Ecco i risultati di un recente studio
Dove sta la verità? È evidente come un non esperto possa sentirsi disorientato di fronte a pareri di esperti così radicalmente contrapposti. Un recente studio basato sui dati clinici di 50.000 persone sembra dare una risposta.
UN CONSUMO MODERATO DI BEVANDE ALCOLICHE PUÒ RIDURRE IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIACHE, FINO AL 40%
Già da tempo diversi studi epidemiologici avevano messo in evidenza la correlazione tra consumo moderato di bevande alcoliche e riduzione del rischio di malattie cardiovascolari anche grazie l’aumento del cosiddetto colesterolo buono, le HDL; la novità di questo studio sta non solo nell’ampio numero di pazienti studiati ma anche nell’aver messo in luce nuovi possibili meccanismi alla base di questi benefici.
Il lavoro, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology è stato coordinato dal Dott. Ahmed Tawakol, co-direttore del centro di ricerca in imaging cardiovascolare presso il Massachusetts General Hospital. In tutto sono stati studiati i dati di 50.000 persone e su un sottogruppo di 754 pazienti poi si è approfondita l’analisi con l’imaging cerebrale. I risultati hanno evidenziato una riduzione dei segnali biochimici legati allo stress a carico dell’amigdala, la regione del cervello proprio associata alla risposta allo stress.
Emerge così come un leggero o moderato consumo di alcool abbia effetti a lungo termine a livello neurobiologico. Si è infatti osservata una riduzione dell’attività dell’amigdala e dei segnali biochimici di stress a danno del sistema cardiocircolatorio.
“Quando l’amigdala è troppo attiva, il sistema nervoso simpatico è sovraeccitato, il che aumenta la pressione sanguigna, aumenta la frequenza cardiaca e innesca il rilascio di cellule infiammatorie – afferma Tawakol – se lo stress diventa cronico, il risultato può essere ipertensione, aumento dell’infiammazione e un rischio sostanziale di obesità, diabete e malattie cardiovascolari”.
Lo studio ha però anche evidenziato che se si eccede con il consumo di alcool allora inizia ad aumentare il rischio di infarti e di cancro. Possiamo dunque concludere citando il detto aristotelico poi ripreso da tutta la cultura latina: la virtù sta nel mezzo.
Nel nostro caso quando si parla di consumo lieve o moderato si intende il consumo di non più di 14 bicchieri di vino a settimana. Chiaramente non dobbiamo dimenticare che per avere effetti positivi sullo stress e sull’amigdala può essere sufficiente un po’ di attività fisica, camminate nella natura e anche una buona sessione di meditazione. Lo studio non vuole essere un incentivo a bere ma vuole riportare a buon senso sul dibattito sul vino.
Fonti
- Corriere del Veneto – Antonella Viola: «Il vino fa male: chi beve ha il cervello più piccolo. Aperitivo? Con il succo di pomodoro»
- La Verità – Mariano Bizzarri: «La Viola non è preparata. Il vino combatte il cancro e non va criminalizzato»
- Quotidiano Sanità – Pazienti cardiopatici. Bere alcol in quantità da lieve a moderata comporta un minor rischio di infarto e di morte
- AHA Journals – Alcohol Consumption Raises HDL Cholesterol Levels by Increasing the Transport Rate of Apolipoproteins A-I and A-II
- Journal of the American College of Cardiology – Reduced Stress-Related Neural Network Activity Mediates the Effect of Alcohol on Cardiovascular Risk
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