La Repubblica del Niger è uno stato, privo di sbocchi al mare, situato nell’Africa occidentale subsahariana: il suo nome deriva dall’omonimo fiume che attraversa il paese. Si tratta della nazione più estesa della parte occidentale del continente nero, che confina, tra le altre, con l’Algeria e la Libia a nord, la Nigeria a sud, il Burkina Faso e il Mali a ovest, il Ciad a est. Con diversi di questi paesi ha condiviso la colonizzazione francese (a partire dal XIX secolo), sino all’indipendenza arrivata nel 1960. Ancora oggi, come retaggio dell’epoca coloniale e (soprattutto) post-coloniale, adotta come valuta ufficiale, in quanto membro della Unione economica e monetaria ovest-africana (UEMOA), il franco CFA; vi suggeriamo di guardare un video del canale YouTube Nova Lectio[1], non ha caso intitolato: “La moneta coloniale che schiavizza ancora l’africa”.
Il fatto che la ex madre patria sia sempre meno amata nel Sahel è testimoniato dalla vicenda di Mali e Burkina Faso, oltre che dalla crescente presenza russa e cinese[2]. Fino a pochi giorni fa, tuttavia, la prospettiva che il Niger seguisse l’esempio delle nazioni vicine, sbattendo la porta in faccia a Parigi, sembrava trovare un ostacolo nelle miniere di uranio; come scriveva l’analista geopolitico Marco Di Liddo: “Io non so quanto la Francia sia disposta a rinunciare a questi interessi nel Paese.”[3]. Ma sappiamo come l’evoluzione del quadro geopolitico internazionale ultimamente si stia rivelando dimostrando assai rapida, basti pensare alle pesanti ripercussioni del conflitto in Ucraina, che hanno finito per colpire, specie sul versante degli approvvigionamenti alimentari e della spirale inflattiva, molte delle nazioni più povere, tra le quali il Niger[4]; non sempre per colpa dei “cattivi russi” aggiungeremmo noi[5].
Se dal punto di vista istituzionale, il Niger si configura come una repubblica di tipo semipresidenziale, il paese negli anni dell’indipendenza ha conosciuto diversi periodi di instabilità , caratterizzati da colpi di stato e regimi militari[6], l’ultimo dei quali, prima di quello dei giorni scorsi, si verificò nel mese di marzo del 2021, costato ai suoi organizzatori pesanti condanne[7]. L’evento era stato preceduto, circa un mese prima, dalle ultime elezioni presidenziali[8], che avevano visto la vittoria del candidato governativo Mohamed Bazoum; per quanto l’Occidente, riferendosi al golpe della settimana scorsa, abbia parlato del rovesciamento di un regime democratico, giova ricordare come tali consultazioni furono caratterizzate da importanti criticità , come la repressione del dissenso e vari abusi commessi dalle autorità , nonostante alcuni osservatori avessero parlato di elezioni maggiormente in linea con una dialettica democratica, con un passaggio tutto sommato pacifico dei poteri[9].
Il nuovo capo dello stato si è trovato ad affrontare molti dei gravi problemi che affliggevano il paese, dalla corruzione, alla diffusa povertà , alla lotta contro gli integralisti islamici del sahel, sino al traffico illegale dei flussi migratori[10], riguardo ai quali si è spesso registrata una certa connivenza col potere politico[11]. Con la ragione ufficiale di fronteggiare questi fenomeni, in particolare il contrasto all’integralismo, il Niger, in particolare la capitale Niamey, ha ospitato (e ospita tuttora) diverse basi militari francesi e statunitensi, oltre a far parte del G5 Sahel, una sorta di organizzazione di nazioni africane, fondata nel 2014, per promuovere la cooperazione regionale in materia di politiche di sviluppo e sicurezza[12].
L’Italia sembrava destinata a esercitare un proprio ruolo: nel 2021 l’allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini aveva annunziato l’intenzione di approntare una nostra base sul territorio nigerino, con l’obiettivo di addestrare le truppe locali e cooperare nel contrasto ai traffici illegali e al terrorismo diffuso nel Sahel[13], ma ora col recente rovesciamento tutti questi assetti potrebbero essere rivisti, forse in tempi rapidi. Non è detto, pertanto, che le truppe straniere che stazionano nel paese, compresi alcune centinaia di nostri militari, siano destinate a restarci a lungo.
Il Niger ha sempre destato l’interesse dell’Occidente, vuoi per la sua posizione strategica collegati ai flussi illegali che dicevamo, che per via delle importanti ricchezze naturali: eppure, nonostante ciò, parliamo di uno dei paesi più poveri dell’africa e del mondo intero. La sua economia si basa ancora oggi per la gran parte su attività primarie di sussistenza (agricoltura e allevamento), costantemente alle prese con la penuria di acqua e/o con fenomeni naturali impattanti come le inondazioni, senza contare l’inquinamento che compromette terreni e risorse idriche. Il turismo è quasi inesistente, anche se per il mese di maggio di quest’anno la federazione sportiva nigerina aveva indetto nella capitale Niamey un incontro dedicato all’escursionismo e agli appassionati del trekking[14].
