Mai provato a cercare una stanza in affitto a Milano? L’impresa risulta quasi impossibile.
Innanzitutto bisogna sapersi districare fra milioni di annunci, in diverse piattaforme e social network. Affidarsi a un’agenzia immobiliare significa incorrere in commissioni più che dispendiose e spesso la truffa è dietro l’angolo.
Se si tenta invece la via dei privati si dovrà lottare contro il tempo. Gli annunci di una stanza hanno vita breve: entro una settimana, se non addirittura il giorno stesso le camere saranno già occupate.
Se infatti a Milano l’offerta non manca, la domanda è in costante crescita, tanto da creare una vera e propria lotta al massacro. Il primo che arriva prende tutto, quindi per ottenere risultati bisogna passare ore e ore al telefono o a ricaricare le pagine degli annunci. Proprio per questo grande numero di richieste in molti, se non tutti i proprietari di case a Milano, hanno deciso di marciarci sopra.
Facciamo subito un esempio: un posto letto, quindi non una stanza, ma un materasso in una camera condivisa da 16 metri quadri, costa 495 euro al mese spese escluse. In una casa dove ci sono altre quattro stanze e un solo bagno. Immaginiamo quindi che ogni stanza sia condivisa, il totale di coinquilini ammonterebbe a 8 persone. Considerando spese di condominio e utenze, sono più di 500 euro per un posto letto in una casa affollata.
Per comprendere però seriamente l’universo che ruota attorno al business degli affitti delle stanze bisogna entrarci. Byoblu ha così deciso di visitare tre diverse camere, in tre zone diverse.
Per la prima, situata nei pressi di corso Buenos Aires, la richiesta era di 1100 euro al mese per una stanza singola in una casa al primo piano in condivisione con altre due persone. Il lusso stava nel bagno in camera, ma la cucina minuscola e l’inesistenza di spazi comuni non sembrano giustificare una richiesta così alta.
La seconda tappa ci porta in zona Lambrate, proprio vicino alla trafficata stazione del treno, purtroppo nota per ospitare senzatetto e disperati. La richiesta per una stanza è di 795 euro, la casa è in condivisione con altre quattro persone e all’incontro con la proprietaria la prima domande è questa:
“Non te lo chiesto, ma tu avresti bisogno del contratto o va bene anche senza?”
Infine la ciliegina sulla torta: monolocale di 45 metri quadri in condivisione con un quarantenne, lui dorme nel letto sopra, mentre il divano-letto sottostante è quello libero, 350 euro spese escluse. Bisogna quindi aggiungere luce e gas, acqua, spese di condominio, canone e wi-fi. Gli spazi sono più che limitati, la casa è situata vicino alla metro Crescenzago e dalle finestre si vedono i binari del treno, con rumore annesso. Angolo cottura minuscolo, bagno altrettanto limitato.
Se i giovani si accampano in tenda non bisogna sorprendersi.
FONTE: https://www.byoblu.com/2023/05/13/500-euro-per-dormire-in-una-stanza-condivisa/
Ho abitato fin da subito in un quartiere in Roma, che poi con il tempo diventò da popolare a studentesco, riconoscendo loro come aventi diritto di abitare dove volevano, capimmo poi a nostre spese che si trasferissero in luoghi consoni alle loro attitudini e non presso di gente che il giorno dopo non solo non si alza a mezzogiorno perché va a lavorare, fu allora che i proprietari degli mobili presero la decisione di alzare i prezzi pur di sbolognarli, pagavano e zitti! Tanto non li cacciavano loro i soldi, come non gli pesava che fossero i genitori a tirali fuori. Spesso ragazzini viziati con il nulla in testa.
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