Jens Stoltenberg apre all’Ucraina nella Nato, e non è la prima volta che ciò accade. Lo aveva detto il 18 gennaio, lo aveva ribadito il 15 febbraio, subordinando il suo ingresso alla fine della guerra con la Russia, lo conferma oggi ricordando ai margini della sua visita in Finlandia, Paese candidato all’ingresso nell’Alleanza Atlantica, che “l’Ucraina diventerà membro della Nato, ma si tratta di una prospettiva a lungo termine”.
Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica sottolinea a Helsinki, ai margini dell’incontro con Sanna Marin, che “i Paesi della Nato concordano sul fatto che l’Ucraina dovrebbe diventare un membro dell’Alleanza, ma allo stesso tempo si tratta di una prospettiva a lungo termine”.
Il tema è importante su più punti di vista. In primo luogo perché Stoltenberg intende presentarsi come segretario capace di dettare una linea politica a medio-lungo termine per il fatto di aver guidato la Nato nell’era del conflitto a Est. In secondo luogo perché di fronte ai colli di bottiglia connessi al rallentamento dell’adesione di Svezia e Finlandia la Nato vuole non lasciare ma raddoppiare e ormai parla a viso aperto di concretizzare quelle che prima dell’invasione la Russia riteneva le minacce alle sue “garanzie di sicurezza”. Infine, si pone un tema fondamentale di separazione tra il sostegno attuale dell’Occidente alla resistenza di Kiev e la futura entrata dell’Ucraina nella Nato, da non prendere in considerazione finché la guerra durera.
Parlando ai nostri microfoni l’ex direttore della Cia David Petraeus aveva di recente ricordato che Vladimir Putin ha reso la Nato “nuovamente grande” e che l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza appariva la massima garanzia di sicurezza al Paese per il futuro. Le parole di Stoltenberg confermano un sentimento politico ormai in via di definizione da tempo. E cioè la presa di consapevolezza che quell’ingresso ucraino nella Nato che l’Alleanza Atlantica non aveva alcuna intenzione di formalizzare nonostante i timori di Putin prima del conflitto si è invece notevolmente avvicinato dopo lo spartiacque del 24 febbraio 2022.
Stoltenberg di questo cambiamento dello spirito del tempo è stato, se non artefice, perlomeno portavoce. Lo scorso anno, a Davos, aveva riscoperto la lezione di Adam Smith ricordando che la sfida delle autocrazie, la Russia sul piano militare e la Cina su quello economico-politico, imponeva all’Occidente di mettere la sicurezza davanti alla prosperità e di investire per la propria difesa. Oggi lancia un ammonimento ricordando che la fine della guerra non segnerebbe comunque un reset con la Russia: “La fine di questa guerra non prevede un ritorno alla normalità nelle relazioni con la Russia, non si torna indietro”, ha ricordato a Helsinki l’ex premier norvegese. Stoltenberg ha aggiunto: “so che è difficile spendere di più in Difesa perché c’è meno spazio per altre cose che reputiamo importanti, come la salute e l’istruzione, lo capisco. Ma non c’è nulla di più importante della nostra sicurezza, dunque dobbiamo spendere di più. Sono felice che la maggior parte degli alleati ora veda il 2% del Pil nella difesa”, target stabilito nel 2014 come obiettivo comune Nato “come un punto di partenza e non di arrivo”.
Dunque serve un Occidente più armato, più coeso, più pronto alla difesa. Un Occidente che armi Kiev e la coopti nella sua alleanza: “Dobbiamo garantire che una situazione di questo tipo non si ripeta mai più. Quindi dovremo rafforzare le difese dell’Ucraina per impedire che la Russia non possa invaderla nuovamente”, ha dichiarato parlando in conferenza stampa con la Marin. La Nato torna attore pivotale nella strategia di contenimento della Russia e Stoltenberg inizia a concretizzare la svolta politica che per il dopo-guerra ha descritto su queste colonne di recente il professor Aldo Giannuli: il dopo-guerra non sarà meno competitivo e complesso dell’era bellica e l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza inteso come punto terminale di una strategia politica lo conferma. La guerra senza limiti a Est ha cambiato per sempre l’Europa: e dalle dichiarazioni e le prese di posizione dei leader si inizia a capire l’ampiezza della svolta. Che arriva a far pensare cioè che era impensabile per tutti, tranne che per Vladimir Putin, un anno fa.
FONTE: https://it.insideover.com/difesa/stoltenberg-conferma-lucraina-sara-nella-nato.html
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione