Stop ai finanziamenti destinati al laboratorio di Wuhan. Dopo una revisione durata mesi, l’amministrazione Biden ha deciso di chiudere il rubinetto dei fondi statunitensi al Wuhan Institute of Virology per due ragioni. Innanzitutto, ha spiegato il New York Times, perché l’istituto cinese non sarebbe conforme alle regole federali, e poi per “mitigare potenziali rischi alla salute pubblica”.
Il dipartimento della Salute Usa ha inoltre proposto un divieto di finanziamento del sito – che non riceve denaro da Washington dal 2020 – della durata di dieci anni. Ricordiamo che il laboratorio in questione è lo stesso finito al centro del dibattito sulle origini della pandemia di Sars-CoV-2.
In un promemoria scritto da un funzionario anonimo (il suo nome è stato coperto) si legge che l’istituto non avrebbe ottemperato alle ripetute richieste del National Institutes of Health (Nih) di mostrare quaderni e altri documenti necessari per stabilire le sue pratiche di sicurezza. La conclusione del Nih è emblematica: l’istituto di Wuhan “probabilmente ha violato i protocolli del Nih in materia di biosicurezza” e la sospensione dei finanziamenti è di fondamentale importanza per “mitigare qualsiasi potenziale rischio per la salute pubblica” data la presenza di “prove adeguate” per avviare “procedimenti di interdizione”.
La decisione Usa sui finanziamenti al laboratorio di Wuhan
L’istituto di Wuhan ha adesso 30 giorni di tempo per rispondere all’avviso. Il promemoria è stato reso pubblico martedì dalla sottocommissione House Select sulla pandemia di coronavirus. I repubblicani del panel della Camera hanno ripetutamente affermato che il virus causa del Covid-19 sarebbe uscito dal laboratorio in seguito ad una fuga.
Dopo lo scoppio della pandemia, l’amministrazione Trump aveva interrotto una sovvenzione a EcoHealth Alliance, un’organizzazione no profit che collaborava con l’istituto per studiare i coronavirus dei pipistrelli in Cina. I funzionari del Nih hanno ripetutamente affermato, spesso in accesi scambi con i repubblicani del Congresso, che i dollari dei contribuenti statunitensi non sono stati utilizzati in nessuna ricerca di laboratorio che avrebbe potuto produrre la pandemia. Ma hanno anche riconosciuto di non sapere quali altre ricerche stesse conducendo l’Istituto di Wuhan.
A gennaio, un’agenzia di sorveglianza interna aveva rilevato che il Nih aveva commesso errori significativi nella supervisione delle sovvenzioni. I risultati sono stati delineati in un rapporto di 64 pagine che descrive scadenze mancate, protocolli confusi e fondi spesi in malo modo.
Mistero irrisolto
Il suddetto rapporto ha rafforzato le preoccupazioni sul sistema del governo federale Usa per il monitoraggio della ricerca con agenti patogeni potenzialmente rischiosi. La sovvenzione di EcoHealth è stata poi ripristinata lo scorso maggio, ma l’organizzazione non fornisce più finanziamenti per alcuna ricerca in Cina o con gli animali.
Nel luglio 2021, nell’occhio del ciclone era finito persino il Pentagono, accusato di aver donato 39 milioni di dollari all’EcoHealth Alliance (Eha), un’ong che a sua volta, tra il 2013 e il 2020, avrebbe finanziato la ricerca sul coronavirus presso il famigerato Wuhan Institute of Virology. Il Daily Mail aveva rivelato questa indiscrezione, dopo aver visionato dati federali diffusi online che avrebbero dimostrato come Eha avesse ricevuto dal governo Usa complessivamente oltre 123 milioni di dollari, oltre a 64.7 milioni dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale e 13 milioni da Health and Human Service, che include il National Institutes of Health e i Centers for Disease Control.
Ancora oggi non sappiamo quanto di questo denaro sia stato effettivamente destinato al laboratorio di Wuhan. Pare però che l’Eha avesse finanziato i controversi studi gain-of-function, durante i quali virus pericolosi vengono resi più infettivi dai ricercatori per studiarne l’effetto sulle cellule umane.
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