Di Giuseppe Gagliano
Il Fondo per gli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita (PIF), diretto da Yasir Al Rumayyan, aprirà una filiale a Parigi. Questo importante annuncio è stato fatto il 19 giugno durante il Forum sugli investimenti franco-sauditi, forum che non a caso si è svolto in parallelo con la visita a Parigi del principe ereditario Mohammed bin Salman Al Saud (MbS). Il fondo per gli investimenti sauditi è già presente a Londra, New York e Hong Kong e ha ha un patrimonio di 582 miliardi di dollari.
Parigi quindi è la seconda città europea presso la quale i sauditi realizzeranno una filiale del Pif, e la presenza di una filiale saudita a Parigi consentirà di gestire in modo più efficiente gli investimenti sauditi in Francia.Accanto all’Arabia Saudita vi sono anche gli EAU, e in particolare il fondo sovrano Mubadala gestito da Khaldoon al-Mubarak, che nel 2022 aveva intenzione di aprire una filiale a Parigi (possiede uffici a Mosca, Pechino e New York), ma che per motivi fiscali ha dovuto abbandonare questo progetto. Almeno per il momento.
Il fondo emiratino è certamente più rilevante di quello saudita perché fino a questo momento è riuscito a monopolizzare gli investimenti dei fondi sovrani del Golfo in Francia, e questo è stato possibile poiché è esistito un legame di amicizia tra il presidente degli EAU Mohammed bin Zayed al-Nahyan (MbZ) e Emmanuel Macron, nonché tra al-Mubarak, il braccio destro finanziario e amico intimo di MbZ e mentore di suo figlio, con il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire.
Colui che si occupa degli investimenti in Francia è Andres Rodenas de la Vega, che collabora con il francese Antoine Bettant, che in precedenza ha lavorato per Deutsche Bank e per il fondo di investimento Silva International Investments. Fino a questo momento il fondo emiratino ha svolto un ruolo importante per quanto riguarda i piani di industrializzazione e tecnologia della Francia: il fondo infatti possiede per esempio l’88,3% del produttore di semiconduttori GlobalFoundries, che ha collaborato con la società francese ST Microelectronics nel luglio 2022 per costruire un impianto di produzione di semiconduttori nell’Isère, nel sud-est della Francia.
Il massiccio investimento di denaro sia degli EAU che dell’Arabia Saudita in Francia contribuisce certamente a arricchire determinati settori della Francia, ma nello stesso tempo crea una forte dipendenza della Francia rispetto ai due paesi arabi. Sorge quindi spontanea una considerazione: si parla spesso di sovranità limitata dell’Europa rispetto alla Nato e agli Stati Uniti, ma bisognerebbe incominciare a riflettere anche sul fortissimo condizionamento economico e politico che gli investimenti di paesi come il Qatar, gli EAU e l’Arabia Saudita esercitano sia nei confronto degli Stati Uniti che dell’Europa.
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