Se l’Unione Europea non si opporrà in alcun modo, il primo aprile nel Tirolo entrerà in vigore una legge sulla caccia, che sancisce la possibilità di ordinare l’abbattimento di lupi ad alto rischio o dannosi, senza la possibilità di ricorso da parte dei Tribunali. Una procedura, a detta di Josef Geisler, il vicepresidente del Tirolo, che «snellirà la pratica di abbattimento». Una questione che in verità riguarda da vicino anche l’Italia, ed in particolare l’Alto Adige, dove da tempo le autorità stanno cercando modi per intervenire contro i grandi animali selvatici. I responsabili del settore venatorio della Provincia autonoma di Bolzano, infatti, hanno affermato che valuteranno quello che accadrà sul territorio austriaco dopo l’adozione della nuova legge – che si applicherà ai grandi predatori come il lupo, l’orso, la lince e lo sciacallo dorato – e giudicheranno se adottarla a loro volta.
Certo, come ha spiegato l’Assessore provinciale all’agricoltura e foreste dell’Alto Adige, Arnold Schuler, «anche se il Trentino dovesse aderirvi, si tratta di una notevole differenza rispetto al nostro quadro giuridico per quanto riguarda l’abbattimento dei lupi». Perché «anche se abbiamo una legge provinciale valida che ci concede la possibilità di catturare i lupi, un decreto di abbattimento basato su di essa sarebbe immediatamente impugnabile davanti al Tribunale amministrativo». Che poi è quello che distingue il nostro ordinamento da quello tirolese, visto che la legge europea sulla protezione delle specie, che concede al lupo il massimo status di protezione possibile, si applica anche in Austria. Ma nel Paese la situazione giuridica è diversa da quella dell’Alto Adige: i Länder, cioè gli Stati federati dell’Austria, hanno competenze più ampie rispetto alle Province e alle Regioni italiane.
Anche se la linea adottata nel nostro Paese non sarebbe comunque così dura come quella austriaca (Josef Geisler ha detto che «finché l’Ue non ridurrà lo status di protezione del lupo, non abbiamo altra scelta. Correremo questo rischio in ogni caso. Il punto è dichiarare guerra ai lupi in Tirolo»), la posizione di osservatrice della regione dell’Alto Adige desta in egual modo preoccupazione. Quella di poter abbattere ‘liberamente’ i lupi è una priorità che l’amministrazione locale si è data ormai da diversi mesi, anche se i danni causati dall’animali incidono poco sul territorio provinciale.
Nel 2021 la provincia di Bolzano ha registrato una perdita di circa 54mila euro di bestiame a causa degli attacchi dei lupi, mentre, dal punto di vista della presenza fisica dei predatori, gli animali in loco appartengono quasi tutti a branchi a scavalco con altre Province: in totale, si calcolano poco più di una trentina di esemplari. Si tratta di numeri piuttosto piccoli, ma che spingono comunque i responsabili del settore venatorio a tenere gli occhi aperti sugli sviluppi tirolesi. La Regione infatti lamenta non tanto la legislazione già attiva sul territorio, ma la sua attuazione, che prevede – per l’abbattimento – un iter che passa dall’approvazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e che, solitamente, finisce in Tribunale. «Le ordinanze di abbattimento di specie animali protette vengono sempre impugnate davanti al Tribunale amministrativo e l’esperienza dimostra che le ordinanze vengono anche sospese dal Tribunale, mentre in Tirolo ciò non è possibile in questa forma», ha detto Arnold Schuler. E per questo si guarda al modello dei ‘vicini’.
Oggi il lupo è presente in molte aree del nostro Paese, dalla Calabria alle Alpi, e anche in zone fino a qualche decennio fa ritenute non idonee per la specie. Ma la sua popolazione è cresciuta insieme ai rischi, che per la specie sono sempre più diffusi e maggiori. “Ogni tanto si leggono articoli di situazioni descritte come rischiose o addirittura pericolose per l’uomo. Tuttavia, bisogna ricordare che l’ultima aggressione in Italia di un lupo ad un uomo risale al 1825”, scrive il WWF. Tuttavia, nonostante non rappresenti una minaccia diretta per l’uomo, le predazioni che, in alcune situazioni, avvengono ai danni del bestiame domestico, suscitano reazioni avverse e persecutorie nei confronti del lupo, e causano ogni anno l’uccisione (con veleni o fucilate) di centinaia di esemplari – si stima tra i 200 e i 500.
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