Nel corso della Guerra fredda, l’epico scontro per il dominio globale del Novecento, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica investirono cifre a nove zeri in attività di ricerca e sviluppo su super-armi non convenzionali, dalle bombe radiologiche alle sostanze stupefacenti, caratterizzate da un comune denominatore: il cervello.
Usa e Urss, nel contesto della psichedelica corsa al cervello, portarono avanti esperimenti illegali su esseri umani, reclutarono fumettistici scienziati pazzi e diedero fiducia a persone presumibilmente dotate di percezioni extrasensoriali con l’obiettivo di costruire l’arma perfetta grazie ai segreti della mente.
Uno dei programmi più estremi dell’epoca della corsa al cervello, più dentro che fuori il campo della fantascienza, fu sicuramente il progetto Stargate. Un progetto della Dia, la sorella militare della Cia, incentrato sull’investigazione dei fenomeni psichici.
Le origini di Stargate
I ricercatori militari e gli scienziati sociali della Germania nazista erano ossessionati dall’archeologia misteriosa, dalla criptozoologia e dalle pseudoscienze. Avevano indagato la teoria della Terra cava, si erano messi sulle tracce del martello di Thor e del Santo Graal, avevano allestito delle unità all’interno dei lager in cui condurre esperimenti sulla manipolazione della mente, i loro compagni di lavoro erano cartomanti, chiaroveggenti e sensitivi.
Stati Uniti e Unione Sovietica vennero a conoscenza dell’ossessione del Terzo Reich per il soprannaturale con la presa di Berlino. Non ritenendola affatto un’assurdità. E mettendo in piedi, rispettivamente, le operazioni Paperclip e Osoaviakhim con l’obiettivo di reclutare il maggior numero possibile di cervelli implicati nei programmi militari segreti nazisti.
La storia avrebbe dato ragione alla lungimiranza di Washington e Mosca: la passeggiata spaziale di Jurij Gagarin e l’allunaggio dell’Apollo 11 sarebbero stati impensabili senza il supporto degli ex nazisti. E ugualmente impensabili sarebbero stati i programmi di ricerca sul controllo mentale e sulle facoltà paranormali, anch’essi sviluppati a partire dalle precedenti ricerche del Terzo Reich sui due temi, dei quali Stargate è stato sicuramente il più audace.
I sensitivi sconfiggeranno l’Unione Sovietica
Stati Uniti, 1970. Il programma MKULTRA sta iniziando a dare i primi frutti, dato che gli psichedelici stanno effettivamente trasformando la grande contestazione antisistema in un movimento culturale fondato sul consumo di droga e sul sesso libero, quando le antenne dell’intelligence a stelle e strisce captano un nuovo segnale di minaccia proveniente dalle terre a est della cortina di ferro: guerra psichica.
La Casa Bianca viene informata da fonti in loco, che alcuni reputano però inaffidabili, che l’Unione Sovietica starebbe spendendo all’incirca 60 milioni di rubli l’anno in ricerca e sviluppo di armi psichiche, o psicotroniche, con l’aiuto di persone dotate di facoltà paranormali. Forse è disinformazione per spingere gli Stati Uniti a investire tempo e risorse in programmi inutili. O forse le armi mentali sono il futuro della guerra. Nel dubbio, Dia e Cia ricevono un ordine dall’alto: indagare sulle indiscrezioni e, se necessario, avviare dei programmi nazionali dello stesso tipo.
Nel 1972, poco dopo l’inaugurazione del programma Scanate da parte della Cia, la Dia riunisce civili e militari, da fisici a sensitivi, all’interno di quello che più in là diverrà il progetto Stargate. Gli operatori hanno materiale da cui partire, in particolare gli studi sulla cosiddetta visione remota condotti dai parapsicologi Russell Targ e Harold Puthoff presso lo Stanford Research Institute, e devono capire se i cinque sensi della mente siano una truffa o se, invece, siano una potenziale arma.
