Ben Hu, Ping Yu e Yan Zhu. Sono questi i nomi dei tre scienziati che conducevano ricerche nel campo del guadagno di funzione sui nuovi coronavirus presso l’Istituto di Virologia di Wuhan e che sarebbero anche i “pazienti zero”, ossia i primi esseri umani ad aver contratto la Covid-19 a novembre 2019.
È quanto emerge da alcuni documenti del FOIA ottenuti nel 2021 dal progetto White Coat Waste Project (WCW) e da una recente inchiesta dei giornalisti Michael Shellenberger, Matt Taibbi e Alex Gutentag, pubblicata sulla newsletter Substack Public. «Dopo anni di dichiarazioni ufficiali contrarie, sono emerse nuove prove significative che rafforzano la tesi secondo cui il virus SARS-CoV-2 è sfuggito accidentalmente dal Wuhan Institute of Virology (WIV)», scrivono gli autori dell’indagine.
I nuovi dettagli sono stati rivelati circa quattro mesi dopo che il direttore dell’FBI Christopher Wray ha ammesso in una intervista a Fox News che il Bureau ritiene che la Covid-19 «molto probabilmente» abbia avuto origine in un «laboratorio controllato dal governo cinese».
Trovare il “paziente zero” rimane, infatti, la chiave per determinare definitivamente chi e cosa abbia provocato la pandemia. L’esistenza dei tre scienziati era nota grazie a uno scoop del Wall Street Journal su un report dell’intelligence USA. La notizia aveva rinvigorito il dibattito sull’ipotesi della “fuga dal laboratorio”, inizialmente liquidata come fake news e derubricata a “teoria del complotto”, ma l’identità del personale malato era stata tenuta segreta dalle autorità degli Stati Uniti e della Cina, fino a ora. Un nuovo rapporto basato su una fonte del governo degli Stati Uniti ha confermato le loro identità con certezza del “100%”.
Secondo Public, i tre scienziati stavano effettuando esperimenti nel campo del guadagno di funzione, quando si sono ammalati nell’autunno del 2019 e sono stati ricoverati in ospedale. I registri contabili federali ottenuti dal WCW attraverso una causa del Freedom of Information Act (FOIA) del 2021 contro il National Institutes of Health (NIH) confermano che Ben Hu era a capo dei pericolosi esperimenti sui virus finanziati dai contribuenti tramite il National Institutes of Allergy and Infectious Diseases del dr. Anthony Fauci (NIAID) e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID).
La testata di inchiesta The Intercept aveva pubblicato – nel settembre 2021 – 900 pagine di documenti riservati sulla cooperazione tra USA e Cina in merito alle ricerche sui coronavirus nei pipistrelli all’interno del laboratorio di Wuhan. I documenti (qui e qui) rilasciati attraverso il ricorso al FOIA di The Intercept contro il NIH, svelarono che l’Ong americana EcoHealth Alliance, finanziata da Fauci e guidata da Peter Daszak, aveva fornito 3,1 milioni di dollari utilizzati anche per identificare e alterare i coronavirus in merito agli studi sul guadagno di funzione.
Ora si scopre che NIAID e USAID avrebbero inviato oltre 41 milioni di dollari in sovvenzioni finanziate dai contribuenti americani al laboratorio di Wuhan in cui il paziente zero, ora identificato come Ben Hu, guidava i pericolosi esperimenti sul guadagno di funzione. Hu ha collaborato con la virologa Shi Zheng-Li, che ha scoperto l’origine della SARS e da anni studia i coronavirus dei pipistrelli per creare ibridi ricombinanti e per questo è stata soprannominata “Bat Woman”.
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