Dopo la distruzione dell’Antonov An-225 “Mriya” il titolo di aereo da trasporto in regolare servizio militare e civile passa, anzi ritorna, a un altro gigante dei cieli dell’era sovietica, l’Antonov An-124 “Ruslan”, costruito dalla compagnia-simbolo dell’aeronautica ucraina ma, ironia della sorte, oggi utilizzato principalmente dalle Forze aerospaziali russe in campo proprio contro Kiev.
Costruito in 55 esemplari e base del progetto che nel 1988 portò al completamento del Mriya, l’An-124 era già stato dal 1982 a quell’anno il più grande aereo del suo tipo al mondo. Ora si riprende il primato, ed è l’occasione giusta per raccontare la storia operativa di un velivolo ritenuto versatile e affidabile.
Le caratteristiche tecniche dell’An-124
Quadrimotore pensato dalle forze armate sovietiche per trasportare sia materiale militare e truppe che per un uso più orientato alla logistica civile, da molti esperti accomunato all’americano C-5 Galaxy, l’An-124 è stato sviluppato a partire dal 1971.
Gli ingegneri della Antonov produssero un gigante dei cieli lungo 69 metri e dell’apertura alare di 73, pesante a vuoto 405 tonnellate e capace di trasportare 150 tonnellate di carico al suo interno o 88 passeggeri. L’aereo è stato spesso definito come “maneggevole” nonostante le grandi dimensioni dai piloti sovietici, russi e ucraini che l’hanno pilotato. Noto con il nome in codice Nato di “Condor”, l’An-124 fu svelato al mondo nel 1985 allo salone aeronautico di Parigi.
Fin dall’inizio, per un aereo pensato per il trasporto militare si notò la versatilità della capacità d’impiego civile a lungo raggio. L’autonomia operativa era il principale punto di forza dell’An-124: nel maggio 1987 un An-124 stabilì un record mondiale percorrendo in volo oltre 20mila km in 25 ore e 30 minuti trascorsi in cielo senza rifornimento.
L’uso commerciale e contro le emergenze
Queste capacità hanno spinto molti operatori a puntare su un utilizzo civile dell’An-124 e gli operatori che lo possedevano, principalmente Russia e Ucraina, a valorizzarne economicamente le capacità dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Oggi 12 An-124 sono in servizio presso la Volga-Dnepr Airlines in Russia, 7 sono sotto il controllo della Antonov Airlines in Ucraina e uno presso l’emiratina Maximus Air Cargo. Parliamo delle unità che, principalmente, hanno negli anni avuto l’occasione di essere prestate a missioni di ogni tipo.
Satelliti, locomotive, componenti di grandi impianti energetici da portare in Siberia hanno viaggiato in tutta la Russia e non solo caricati sugli An-124 negli ultimi trent’anni. Ma anche i Paesi Nato hanno, nel quadro dello sviluppo della missione Strategic Airlift Capability (Salis) più volte adoperato i servigi dell’An-124. “Una delle operazioni di trasporto più spettacolari dell’An-124 avvenne nel giugno-luglio 2001, quando un esemplare della Polet Airlines traghettava un aereo spia Lockheed Martin EP-3 della United States Navy colpito dall’isola cinese di Hainan alla base aerea di Kadena in Giappone e poi a Marietta, in Georgia. L’EP-3 era stato costretto ad atterrare su Hainan dopo una collisione con un caccia cinese” nella giornata dell’1 aprile, nota Key Aero. In precedenza, nel 1993 un An-124 aveva trasportato da Dusserdolf, in Germania, a Nuova Delhi, in India, un generatore elettrico industriale da 124 tonnellate, il singolo oggetto più pesante mai caricato in un cargo.
L’Italia ha avuto modo di servirsi dell’An-124 nel 2005, quando fu utilizzato per tre missioni per trasportare, dopo averlo smontato e modulato, l’obelisco di Axum all’Etiopia, sua legittima proprietaria. Ma la fama dell’An-124 si è costruita, analogamente a quella del suo colossale fratello maggiore, per il ruolo che l’aereo sovietico costruito nell’allora Repubblica Socialista Sovietica d’Ucraina ha svolto nel gestire la risposta a molti disastri di ogni tipo.
Nel 1991 l’An-124 stabilì il record di passeggeri imbarcati, 451, caricati nella stiva di un’unità partita da Amman, in Giordania, e arrivata a Dacca, in Bangladesh, per evacuare dei profughi palestinesi. Nel 2010 e 2011 l’incidente della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon e quello alla centrale nucleare di Fukushima furono affrontati anche grazie agli impiego degli An-124. Nel primo caso viaggiarono dalla Francia agli Usa quattro navi skimmer utilizzate per contribuire a pulire la grande chiazza di petrolio riversatasi nel Golfo del Messico. Nell’aprile 2011, invece, un An-124 trasportò dalla Germania al Giappone una pompa prodotta dalla Putzmeister per la produzione di calcestruzzo che Berlino aveva fornito a Tokyo al fine di sfruttarne la potenza per raffreddare i reattori di Fukushima. La Germania avrebbe utilizzato gli An-124 ancora nel 2021, per evacuare civili e militari dall’Afghanistan nei giorni del ritorno a Kabul dei Talebani.
L’ultimo impegno concreto di un An-124, ad oggi, resta quello in sostegno ai terremotati turchi vittima del sisma di Gaziantep di inizio anno: un An-124 ucraino, a marzo, ha portato ben 101 tonnellate di aiuti mandati da Kiev per sostenere la popolazione civile che soffriva per le conseguenze del sisma.
Un aereo in guerra
Anche l’An-124, come l’An-225, è stato un bersaglio nel contesto della guerra russo-ucraina. Triste fine di un sogno che nel 2008 il presidente russo Dmitriy Medvedev aveva provato a rinverdire: riprendere la produzione in serie dell’An-124 coinvolgendo l’Antonov e la russa Aviastar, che nel Paese si occupava di gestire manutenzione e supporto agli Antonov gestiti da Mosca. L’occupazione della Crimea nel 2014 ha posto fine a questa ipotesi. La guerra ha visto, per la prima volta, An-124 di una parte e dell’altra trovarsi a operare su due fronti di un conflitto.
La Russia ha 12 An-124 in linea al servizio della Dodicesima e della Diciottesima divisione aviotrasportata, l’Ucraina ha usato a servizio delle sue forze armate le capacità di trasporto delle sue unità nelle prime fasi salvo poi ritirare a Lipsia, in Germania, per fini commerciali gli Antonov An-124 a sua disposizione. Otto a inizio guerra, subito ridotte a sette durante la feroce battaglia di inizio guerra a Gostomel. Mentre le truppe ucraine andavano respingendo l’assalto a sorpresa russo, un An-124 veniva distrutto da colpi d’artiglieria nella stessa battaglia confusa in cui ha visto la sua fine la storia dell’unico An-225 operativo. Nel giorno che, nell’aeroporto di proprietà della Antonov, segnò il passaggio di consegna tra l’An-225 e il suo fratello minore per il titolo di gigante dei cieli.
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