L’Unione Europea fa un passo indietro sull’energia nucleare, stralciandola dalla lista delle tecnologie “green” strategiche per il settore industriale europeo. È quanto emerge dal contenuto una nuova bozza del Net-Zero Industry Act – ancora in fase di trattativa e dunque soggetta ad eventuali modifiche – che la Commissione Europea presenterà ufficialmente giovedì 16 marzo.
Nonostante la presenza del nucleare nella prima bozza del regolamento circolata all’inizio della settimana, con un aggiornamento del testo Bruxelles ne ha infatti eliminato tra le cosiddette “clean tech” la menzione, che prima trovava posto accanto a solare, eolico (onshore e offshore), batterie, pompe di calore e energia geotermica, idrogeno rinnovabile, biometano e cattura e stoccaggio del carbonio. Nella nuova versione della bozza è stato confermato l’obiettivo di produrre sul suolo continentale almeno il 40% della tecnologia pulita di cui l’Ue ha bisogno per la transizione ecologica, rimuovendo però i target settoriali per la produzione di pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore ed elettrolizzatori. A tal fine, vengono previste corsie prioritarie, come ad esempio tempistiche non superiori a un anno per finalizzare l’iter di autorizzazione dei progetti più complessi e di nove mesi per quelli più piccoli.
Rispetto alla potenziale esclusione del nucleare dal novero delle tecnologie verdi, sulle barricate c’è la Francia, che in Europa è il Paese che più convintamente sostiene l’importanza dell’energia atomica. Parigi sta in questa fase premendo in maniera molto insistente sulla Commissione al fine di ripristinare la menzione omessa dall’elenco, così che il nucleare possa rientrare tra le “clean tech” già nel testo proposto dall’Esecutivo dell’Unione Europea. Il sostegno diretto all’atomo sarà invece difficilmente “digeribile” per la Germania, che, nonostante gli effetti della crisi energetica, ha ribadito di voler chiudere tutte le sue centrali. Berlino inaugurò il “braccio di ferro” sul nucleare già l’anno scorso, quando espresse con il voto la sua contrarietà all’inclusione dell’energia atomica nella tassonomia verde. In quel caso, la Commissione Europea aveva proposto di classificare una serie di attività energetiche collegate al gas fossile e all’energia nucleare come attività di transizione che offrono un contributo all’attenuazione dei cambiamenti climatici. In ultimo, il Parlamento europeo non si era opposto alla linea della Commissione, respingendo una mozione contro la sua proposta.
Ove ora la Commissione non optasse per un passo indietro e l’atomo rimanesse escluso dall’elenco, a giocare un ruolo fondamentale nel tentativo di riequilibrare le diverse posizioni dei Paesi membri in un’ottica di compromesso sarebbe l’ok all’idrogeno rinnovabile, settore a cui il “Net-Zero Act” offre tutele e corsie preferenziali: un mese fa, anche quello prodotto da nucleare ha infatti ottenuto la patente europea di energia rinnovabile.
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