A Cristophe Deloire e Rebecca Vincent, rispettivamente segretario generale e direttrice delle Operazioni e delle Campagne di Reporter Senza Frontiere (RSF) è stato vietato di far visita a Julian Assange all’interno del carcere londinese di Belmarsh. Secondo quanto riferito dai due funzionari la direttrice del carcere, Jenny Louis, avrebbe ricevuto informazioni sul fatto che i due fossero giornalisti e deciso per questo motivo di vietar loro l’accesso alla struttura. «Julian Assange ha diritto di ricevere visite durante la detenzione e come ONG per la libertà di stampa siamo perfettamente in regola con i nostri diritti» ha commentato Deloire, chiedendo la revoca del provvedimento «al più presto». Nel frattempo, in occasione del quarto anniversario dell’incarcerazione del giornalista (recluso nel penitenziario di Belmarsh dall’11 aprile 2019), sono state organizzate a Genova e a Roma iniziative per chiederne la liberazione. Negli Stati Uniti, invece, attivisti provenienti da tutto il Paese si recheranno a Washington DC per far pressione su alcuni membri del Congresso affinché facciano cadere le accuse.
Rebecca Vincent – la quale, come specifica RSF, non è mai stata giornalista né ha mai posseduto un tesserino da giornalista – ha definito la mossa della direttrice del carcere come l’ennesima di una «lunga serie di ostacoli» affrontati negli ultimi tre anni di lotta per la liberazione del giornalista australiano, per il quale il governo britannico ha confermato l’estradizione negli USA. L’episodio, inoltre, si è verificato dopo che RSF ha incontrato grossi ostacoli nel seguire il processo per l’estradizione di Assange, in quanto i rappresentanti dell’organizzazione che partecipavano alle udienze come osservatori di una ONG non potevano richiedere l’accreditamento come i giornalisti. “RSF ha potuto accedere alla tribuna del pubblico solo durante le udienze ed è stata l’unica ONG a dover negoziare l’accesso in ogni fase del procedimento tra il 2020 e il 2022” riporta l’organizzazione in un comunicato.
La battaglia di RSF è volta a chiedere la revoca dell’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni in un carcere di massima sicurezza. Nella giornata di oggi, proprio in occasione del quarto anniversario della sua incarcerazione, gli attivisti di Free Assange hanno organizzato un sit-in in piazza della Repubblica, a Roma, a partire dalle ore 15, e uno in piazza de Ferrari, a Genova, dalle 11 alle 18. Negli Stati Uniti, decine di attivisti del gruppo Action4Assange si ritroveranno nei pressi dell’House Office Building, a Washington DC, per chiedere ai membri del Congresso di firmare una lettera redatta dalla deputata Tlaib una settimana fa e firmata da alcuni dei suoi colleghi più progressisti. All’interno della lettera viene richiesto che vengano rispettate “le tutele previste dal Primo Emendamento per la libertà di stampa” e quindi ritirate “le accuse penali contro l’editore australiano Julian Assange” insieme alla “richiesta di estradizione attualmente pendente presso il governo britannico”.
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