Giusto per fornire un rapido quadro, circa il 60 per cento degli abitanti, poco più di 25 milioni, vive sotto la soglia di povertà e la metà dei bambini, come una parte importante della popolazione adulta, soffre di malnutrizione; l’indice di mortalità infantile – dovuto alla carenza dell’assistenza sanitaria e alle precarie condizioni di vita – resta uno dei più elevati del pianeta[15] [16]. L’unico record positivo che può vantare il paese è quello della popolazione più giovane del pianeta, con una età media di 15 anni[17], a fronte però di una bassa aspettativa di vita, che si attesta intorno ai 60 anni.
La cultura e il tasso di scolarizzazione – spesso garantito per lo più dalle scuole coraniche, l’Islam è la religione professata dalla quasi totalità dei nigerini – resta molto basso: meno di un terzo degli abitanti ha avuto accesso allo studio e si registrano episodi di grave disagio sociale, come la prostituzione minorile[18]. Una buona notizia per le donne nigerine arriva dalla recentissima decisione del governo di dare vita a un consiglio nazionale dedicato, per favorire diritti e integrazione sociale[19]. Per indice di qualità della vita, secondo la fotografia scattata nel 2019 dalla United Nations Development Programme (UNDP), il paese occupava il poco invidiabile ultimo posto tra i 189 presi in esame, mentre il PIL – 440 miliardi di dollari nel 2021 – è uno dei più bassi del mondo; gli stessi risultati venivano rilevati riguardo l’indice di sviluppo umano (ISU)[20].
Eppure, l’ennesima apparente contraddizione, il Niger, il paese più povero del Sahel, è divenuto un importante centro di accoglienza per molti migranti, che lo hanno usato come snodo per raggiungere Algeria e Libia, dando vita a una ulteriore e importante criticità dovuta ai flussi illegali di esseri umani, spesso collegati alle numerose organizzazioni di matrice terroristica – in primis al-Qaida nel Maghreb e Boko Haram sul Sud – responsabili di diversi attacchi e attentati[21]; spesso sono le stesse organizzazioni terroristiche a offrire agli abitanti somme di denaro e altre utilità per arruolarsi nelle loro fila, rappresentando l’unica forma di sostentamento per tante famiglie afflitte da fame e privazioni di ogni genere[22].
Come anticipavamo, il paese condivide un altro punto in comune con tante altre (sfortunate) nazioni del continente nero: le risorse minerarie. Il Niger dispone di importanti riserve di carbone, ferro, fosfati, oro, petrolio, ma soprattutto di uranio, che, secondo un copione visto mille volte in Africa, non vengono utilizzate per favorire sviluppo e benessere dei suoi abitanti, ma per arricchire le potenze straniere che se ne sono assicurate lo sfruttamento. Per sfruttare il giacimento di uranio di Dasa[23], tra i più ricchi del paese (quinto al mondo per produzione del minerale), ad agosto 2022 è stata costituita la società SOMIDA (Société des mines de Dasa), posseduta per il 20 per cento dal governo e per il restante 80 dalla Global Atomic, multinazionale canadese, ma l’iniziativa ha provocato la reazione furiosa della popolazione, che temendo il pericolo dell’inquinamento radioattivo ha chiesto verifiche tecniche e indennizzi circa eventuali espropri. A febbraio scorso, a fronte del ricorso proposto da alcune ONG, un tribunale ha ordinato la sospensione delle attività estrattive in attesa degli opportuni accertamenti, decisione poi ribaltata in appello. Sarebbe questo l’ennesimo episodio di “colonialismo energetico”, come insegna il caso del Mozambico, che traccia ancora una volta un’ombra sulla condizione attuale e futura del continente nero, a cominciare dalle zone più remote e più povere.
Tracciato un quadro della situazione pregressa, ci colleghiamo all’attualità degli ultimi giorni per parlare non solo e non tanto del golpe dello scorso mercoledì, ordito da un gruppo di militari inquadrati nella guardia presidenziale, guidati dal maggior-colonnello Amadou Abdramane, quanto delle ripercussioni che dallo stesso potrebbe derivare.
