Di Enrico Oliari
Dall’incontro di Gedda, che ha visto coinvolti i rappresentanti di G7, Ue e Brics, è emersa come principio l’integrità territoriale dell’Ucraina, un dato enfatizzato come una conquista politica dalle cancellerie europee, ma che nella pratica ha poco significato. Tant’è che per la Russia sono parte integrante del proprio territorio la Crimea e le quattro regioni occupate dell’Ucraina, e se Kiev ha urgenza di portare a casa risultati con la sua controffensiva, Mosca non ha nessun problema di tempo, ed anzi, potrebbe continuare la guerra per anni.
Nonostante turchi, cinesi ed ora i sauditi facciano a gara per proporre iniziative di pace (l’Unione Europea di Ursula von der Leyen e di Josep Borrell ha optato per schierarsi nel conflitto rinunciando al tradizionale ruolo di mediatore), resta prematuro parlare di credibili piani per il cessate-il-fuoco, e non saranno di certo gli F-16 promessi dagli Usa all’Ucraina a cambiare la situazione, anche perché al momento la Russia ha impiegato solo una parte minima del proprio potenziale tecnologico e bellico.Semmai il vertice è servito per consolidare il ruolo del regno saudita nel contorto terreno della diplomazia internazionale, riaperti in modo più o meno ufficiale i canali con Iran e Israele, e messo da parte lo scandalo per l’omicidio del giornalista Jamal Kashoggi.
Era presente all’incontro Volodymyr Zelensky: secondo diversi analisti il presidente ucraino è uscito politicamente vincitore dal vertice anche perché la Russia ne sarebbe stata esclusa, ma è palese che il Cremlino stia guardando ben oltre i desiderata di Bruxelles e di Washington per dedicarsi al Brics di fine mese e alla stesura di un concreto ordine multipolare. In quest’ottica è stata respinta la richiesta del presidente ucraino di prendere parte al G-20 indiano di settembre.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione