Senza avere le conoscenze e i supporti scientifici di Verne, affidandosi alla sua fantasia e al suo intuito, è l'unico tra tutti gli anticipatori dell'Ottocento e dell'inizio del Novecento ad aver presentato in anticipo un quadro del nostro presente non troppo distante dalla realtà in cui viviamo oggi..."
Robida scrisse il suo trittico (Le Vingtième Siècle, La Guerre au XXe siècle, La Vie Electrique) nel decennio 1880/1890, cioè in un contesto fortemente segnato dalla "elettromania", preceduto da un'intensa produzione di divulgazione scientifica e tecnica di cui Louis Figuier era uno dei protagonisti. Pubblicherà anche nella sua rivista La Science Illustrée: La Vie Electrique (dal novembre 1891) e Le Vingtième Siècle ...
Un cosmetico che gli permette di dare libero sfogo a una fantasia che viene però sfumata dal tratto di penna. Mentre gioca sull'estremo del possibile, mette da parte ciò che scopre per proteggersi meglio, forse, da esso...
(Illustrazione: Parc national - L’arrivée des énervés », La Vie électrique, Paris, Librairie Illustrée,[1892], planche en regard de la p. 226)
Nella civiltà futura infatti, autenticità e spirito di avventura saranno scomparsi. I paesaggi saranno uniformi. Tutto sarà normalizzato.
Ed è lì che i protagonisti del romanzo andranno a rifugiarsi.
Anzi, è proprio su di loro che si affida per esasperare una realtà (a venire) di cui abbozza solo i contorni ancora vaghi. Si impegna in una messa in scena attraverso sia il testo che l'immagine. Una lettura di Robida basata solo sul testo sarebbe incompleta. La sua storia funziona solo in stretta connessione con il disegno, parte integrante del quadro narrativo.
Se Robida dà al telefono una dimensione che noi non conosciamo, è proprio rappresentativo della confusione che per ben dieci anni è esistita tra riproduzione e trasmissione del parlato.
Ridendo delle difficoltà, il nostro autore “inventa” il telefonografo “fusione del telefono e del fonografo” i cui utilizzi sono molteplici. Sia citofono che vivavoce con le mani libere dato che con esso non c'è bisogno di parlare con un "apparecchio all'orecchio" (qui Robida oppone alla pratica complessa dei primi telefoni un'ergonomia più semplice), il telefonografo permette anche ai giornalisti di dettare i propri articoli che verranno poi trasmessi agli abbonati: "ecco un fonografo cliché, leggete molto chiaramente il vostro articolo nell'apparecchio, porteremo il cliché al telefonografo che lo ripeterà appena sarà finita la cronaca in trasmissione...”.
Tuttavia, al di là del telegrafo, al di là del telefono e del telefonografo, nella società degli anni '50, i consumatori potranno beneficiare del telefonoscopio.
Concessione alla verosimiglianza, Robida lo inscrive in un lignaggio tecnico: "Il vecchio telegrafo elettrico, questa applicazione infantile dell'elettricità, è stato detronizzato dal telefono e poi dal telefonoscopio che è il supremo perfezionamento del telefono".
La novità “fu accolta con grandissimo favore; il dispositivo, a pagamento, è stato adattato al telefono per tutti coloro che ne hanno fatto richiesta”.
Si affida proprio allo sviluppo della scatola cranica per illustrare ciò che, secondo lui, costituisce una forma di degenerazione della specie umana.
Le figure o famiglie di scienziati da lui proposte appaiono così invecchiate, atrofizzate, anemiche, come se la scienza, un moderno vampiro, si nutrisse nel vero senso della parola della loro esistenza.
Questi scienziati rachitici dai crani sproporzionati, completamente assorbiti dal mondo teorico, li ritroviamo poi in Hergé. Ma è difficile dire se si tratta di un ricordo, di un prestito o di un omaggio.
«La Déchéance physique des races trop affinées», La Vie électrique, Paris, Librairie Illustrée, [1893], planche vis à vis de la p. 152
Il cibo nel Novecento
"A proposito, avete mai visitato la fabbrica della Big Food Company?" È una delle curiosità di Parigi... Conoscete Le Creusot? Beh, è più grande! Gli altiforni, che arrostiscono contemporaneamente 20.000 polli, sono stati mirabilmente montati da ingegneri di altissimo merito... È uno spettacolo spaventoso... Abbiamo anche due grandi pentoloni di mattoni e ghisa, contenenti ciascuna cinquanta mille litri di brodo! Questi due recipienti sono sotto la direzione speciale di un ingegnere meccanico che riceve uno stipendio da ministro!
(Estratto da "Vingtième Siècle", p. 82)
Silenziosamente, sta nascendo una nuova “civiltà materiale” nel senso in cui Braudel usava questa espressione. Non ne vediamo ancora i contorni esatti. La modernità preoccupa... si sta mettendo in atto una nuova “civiltà materiale” nel senso in cui Braudel usava questa espressione. Non ne indoviniamo ancora i contorni esatti. La modernità preoccupa...
Le grandi manovre anfibie con baleniere corazzate risentono dell'influenza della guerra civile. Ma è già guerra totale, con bombardamenti di città, micidiali per i civili e feroci duelli di artiglieria che annunciano Verdun. Appaiono le artiglierie imbarcate su palloni, squadroni aviotrasportati da "palle cave" e le bombe dette "con verbena" nel testo, ma già annotate "con cloro" nel disegno, - annunciando così l'arma chimica quasi cinquant'anni prima della sua prima apparizione in un conflitto a Ypres nel 1915.
Così, nei Viaggi Straordinari di Saturnin Farandoul nelle cinque parti del mondo e in tutti i paesi conosciuti e anche sconosciuti ( Voyages très extraordinaires de Saturnin Farandoul dans les cinq parties du monde et dans tous les pays connus et même inconnus ) di Jules Verne (1879), i proiettili al cloroformio vanno di pari passo con le bombe al vaiolo - prima allusione all'arma "miasmatica", cioè biologica – e i palloni corazzati prefiguravano i velivoli da combattimento.
Questa Guerre au vingtième siècle sarà ristampata nel 1916 con il titolo "Un fumettista profeta, la guerra come la prevedeva Robida 33 anni fa." (Un Caricaturiste prophète, la guerre telle qu’elle est prévue par Robida il y a 33 ans.)
Esce nel 1887 sotto forma di album dove l'illustrazione prevale nettamente sul testo, mostrandoci un eroe francesissimo (Fabius Molinas, di Tolosa) impegnato in avventure militar-picaresche, dove passa, con un sangue freddo imperturbabile e una formidabile efficienza, da un teatro di operazioni all'altro.
Troviamo infine, accanto all'Europa, l'America con il suo celebre scienziato Ericksson, "Maresciallo delle forze elettriche", che fatica a contenere con le sue nuove armi l'invasione gialla.
La saga si conclude con l'invasione sino-giapponese dell'Europa... Fortunatamente, era solo un brutto sogno.
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