I Brics raddoppiano: ecco chi saranno i nuovi membri dell’organizzazione

ago 24, 2023 0 comments


Di Andrea Muratore

Al summit sudafricano di Johannesburg il gruppo dei Brics ha deliberato la prima espansione ufficiale della sua storia che porterà da cinque a undici membri a partire dall’1 gennaio 2024 i componenti del forum informale che riunisce Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e fondato sul coordinamento economico e politico dei principali Paesi esterni all’Occidente.

L’espansione unisce, col bilancino, Paesi di aree geografiche diverse: Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Etiopia, Iran e Emirati Arabi Uniti. Il forum unirà ora dunque sei dei nove produttori di petrolio più importanti al mondo, tre delle quattro maggiori economie africane (Nigeria esclusa), i due maggiori Paesi dell’America Latina e i due Stati più popolosi al mondo, Cina e India. Un ircocervo complesso che però, come confermano le sedici domande di adesione che restano inevase per Paesi che vanno dall’Algeria al Venezuela, non è certamente destinato a semplificarsi. Ma dice molto sulla volontà di confronto che esiste fuori dall’Occidente.

I Brics non sono un’organizzazione formalizzata, né tantomeno un’alleanza politica o militare. Sono un forum di confronto che da poco ha messo in campo la sua Nuova banca di sviluppo con l’obiettivo di utilizzare le monete del gruppo sul fronte degli scambi interni e sta studiando forme di coordinamento comune contro eventuali crisi economico-finanziarie. Certamente l’espansione di un forum tanto liquido mostra la volontà di diversi Paesi di cercare una quota crescente di aree di confronto a tutto campo per discutere dei grandi temi dello sviluppo internazionale.

I Brics scelgono i loro nuovi membri non a caso: l’Argentina è una grande produttrice di rame, litio, derrate alimentari. Arabia Saudita e Iran stanno provando a mettere in piedi la loro distensione accelerata dalla mediazione cinese per sistematizzare un nuovo ordine mediorientale e calmare i mercati dell’energia. Egitto ed Etiopia sono fondamentali per la dorsale orientale dell’Africa e sono Paesi contesi tra Oriente e Occidente, oltre che in passato segnati da crisi bilaterali per la questione delle gestione delle acque del Nilo che i Brics vogliono risolvere. Gli Emirati, infine, sono un membro chiave dell’Opec e una grande piazza economico-finanziaria globale.

La vocazione economica, prima ancora che strutturalmente geopolitica, di queste scelte di adesione segnala che il ruolo dei Brics potrebbe essere quello strutturale di forum di coordinamento per le politiche su forniture di materie prime critiche, gestione dei loro scambi e intermediazione finanziaria in un forum che unisce i grandi produttori e i grandi consumatori: Cina e India, ad esempio, sono Paesi rivali in campo militare e navale, ma accomunate dalla volontà di sperare in un raffreddamento delle tensioni sulle materie prime di cui sono importatrici e valorizzare un vantaggio di costo accordandosi con i Paesi produttori. Pechino, in particolar modo, è il primo consumatore mondiale di energia, l’India è il terzo Paese per consumo di petrolio.

In quest’ottica un forum di coordinamento tra produttori e consumatori, un “business to consumer” delle potenze non occidentali darebbe sicuramente spazi di manovra alla creazione di mercati comuni, titoli finanziari concordati, progetti di sviluppo infrastrutturale non competitivo e, probabilmente, anche alla tanto decantata “dedollarizzazione” degli scambi che forse può avere proprio nelle materie prime il suo reale campo di applicazione. I Brics hanno voluto evitare ogni anelito terzomondista non ammettendo alla prima chiamata di allargamento Stati come Bielorussia, Cuba, Venezuela, Palestina e Bolivia che avevano fatto domanda e il cui ingresso avrebbe eccessivamente ideologizzato il forum. Sono stati scelti i Paesi più strategici e ora l’occhio va a quelli che hanno fatto domanda e potrebbero contribuire alla bisogna: la citata Algeria, che porterebbe i Brics nel cuore delle strategie energetiche europee, l’Indonesia e la Nigeria, potenze da tenere d’occhio in Asia e Africa nei decenni a venire, e economie rampanti come Kazakistan, Vietnam e Thailandia. Prossimi candidati all’ampliamento di un progetto che non si schiera “contro” l’Occidente. Ma complementariamente ad esso. E va tenuto d’occhio.

FONTE: https://it.insideover.com/economia/i-brics-raddoppiano-ecco-chi-saranno-i-nuovi-membri-dellorganizzazione.html

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