come Arabia Saudita, Israele, Emirati Arabi Uniti e Giordania, oppure come alcune tra le principali potenze europee, dalla Francia alla Germania, passando attraverso l’Italia.
Per quanto riguarda Roma, Giorgia Meloni è stata chiarissima: Roma è pronta a giocare un ruolo decisivo nel nuovo corridoio economico fra India, Medio Oriente ed Europa, “anche perché le compagnie italiane hanno un’esperienza unica nei settori marittimo e ferroviario: vogliamo contribuire a costruire ponti fra il Mediterraneo e l’Indo-pacifico, anche nel campo delle connessioni energetiche e digitali attraverso l’Africa e il Golfo arabico”.
Biden ha spiegato che il progetto renderà più semplice il commercio e il trasferimento di energia pulita e che questo fornirà un servizio Internet veloce e stabile ai Paesi del Medio Oriente. Bin Salman ha intanto fatto sapere che il suo Paese parteciperà con un investimento di 20 miliardi di dollari, esortando gli altri leader ad avviare immediatamente la pianificazione e l’attuazione del disegno. Attenzione però al ruolo dell’Arabia Saudita. Ricordiamo che lo scorso gennaio Riad ha firmato con Pechino importanti accordi commerciali, e che il principe saudita potrebbe scegliere di giocare su due fronti.
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