Il Gran Premio saudita ha confermato nel ruolo di grandi protagoniste che Red Bull e Aston Martin avevano ricoperto in Bahrain.
Nonostante la brutta partenza, Perez si è ripreso la testa del Gran Premio al giro 4, dimostrandosi successivamente autorevole capofila e gestore durante le varie fasi della gara.
Alle sue spalle, sotto la bandiera a scacchi, si è classificato Max Verstappen: l’olandese ha costruito una buona rimonta dalla quindicesima posizione, solo in minima parte aiutato dalla neutralizzazione causata involontariamente dal ritiro di Stroll.
Entrambe le RB19 – pur i piloti impegnati in “compiti differenti” – hanno legittimato la loro superiorità , con qualsiasi mescola e in ogni fase della gara.
Terzo Alonso, risolta in suo favore la “querelle” sull’interpretazione del Regolamento a proposito della gestione della penalità : l’AMR23 è un buon mezzo e Alonso sta in questa primordiale fase del campionato tirandone fuori il massimo possibile.
Il connubio tra la grinta, mai sopita e l’esperienza, costituiscono la cifra che porteranno lo spagnolo – sempre che gli sviluppi e l’evoluzione del prototipo siano all’altezza della situazione – a togliersi delle belle soddisfazioni, rendendo lo stesso asturiano e il compagno Lance Stroll un ulteriore e innovativo motivo di interesse.
Zona Punti
L’Arabia Saudita ha dato adito ad una discreta Mercedes, pur nell’ottica delle attuali lacune della W14: molto buona la qualifica di Russell (quarto, poi terzo, considerando l’arretramento di Leclerc), gli anglo tedeschi sono stati in gara davanti alle Ferrari, dato il fatto che Russell e Hamilton avessero differenziato la strategia (Medie all’inizio, poi Hard per il primo; Hard all’inizio, poi Medie per il secondo).
Al netto delle differenze, tuttavia, se Russell (quarto) nel complesso è stato superiore a Hamilton (quinto) sul passo, più in generale, a Jeddah, le W14 hanno nella continuità dimostrato una prestazione migliore delle SF-23 alla domenica.
Scorrendo la classifica, Alpine ha portato due vetture a punti, grazie all’ottava piazza di Ocon e alla nona di Gasly, mentre Magnussen ha regalato il primo punto stagionale alla Haas.
Il pilota danese ha dato sfoggio della sua proverbiale aggressività in un confronto diretto e serratissimo con Yuki Tsunoda dell’AlphaTauri per la decima posizione, risolto in favore dello stesso Magnussen.
Dopo due Gran Premi, la squadra di Faenza e la McLaren sono le uniche che non hanno conquistato nemmeno un punto iridato.
Notte Ferrari
La SF-23 è stata con Leclerc ancora una volta forte sul giro secco, ma in gara la situazione è stata ben diversa: Sainz e Leclerc – in rimonta quest’ultimo dalla dodicesima posizione – hanno sofferto il degrado della mescola Hard (C2), un inconveniente già patito in Bahrain, dove la mescola più dura (in quel caso la tipologia Hard era però la C1) aveva dato più di qualche grattacapo, sempre sulla distanza.
I piazzamenti al sesto e settimo posto finale dei due piloti potrebbero costituire un serio motivo di preoccupazione, ben oltre il risultato: in effetti, se la pista permanente di Sakhir si caratterizza per essere esigente sulle posteriori, con curve di media e bassa velocità che richiedono una buona trazione, quello di Jeddah è invece un tracciato urbano (non esigente per gli pneumatici posteriori), velocissimo e dall’asfalto poco abrasivo.
L’aver avuto gli stessi problemi su due percorsi così antitetici, a Maranello non può che far riflettere: per giocarsela, la sensazione è che il lavoro da portare avanti e l’asticella debbano essere innalzati ad un livello superiore, passo dopo passo.
FONTE: https://www.barbadillo.it/108587-f1-ferrari-di-male-in-peggio-nel-solito-trionfo-red-bull/
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