Il caos avrebbe regnato sovrano sul progetto Stargate, dalla sua nascita alla sua morte, rendendolo uno dei più celebri buchi nell’acqua della storia del Pentagono. Caos perché il personale è diviso in due fazioni, credenti e scettici, le cui convinzioni influiscono sui loro rapporti di valutazione. La soglia tra verità e suggestionabilità sembra essere sottilissima, quasi impercettibile, inficiando il lavoro d’indagine.
I truffatori che si presentano all’uscio di Stargate sono tanti, tra i quali un giovane Uri Geller, eppure i risultati di alcuni esperimenti lasciano a bocca aperta anche i più increduli. Come quando, nel 1976, una sensitiva sarebbe riuscita a risalire alla posizione di un velivolo spia sovietico, fuggito al monitoraggio dei radar americani, per mezzo della visione remota.
All’acme del progetto i sensitivi arruolati dalla Dia saranno più di venti: chiaroudenti per ascoltare conversazioni in altre stanze, chiaroveggenti per prevedere il futuro, telecineti per spostare oggetti con la mente, telepati per leggere i pensieri altrui, visualizzatori remoti per localizzare oggetti/persone a grandi distanze e viaggiatori astrali per testare le esperienze extracorporee. La Dia era interessata all’indagine di ogni percezione extrasensoriale.
Una fine inconcludente?
Svelato al pubblico per la prima volta nel 1984, e schernito dalla comunità scientifica sin da allora, il programma di ricerca sulle armi psichiche è successivamente entrato in una fase discendente a base di definanziamenti, riassegnazioni e ridenominazioni.
Dopo l’uscita del Pentagono dalle ricerche, avvenuta nel 1985, il progetto è stato passato dalla Dia prima a strutture private, come la Science Applications International Corporation, e dopo, nel 1995, alla Cia. Quest’ultima commissionò un rapporto di valutazione all’American Institutes for Research (Air) per capire se le indagini sul paranormale valessero ulteriori investimenti oppure no, decidendo di chiudere il programma a seguito del parere negativo ricevuto.
La relazione dell’Air non aveva lasciato alla Cia altra scelta se non la cancellazione di Stargate. Per gli esaminatori, infatti, gli esperimenti fallimentari superavano di gran lunga i casi di successo e questi ultimi, in diversi casi, erano più che contestabili: sospetti di manipolazione, vaghezza dei contenuti, ambiguità della metodologia di studio utilizzata, nessuna facoltà paranormale rivelatasi in grado di contribuire in maniera incisiva a un’operazione di intelligence.
La Cia chiuse il progetto, costato un totale di 20 milioni di dollari ai predecessori, bollandolo come un flop. Punto. Fine. No. In realtà il rapporto dell’Air, che oggi è di pubblico dominio insieme agli atti di Stargate, non aveva emesso una sentenza così severa sui risultati ottenuti dalla Dia. Gli psicologi, anzi, constatarono che “nei laboratori è stato osservato un effetto statisticamente significativo, sebbene non è chiaro se l’esistenza di un fenomeno paranormale, la visione remota, sia stata dimostrata”.
I veri problemi, per l’Air, erano legati alla metodologia – eterodossa e antiscientifica – e all’applicabilità militare della presunta facoltà psichica – ritenuta limitata. Il rapporto dell’Air, in sintesi, non aveva escluso a priori l’esistenza di facoltà paranormali, ma, dinanzi all’impossibilità di verificare le condizioni in cui erano stati effettuati gli esperimenti, non poteva confermare l’esistenza e la validità a fini militari e di intelligence.
Secondo l’ufficiale Joseph McMoneagle, tra i principali responsabili di Stargate e remote viewer numero 1, il progetto sarebbe stato un successo se l’Esercito avesse avuto un’attitudine maggiormente aperta nei confronti del paranormale. Perciò all’indomani della chiusura del progetto ha iniziato a sensibilizzare i colleghi e il grande pubblico sui poteri psichici, dando alla stampa quattro libri sulle sue esperienze, e ha ispirato la penna del giornalista Jon Ronson, dal cui libro sugli esperimenti psichici condotti dagli Stati Uniti durante la Guerra fredda è stato tratto il celebre film L’uomo che fissa le capre.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione