Il G20, riunitosi in India, non è riuscito a raggiungere un accordo sul superamento dei combustibili fossili. Il vertice che riunisce le 20 maggiori economie globali e le organizzazioni del settore, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, è crollato sul muro eretto dai Paesi produttori di gas e petrolio. Nello specifico, Arabia Saudita, Russia, Cina, Sudafrica e Indonesia si sono opposti all’obiettivo di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, rendendo impossibile un’intesa generale. Il risultato, scontato alla vigilia, non può che alimentare l’incertezza verso l’emergenza climatica. I Paesi membri del G20 sono infatti responsabili di oltre il 75% delle emissioni globali e un loro impegno nella decarbonizzazione risulta essenziale per raggiungere un reale sviluppo sostenibile.
Il G20 indiano si è concluso senza un comunicato congiunto, il documento che certifica il raggiungimento di un accordo generale sulle questioni dibattute. Tra queste c’era la difesa del clima, per cui erano stati proposti due macro-interventi: la triplicazione della capacità di energia rinnovabile entro il 2030 e la mobilitazione di 100 miliardi di dollari per investimenti a tutela dell’ambiente nei Paesi in via di sviluppo, nel tentativo di bilanciare parte delle emissioni dovute alla crescita economica. Gli altri dossier sul tavolo del G20 riguardavano la ristrutturazione del debito per gli Stati in difficoltà e la tassazione minima globale. A dispetto delle questioni affrontate, il vertice è stato disertato da diversi membri: soltanto 13 Paesi, rappresentati dai ministri delle Finanze, si sono presentati in India. Una scarsa partecipazione mascherata dagli “urgenti impegni” da affrontare in casa che non è altro che figlia dell’attuale momento storico, dove il fallimento della globalizzazione sta lasciando spazio alle spinte regionalistiche.
La maggior parte dei gas serra hanno origine naturale e, come intuibile dal nome, sono responsabili dell’effetto serra, ovvero la capacità dell’atmosfera di trattenere calore. Senza la loro presenza, la temperatura media sulla Terra sarebbe pari a -18°C. L’equilibrio raggiunto nel corso del tempo è minacciato dalla sovrapproduzione di gas serra, generata dal massiccio sfruttamento dei combustibili fossili. Il ricorso a tali fonti energetiche è tra le cause del riscaldamento globale e del cambiamento climatico. La volontà di superare i combustibili fossili, manifestata a più riprese dai movimenti ambientalisti e da gran parte dell’opinione pubblica, incontra l’ostacolo degli interessi che si celano alle spalle del settore.
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