Nel momento in cui scriviamo, i militari hanno dato vita a un governo di emergenza, chiamato Consiglio Nazionale per la salvaguardia della patria, ordinando la chiusura dei confini, il coprifuoco, il blocco di tutte le attività governative e istituzionali, e intimando ai paesi stranieri di astenersi da qualunque iniziativa militare. I golpisti hanno ricevuto il sostegno del capo di stato maggiore delle forze armate, Abdou Sidikou Issa, che ha aderito al proclama, lanciato in diretta televisiva, col quale si è giustificato il sollevamento col “… continuo degradare della situazione securitaria e della cattiva gestione economica e sociale del paese”.
Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere, anzitutto da parte dell’Occidente, timoroso di perdere potere e influenza in un paese strategico, oltre a paventare pesanti ripercussioni sul fronte migranti, senza preoccuparsi di aver cagionato, con politiche neocolonialiste, molti di questi fenomeni. Non sono mancate le risposte dei leader dell’Africa occidentale, che hanno minacciato di intraprendere un’azione militare contro la giunta golpista, chiedendo entro sette giorni la reintegrazione del presidente Mohamed Bazoum, attualmente imprigionato assieme alla sua famiglia; per la cronaca il Consiglio di sicurezza dell’Unione Africana (UA) ha concesso un termine di 15 giorni. I militari hanno replicato dichiarando l’intenzione di resistere a qualunque “piano di aggressione contro il Niger” ordito da potenze regionali o occidentali. Molti paesi occidentali, compresi il nostro, si stanno organizzando per rimpatriare i propri connazionali.
In attesa degli ulteriori sviluppi, su alcuni canali Telegram sono circolate alcune notizie piuttosto interessanti. Tra le altre, la decisione dei golpisti di sospendere le esportazioni di oro e uranio verso la Francia (canale War zone news Russia Ucraina), mentre il quotidiano algerino Intel riferisce che John Kirby, portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, avrebbe detto che di fronte alla prospettiva di un’invasione del Niger da parte dell’ECOWAS (la comunità economica che riunisce gli stati dell’Africa occidentale), il paese nordafricano non sarebbe rimasto a guardare. I vicini Mali e Burkina Faso si sono affrettati a schierarsi dalla parte della giunta, dichiarandosi pronti a intervenire a suo sostegno e che non applicheranno sanzioni nei confronti del nuovo governo.
Si è fatto vivo anche Evgenij Prigozhin, leader della Wagner, organizzazione da tempo presente in territorio africano, che avrebbe salutato il golpe come un «un momento di liberazione dai colonizzatori occidentali atteso da tempo»; in un certo senso, queste uscite sembrerebbero trovare conferma con l’assalto della popolazione civile contro l’edificio che ospita l’ambasciata francese di Niamey: i manifestanti, agitando a quanto pare la bandiera russa, avrebbero chiesto a gran voce la cacciata dei francesi (e delle altre truppe straniere) presenti nel paese. Ricordiamo che la Russia, al contrario, nella posizione ufficiale espressa da Dimitri Pekov ha indicato il ritorno allo stato di diritto come soluzione preferibile per il Niger e lo stesso Kirby ha confermato che non esistono elementi per sostenere un coinvolgimento di Mosca nel golpe.
Per quanto sia presto per valutare i prossimi sviluppi, volendo ugualmente formulare una previsione, attesa alla prova dei fatti, a nostro avviso non ci sarà alcun intervento militare. Lo scenario più verosimile, secondo la nostra tesi, è che la situazione nigerina evolva sulla falsariga di quanto già accaduto nei vicini Mali o Burkina Faso, dove la stabilizzazione dei nuovi regimi, sgraditi all’Occidente, ma vicini a Cina e Russia[24], potrebbe contribuire a scalzare definitivamente il tradizionale, e non sempre gradito, predominio dell’Occidente; ricordiamo che in questi due stati il rovesciamento dei governi in carica ha determinato l’espulsione delle truppe francesi e l’avvicinamento, pure in senso militare, alla Russia per il tramite del gruppo Wagner. Per le stesse ragioni, ci sentiremmo di escludere lo scenario di una guerra civile, che pure è stato ipotizzato.
Vi vorremmo segnalare anche un interessante video, sul canale YouTube “Spunti di riflessione”, gestito da chi scrive, con l’analisi di Fulvio Grimaldi[25].
Resta un’ultima notazione da fare, e riguarda il Ciad, forse l’ultimo bastione della Francafrique, attualmente retto da un governo autoritario – “alla faccia” dell’Occidente alfiere dei diritti umani… – ma sostenuto da (e fedele a) Parigi: cosa accadrebbe se pure questo poverissimo stato del continente nero fosse interessato da dinamiche simili? Non abbiamo elementi per sostenerlo, ma neppure ragioni per poterlo escludere.
