L’arcivescovo argentino Victor Manuel Fernandez, nominato sabato 1 luglio 2023, nuovo Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, ha un compito: trasformare l’impostazione della congregazione (che non è più la prima nella gerarchia della varata riforma della Curia con la Costituzione apostolica Praedicate evangelium) da sede di una dottrina “da tavolo”, a custode viva della fede, da organismo di controllo degli errori dottrinali e delle violazioni disciplinari, a centro di “un pensiero che sappia presentare in modo convincente un Dio che ama, che perdona, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno”.
“Il Dipartimento che lei presiederà - è scritto nella lettera di Francesco - in altri tempi è arrivato ad usare metodi immorali. Erano tempi in cui, più che promuovere la conoscenza teologica, si perseguitavano eventuali errori dottrinali. Quello che mi aspetto da te è senza dubbio qualcosa di molto diverso.”
La Congregazione per la dottrina della fede che ha ricevuto la pesante eredità dell’ex Sant’Uffizio fondato da Paolo III (1542) per combattere l’eresia, è stata più volte riformata; storicamente deriva dal tribunale dell’Inquisizione. Paolo VI, con il motuproprio Integrae servandae del 7 dicembre 1965, l’ha modificata profondamente, mutandone la denominazione in Sacra congregazione per la dottrina della fede. Ma quasi sessant’anni dopo, lo spirito della riforma di Paolo VI, evidentemente, secondo Francesco, va ulteriormente implementato.
Non ci poteva essere un cambio di paradigma più incisivo e profondo, nella “lettera di incarico “,diciamo così, che Papa Francesco ha fatto pubblicare insieme alla notizia della nomina dell’arcivescovo di La Plata, 60 anni, che con ogni probabilità diventerà cardinale al prossimo Constoro, previsto per fine anno.
“Per le questioni disciplinari – relative soprattutto all'abuso sui minori – , ha spiegato Francesco, è stata recentemente creata una apposita Sezione con professionisti molto competenti, le chiedo come Prefetto di dedicare più direttamente il suo personale impegno allo scopo principale del Dicastero che è “custodire la fede”.
Per non limitare il senso di questo compito, bisogna aggiungere che si tratta di "accrescere l'intelligenza e la trasmissione della fede a servizio dell'evangelizzazione, perché la sua luce sia criterio per comprendere il senso dell'esistenza, specialmente nel di fronte alle questioni poste dal progresso della scienza e dallo sviluppo della società”. Questi temi, accolti in un rinnovato annuncio del messaggio evangelico, «divengono strumenti di evangelizzazione», perché permettono di entrare in dialogo con «l'attuale contesto in quanto inedito nella storia dell'umanità».
La teologia dovrà cercare di essere, insomma, non da “tavolo”, visto che la realtà è più grande di qualsiasi pensiero.
E non potrà che essere plurale. LaChiesa «ha bisogno di crescere nell'interpretazione della Parola rivelata e nella comprensione della verità», senza che ciò implichi l'imposizione di un unico modo di esprimerla. Perché «le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell'amore, possono far crescere anche la Chiesa». Questa crescita armoniosa- secondo Francesco - conserverà la dottrina cristiana più efficacemente di qualsiasi meccanismo di controllo”.
L’unico criterio imprescindibile è che venga riconosciuta dalle varie scuole teologiche l’onnipotenza di Dio e sopratutto la sua Misericordia.
Lo stesso neoprefetto ha rivelato su Twitter che ha condiviso una settimana con Francesco prima della nomina.
Fernandez sta a Francesco, come Müller ebbe ad essere per Benedetto XVI che fu anche lui Prefetto della CDF, voluto da Giovanni Paolo II, il "Panzer Kardinal". E forse è solo una coincidenza ma la nomina di Fernandez coincide con l'uscita definitiva dal Vaticano del segretario di Ratzinger, minsignor Georg Gabswein.
Come Müller fu nominato Prefetto alla fine del pontificato di Papa Ratzinger, così è avvenuto per Fernandez (il cui incarico alla Cdf con le nuove regole sarà quinquennale e rinnovabile una sola volta).
Una lunga lista di pubblicazioni di Fernandez è contenuta nel comunicato della Sala Stampa, quasi a rispondere a critiche rivolte in passato di non adeguata preparazione a quello che fin dall’inizio del pontificato è stato descritto come il “teologo” di fiducia del Papa, ispiratore e ghost writer di molti documenti, a cominciare da " Amoris Letitia", vista con il fumo agli occhi dai conservatori, a cominciare da Muller.
FONTE: https://www.justout.org/single-post/la-vera-fine-del-sant-uffizio-nominato-fernandez-ghost-writer-del-papa-60-futuro-cardinale
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione