La guerra in Ucraina ha avuto e continua ad avere molti protagonisti. Fra questi, fondamentale il ruolo del gruppo Wagner, la principale compagnia di mercenari russi e guidata da Yevgheny Prigozhin. Il sistema ideato dal cosiddetto “chef di Putin” ha certamente creato una macchina militare ed economica di straordinaria portata. Essa unisce esperienza dei membri, efferatezza, metodi violenti e capacità di sfruttare la politica estera di Mosca, costituendo un vero e proprio impero privato con interessi radicati in diversi angoli del mondo (fondamentale per comprendere la rete questa ricerca condotta dal Center for Strategic and International Studies). Tuttavia, se la cronaca del nostro quotidiano ci impone di parlare dei contractors russi facendo riferimento sostanzialmente al gruppo Wagner, essa non rappresenta né l’unica né la prima compagnia privata che si occupa di fornire al Cremlino e alle sue ramificazioni dei “servizi di sicurezza”.
La Russia e le sue legioni
Prima e parallelamente all’azienda di Prigozhin, infatti, è sorta una fitta rete di compagnie di contractors che di fatto costituiscono ormai delle vere e proprie legioni straniere non più solo completamente nelle mani di Putin, ma anche in grado di sfidare il potere politico fino a trasformarsi nella lama più violenta, ma a doppio taglio, nelle mani della Federazione Russa.
Per comprendere la strana zona grigia in cui operano questi gruppi di mercenari, va premesso che l’ordinamento di Mosca non consente la creazione di questi “eserciti privati”, costituendo quindi tutti, chi più o chi meno, una violazione della legge russa. Putin ha tentato per molto tempo di regolamentare questa “professione” soprattutto a seguito dell’utilizzo dei contractors in Siria e, successivamente, in Ucraina orientale. Tuttavia, sia per evitare problemi con le forze armate, sia forse per mantenere inalterato lo status quo di determinate entità paramilitari, si è preferito rinunciare a questa riforma. E in effetti, va detto che è proprio questa zona grigia a essere la forza di queste compagnie, che possono esse sfruttate da Mosca grazie alla formale impossibilità di essere collegate in modo diretto con le volontà del Cremlino.
Come si muovono i mercenari russi
Questi mercenari agiscono come privati, fornendo ufficialmente servizi di sicurezza a entità private o para-private, ma allo stesso tempo, essi seguono di pari passo l’agenda internazionale russa formando di fatto un binomio inscindibile con Mosca. Così, specialmente nell’ultimo decennio, queste compagnie di sicurezza si sono trasformate in strumenti perfetti per ampliare il raggio d’azione russo, rafforzare le strategia estere del Cremlino, ma contemporaneamente – come spiega il Carnegie Endowment for International Peace – evitando a Putin e alla sua amministrazione qualsiasi tipo di responsabilità legale.
Fatta questa premessa, è altresì fondamentale ribadire che, per quanto chiaramente la Wagner sia al momento al centro della scena per le operazioni in Ucraina e in Africa ma anche per la personalità del fondatore, Prigozhin, essa non rappresenta l’unica compagnia di mercenari russi che opera sostanzialmente come armata privata del Cremlino. In questi anni, infatti, attente analisi specialmente di area atlantica e inchieste anche dall’Europa orientale, hanno segnalato la presenza di diversi gruppi che, nel tempo, si sono rafforzate, dissolte o periodicamente scomparse. E se queste sono le esperienze passate, adesso iniziano a spuntare anche nomi nuovi, di compagnie in larga parte utilizzate per essere inviate in Ucraina e che sfruttano economicamente la necessità di far continuare l’invasione.
La galassia dei contractors russi
Facendo un passo indietro, ai tempi in cui nasceva la Wagner (che avuto come padri Utkin e Prigozhin) in Russia sono iniziate a circolare delle compagnie di cui nel tempo si sono perse le tracce, o che comunque hanno avuto alterne fortune. Una di queste è la Enot, fondata da Igor Mangushev, e con simbolo il procione. Fondata nel 2011, essa ha iniziato a riunire le milizie del Donbass per poi combattere, come spiegano alcune inchieste, in Ucraina, Nagorno Karabakh e Siria.
Un altro gruppo è quello della compagnia Vega (o Vegacy), che si occupa di fornire protezione e sicurezza a livello marittimo e terrestre e che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe addestrato in Siria le Syrian Tiger Forces e anche la milizia Liwa al-Quds, una brigata militare palestinese. A questi gruppi si aggiunge poi la milizia Patriot, che per molto tempo ha anche fatto concorrenza alla Wagner impegnandosi con i propri uomini in Ucraina (anche nell’attuale guerra), in Siria e Repubblica Centrafricana, con qualcuno che ritiene abbiano operato anche in Yemen.
Altra compagnia che ha avuto specialmente in passato un ruolo molto rilevante nelle gerarchie delle forze private russe è il Moran Group. Operante sin dal 2000, il gruppo, come confermato anche sul proprio sito, offre servizi di sicurezza, addestramento e trasporto in diverse aree del mondo, fra i quali spicca anche l’Iraq, oltre che i Paesi dove la presenza russa è stata e continua a essere centrale. Collegata a essa era anche la compagnia chiamata Slavonic Corps, operante principalmente in Siria e sciolto per le perdite subite ma anche per le operazioni realizzate dai servizi russi dell’Fsb, che hanno arrestato comandanti e molti dei suoi membri al ritorno dal Medio Oriente.
L’effetto sui mercenari della guerra in Ucraina
A questi gruppi, si aggiungono poi quelli che da alcune settimane sono sorti con gli sviluppi della guerra in Ucraina, un conflitto che non solo ha rafforzato la presenza e l’importanza dei contractors nelle file russe, ma che per la sua violenza e possibilità di guadagno attira mercenari da diversi angoli della Federazione Russa. Una di queste è Convoy, nata, secondo le prime inchieste, su iniziativa di Sergej Aksenov, capo della Crimea occupata, e al comando di tale “Mazai” che, per il sito investigativo iStories.media, sarebbe il nome di battaglia di Konstantin Pikalov, il braccio destro di Prigozhin in Africa.
Pochi giorni dopo, è spuntato anche un nuovo gruppo di contractors, il Battaglione degli Urali, che sarebbe il frutto dell’impero del rame che fa capo a Igor Altushkin. E queste notizie vanno di pari passo con un recente report dell’intelligence del Regno Unito in cui si diceva che la “leadership militare russa probabilmente vuole una compagnia militare privata sostitutiva su cui ha un maggiore controllo”. Sostitutiva della Wagner, naturalmente, che per il suo peso politico, di immagine, e per le dure prese di posizione di Prigozhin, sta diventando un problema non solo per gli apparati militari russi – non troppo contenti del fatto che un privato e dei contractors dicano di vincere battaglie e dettino la linea – ma anche per Putin.
FONTE: https://it.insideover.com/difesa/dossier-la-galassia-dei-mercenari-russi.html
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