FONTI
www.limesonline.com/tutti-sul-niger/103622
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www.aljazeera.com/features/2023/3/1/yearlong-russian-war-in-ukraine-still-impacts-food-aid-in-niger
formiche.net/2023/02/diliddo-intervista-sahel-francia-niger/
www.aljazeera.com/features/2023/3/1/yearlong-russian-war-in-ukraine-still-impacts-food-aid-in-niger
www.repubblica.it/esteri/2010/02/18/news/colpo_stato_niger-2347841/
www.africarivista.it/niger-tentato-golpe-del-marzo-2021-ecco-le-condanne/213581/
www.ispionline.it/it/pubblicazione/elezioni-niger-una-transizione-nella-continuita-29472
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www.limesonline.com/cartaceo/il-miracolo-della-pax-mafiosa-in-niger
www.africarivista.it/niger-appuntamento-internazionale-per-gli-amanti-del-trekking/213643/
www.notiziegeopolitiche.net/niger-oltre-280-boko-haram-uccisi-al-confine-con-nigeria/
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www.lindipendente.online/2021/04/21/litalia-costruira-una-base-militare-in-africa-per-fare-cosa/
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www.lindipendente.online/2023/07/29/ua-15-giorni-per-ristabilire-lordine-in-niger/
www.repubblica.it/esteri/2023/07/31/news/soldati_italiani_niger-409540995/
[1] www.youtube.com/watch?v=XmjV_bZRggE
[2] www.ilsussidiario.net/news/macron-e-la-missione-controversa-in-africa-punta-al-petrolio-contro-russia-e-cina/2500133/
[3] formiche.net/2023/02/diliddo-intervista-sahel-francia-niger/
[4] www.aljazeera.com/features/2023/3/1/yearlong-russian-war-in-ukraine-still-impacts-food-aid-in-niger
[5] www.rainews.it/articoli/ultimora/Putin-la-Russia-consegnera-gratuitamente-grano-ai-paesi-africani-nellarco-di-3-4-mesi-9963b478-b79f-471a-a2bf-55d1b7d71af5.html#:~:text=%22Le%20consegne%20gratuite%20di%20grano,leader%20africani%20a%20San%20Pietroburgo.
[6] www.repubblica.it/esteri/2010/02/18/news/colpo_stato_niger-2347841/
[7] www.africarivista.it/niger-tentato-golpe-del-marzo-2021-ecco-le-condanne/213581/
[8] www.ispionline.it/it/pubblicazione/elezioni-niger-una-transizione-nella-continuita-29472
[9] freedomhouse.org/country/niger/freedom-world/2021;
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[10] ilcaffegeopolitico.net/169900/niger-oneri-e-onori-di-unelezione; www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/13/migranti-le-deportazioni-degli-africani-dallalgeria-al-niger-sono-caotiche-e-mortali/7061423/
[11] www.limesonline.com/cartaceo/il-miracolo-della-pax-mafiosa-in-niger
[12] ilcaffegeopolitico.net/171862/una-panoramica-sul-g5-sahel
[13] www.lindipendente.online/2021/07/08/italia-intensifica-il-suo-ruolo-militare-nellafrica-sub-sahariana/;
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[15] www.indexmundi.com/g/g.aspx?c=ng&v=29&l=it
[16] datacommons.org/place/country/NER?utm_medium=explore&mprop=count&popt=Person&hl=it
[17] www.popoliemissione.it/in-niger-la-popolazione-piu-giovane-e-fiduciosa-del-mondo/; www.fides.org/it/news/73489-AFRICA_NIGER_I_bambini_di_strada_vittime_innocenti_nei_paesi_piu_poveri_Si_rifugiano_in_angoli_remoti_cercando_di_rendersi_invisibili
[18] it.wikipedia.org/wiki/Niger
[19] www.africarivista.it/niger-il-governo-crea-il-consiglio-nazionale-delle-donne/213491/
[20] hdr.undp.org/data-center/country-insights#/ranks
[21] www.opiniojuris.it/immigrazione-niger/; www.notiziegeopolitiche.net/niger-oltre-280-boko-haram-uccisi-al-confine-con-nigeria/
[22] www.lenius.it/situazione-in-niger/#:~:text=Il%20Niger%20%C3%A8%20un%20vasto,(189esimo%20su%20189%20paesi)
[23] greenreport.it/news/energia/estrazione-di-uranio-in-niger-la-battaglia-della-gente-contro-il-progetto-dasa/; www.lindipendente.online/2023/03/04/la-battaglia-dei-cittadini-del-niger-contro-lestrazione-di-uranio/
[24] www.lantidiplomatico.it/dettnews-le_tre_direttive_di_espansione_della_presenza_russa_in_africa/45289_50500/
[25] www.youtube.com/watch?v=nfsVsrzXcS8
FONTE: https://www.lafionda.org/2023/08/02/il-golpe-in-niger-la-francafrique-definitivamente-in-crisi/
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