Un’idea per venire incontro alle necessità delle famiglie e dei lavoratori, ma che forse non piacerà molto agli studenti.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara ha infatti proposto l’apertura, su base volontaria, delle scuole durante il periodo estivo, proprio per dare un aiuto alle famiglie, in particolare quelle con genitori lavoratori e che non hanno modo di conciliare l’impiego con la gestione dei figli.
“Stiamo aumentando il tempo scuola sia con i tutor sia con Agenda Sud. E ci mettiamo dei soldi”, ha detto il ministro Valditara. “Stiamo già lavorando per venire incontro alle famiglie che giustamente chiedono aiuto”, sottolinea. L’idea – spiega il ministro – “è quella di garantire ai ragazzi la possibilità di recuperare o potenziare le loro competenze, facendo in modo che, anche in piena estate, ci siano spazi di approfondimento, studio, formazione”.
Il ministro spiega che si devono dare risposte in due direzioni: “Il contrasto alla denatalità e il tasso incredibilmente basso dell’occupazione femminile rispetto al resto d’Europa. Per questo, erano stati stanziati 100 milioni di euro nel biennio, in modo da consentire l’apertura estiva di 2.800 scuole. A quei soldi ne abbiamo aggiunti altri, prendendoli dai fondi contro la dispersione scolastica, e così abbiamo avviato progetti in altri 768 istituti”.
Tra gli obiettivi quello di potenziare l’offerta di istruzione per gli studenti: “dovremo concentrarci di più – spiega Valditara – sulle scuole elementari e medie, perché è in quella fascia d’età che bisogna sostenere maggiormente le famiglie. Ma i progetti ci sono già e sono i più diversi: si fa orientamento, anche per le materie Stem, ci sono percorsi di potenziamento delle competenze di base, poi lingue, laboratori, digitale, sport, arte, cittadinanza”.
Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito hanno svolto o stanno svolgendo attività nel periodo estivo scuole che si trovano per il 54 per cento al Sud, per il 7 per cento in Abruzzo, Molise e Sardegna, e per il 39 per cento al Centro-Nord.
“Chiaramente, per venire incontro alle nuove esigenze dovremo concentrarci di più sulle scuole elementari e medie. Ma i progetti ci sono già, e sono i più diversi”, ha spiegato il ministro.
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